40: La batosta

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"È stretta"

"Vi chiedo scusa, ma debbo stringere ancora se no la veste nuziale non la potrete indossare adeguatamente"

"Tanto non mi importa, la mia vita è oramai conclusa"

"Perché dite questo, state per sposare uno degli uomini più importanti della città"

"Io non lo amo, egli è interessato alla mia carne è non al mio cuore"

Il vestito era magnifico, creato con la migliore stoffa mista a della seta, Sveta lo vide per la prima volta all'età di cinque anni e ne rimase affascinata "lo indosserò il dì in cui troverò un uomo che sappia amarmi per ciò che sono" furon le parole che ripeté negli anni nell'intento che il suo desiderio s'avverasse, ahimè quando si vide allo specchio pianse per la tristezza.
Decise di passare le ultime ore da sola (visto che la madre le proibì di vedere il fratello e ovviamente Alexey) pensò costantemente al bacio del giorno precedente e a quelle armoniose parole "Sarò sempre qui per te" che recavano gioia e allo stesso tempo angoscia (la situazione le rendeva parole al vento) provò a immaginare il lato "positivo" di questo matrimonio ma fu una pazzia soltanto a pensarlo, sarebbe divenuto già dalla prima notte di nozze un matrimonio triste, privato di qualsivoglia emozione, tenuto in vita solo dal "patto" tra la madre e Mikhail.

Dalla porta entrarono tre serve, le damigelle (scelte con cura da Polina) e  la stessa Polina con in mano il velo da porre sul dolce viso della figlia

"Adorata Sveta, sei stupenda, oggi la mia bambina diverrà finalmente una donna"

Seguirono altri elogi dalle serve che apprezzavano la sua bellezza e dalle damigelle che fingevano poiché invidiose del suo aspetto e del matrimonio che avrebbero voluto avere anche loro (non mancarono alcuni "dispetti" del tipo porre le loro scarpe sul bordo dell'abito nell'intento di macchiarlo) al piano terra v'era tutta la famiglia riunita che aspettava di vedere la fanciulla per donargli i loro auguri, tra i vari gradini Sveta sussurrò alla madre

"Non vi perdonerò mai"

"Suvvia figlia mia, con il tempo mi ringrazierei per lo status che ora riceverei con questo matrimonio"

Sveta costrinse le sue labbra a formare un sorriso da donare a tutti coloro che gli si avvicinavano, cercando di mostrare la "gioia" per questo lieto evento, rimase sconcertata nel non trovare nell'intera casa suo fratello, chiese a tutti i presenti se lo avessero visto ma nessuno le seppe dare una risposta, in cuor suo già sapeva il motivo della sua assenza

"Madre, dove è andato Pavel?"

"Ah si, tuo fratello aveva delle urgenti commissioni da sbrigare in città, tornerà stasera"

Ora aveva la piena certezza che Polina l'aveva allontanato per impedire di fare qualche scenata durante la cerimonia, quando arrivò Mikhail il tempo sembrò fermarsi, voleva fuggire via il più lontano possibile da un futuro così oscuro e angosciante mai i suoi piedi non si mossero di un millimetro, a bassa voce Sveta disse

"È la fine"

Un'ora prima....

Ho promesso a Sveta che non l'avrei abbonata e così sarà, dopo quel bacio la tristezza che aveva i su quegli occhi come a un tratto sparì, le dissi che l'avrei incontrata il giorno dopo, all'alba mi diressi alla tenuta ove vi trovai alcuni gendarmi che controllavano chi entrasse, pensai di eludere la sorveglianza scavalcando il piccolo muretto che s'affacciava sulla casa, incominciai ad arrampicarmi fin quando una mano non mi fece cadere al suolo
"Cosa volevi fare?" Dissero due gendarmi

"Io, nulla"

"Non mentire, t'abbiamo visto che volevi intrufolarti per rubare"

"Lasciatemi, non sono un ladro"

"Vanja vai a chiamare gli altri, lo portiamo dalla proprietaria della tenuta, se ne occuperà lei"

Lo trascinarono nel cortile dove lo malmenarono per divertirsi (essendo un "ladro" meritava di essere punito anche a livello fisico)
"Ora basta"

"Ci perdoni, lo stavamo portando da Polina Sergeevna per decidere cosa il suo fato"

"Cosa ha fatto?"

"Stava cercando di entrare nella tenuta senza un permesso"

"Lasciatelo a me, la signora è occupata con mia moglie"

"Moglie?" Pensò Alyosha anche se era stordito dalle percosse udì benissimo quella parola, "ma chi era costui?" Si domandò, alzando la testa non lo vide bene poiché aveva il sole negli occhi

"Lei è la mia fidanzata, non vostra moglie"

"Come può una ragazza così bella mettersi con un campagnolo come te, egli è mia"

"State farneticando, voi non siete nessuno per lei"

L'uomo allora si abbassò così da vedere in faccia quel "bifolco" lo prese per i capelli e gli disse

"Ragazzo, io sono il Vice Governatore Mihkail Viktorovič Gorducenko, tu sei solo feccia"

"Signore allora cosa ne dobbiamo fare di questo, lo arrestiamo?"

"No, oggi è il mio matrimonio quindi voglio essere magnanimo, lasciatelo andare"

Alyosha gli sputò in faccia dimostrando tutto il suo "apprezzamento" per il suo gesto magnanimo

"Figlio di puttana, ringrazia Dio che oggi sono impegnato se no saresti già morto, rammenta se ti vedo ancora girare qui in torno o provi a contattare mia moglie, giuro che ti uccido con le mie stesse mani"

"Portatelo via, ma prima di gettarlo in mezzo alla strada, dategli un'altra ripassata"

Così fu, le guardie non ebbero pietà del ragazzo riducendolo quasi in fin di vita (fu un miracolo che non gli ruppero nessun osso, tranne il naso quello venne fratturato in più parti), lo presero per le braccia è lo gettarono in mezzo alla strada intimandogli di non farsi più rivedere, a stento si rialzò convinto più che mai di dover impedire il matrimonio a tutti i costi, ma anche questa volta fu fermato non da un guardia ma da un suo amico che gli disse

"Lascia stare, ho un'idea migliore"

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