44: L'imboscata

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Il viaggio non fu uno dei più sereni, Sveta provò a riposare tra le braccia del suo amato tuttavia non trovò quiete neanche nel sonno, sognò la madre che in preda alla disperazione di aver perso la figlia si suicidava tagliandosi le vene, lasciandosi morire sul letto della figlia, tra le sue labbra si udi il nome "Sveta" prima che esse si chiedessero per sempre.
Sveta si risvegliò in preda alla paura, Alyosha che era seduto al suo fianco cercò di farle fare dei lenti respiri per farla riprendere

"È stato solo un brutto sogno"

"No, era tutto reale" continuava a gridare la giovane fissando il finestrino in cerca di un qualcuno o un qualcosa che non v'era traccia, Alexey preoccupato fece fermare la carrozza cercando l'aiuto di Pasha per far riprendere la ragazza

"Cosa sta succedendo?"

"Ha avuto un incubo"

"È tu ci fai fermare per un sogno, lo sai che entro stanotte dobbiamo stare a Odessa?"

"Non possiamo andarcene con Sveta in queste condizioni, guardala è spaventata a morte"

Pavel ci pensò per qualche secondo, presero la decisione di nascondere la carrozza in un fienile che avevan visto alcuni chilometri prima, sperando che l'agitazione della sorella fosse solo passeggera si mise l'animo in pace, si mise al suo fianco per tranquillizzarla

"Pasha abbiamo fatto un errore"

"A cosa ti riferisci?"

"Alla fuga, non dovevamo scappare via"

"Sveta sei ancora scossa da quel sogno, se fossimo rimasti li saremmo stati divisi per sempre, è questo ciò che vuoi?"

"No, ma ho un peso dentro di me che non riesco a togliere"

"Quale peso?"

"Quello di aver potuto salutare nostra madre per l'ultima volta"

"Non importa, ora dobbiamo pensare alla fuga"

Verso l'alba si rimisero in cammino verso il porto, Pasha rimase in silenzio per tutto il viaggio, eliminò dalla sua mente il pensiero di aver fatto una stupidaggine nel fermarsi per la notte, il suo contatto era un certo Yuri, un venditore ambulante che vendeva biglietti contraffatti per far fuggire chiunque avesse problemi con la legge, con i creditori o dalle proprie moglie furiose di esser state tradite.
Alle cinque del pomeriggio arrivarono nella periferia di Odessa, tutto sembrò essere fin troppo calmo, non c'erano gendarmi che effettuavano le solite ronde in cerca di ubriaconi o ipotetici ladri, in prossimità del porto Pasha e Artyom scesero per perlustrare la zona

"La cosa mi puzza"

"Cosa vorresti dire?"

"Hai fatto caso che non c'è nemmeno l'ombra di qualche guardia o di un soldato ?" (alquanto strano visto che il porto è usato dall'esercito e dalla marina imperiale per scopi militari)

"Meglio così, un problema in meno"

Pavel chiese a mendicanti e lavoratori portuali ove si trovasse questo "Yuri" ma nessuno gli seppe dare una risposta adeguata, altri invece dissero di non aver mai sentito quel nome in quella zona, un brivido colse il ragazzo incoraggiando ancor di più la sua paranoia "dove se nascosto?" Ripeté ad Artyom che non seppe cosa dirgli "mi avevano detto che lo avremmo trovato qui", un uomo si avvicinò ai due con in mano delle ceste e con la scusa di consegnarle gli riferì ove si trovasse questo Yuri, stava lavorando sulla nave alle loro spalle, quella che li avrebbe portato via da quel paese.
Euforico per questa notizia corse da Sveta e Alyosha intimandogli di coprirsi il volto affinché nessuno potesse riconoscerli, saliti sull'imbarcazione attesero questo uomo che gli si rivelò come uno straccione è nulla più

"Sei tu che vendi i biglietti per l'estero?"
"Tu chi sei?

"Non ha importanza, ma con me ho il denaro che serve per pagare quei biglietti che hai con te"

"Aspettate qui, vedo in quale cabina posso farvi risiedere"

Passarono alcuni minuti ma di Yuri non c'era traccia, stanco di aspettare Pasha scese nella stiva per cercarlo, lo chiamò più e più volte ma non ebbe nessuna risposta fin quando non lo trovò davanti ad alcune botti con le mani alzate verso l'alto

"Cosa stai facendo?"

"Perdonami, l'ho dovuto fare, hanno minacciato la mia famiglia"

Era troppo tardi, Pasha si trovò circondato da alcuni soldati che s'erano nascosti dentro le cabine, cercò di scappare ma si ritrovò Artyom con una pistola in mano che puntava al suo petto, non ebbe nemmeno il tempo di parlare che un cadde a terra colpito dal calcio di un fucile, quando riaprì gli occhi si trovava sulla banchina, innanzi a se trovò Mikhail che gli sorrideva tenendo per mano una Sveta impassibile, di Alyosha non c'era traccia "già l'avranno ucciso" pensò

"Mai fidarsi degli estranei, soprattutto se questi sono dei morti di fame come Artyom o Yuri, mi hanno riferito ogni tua singola parola, conoscevo il tuo piano fin dall'inizio, e ora la pagherai per questo tuo affronto"

"Figlio di puttana"

Mikhail fece un cenno con la testa ad alcuni soldati li presenti che subito incominciarono a pestare di botte il povero Pasha, Sveta nonostante venne mantenuta da tre uomini si mise davanti ai soldati per impedirgli d'infierire contro il fratello, supplicando il "marito" di risparmiare la vita di Pasha, questa fu un occasione d'oro per Misha (diminutivo di Mikhail) per usò per dimostrare la sua falsa compassione davanti ai suoi uomini e alle persone li accorse per vedere lo "spettacolo".

"Per questa tua azione sconsiderata dovrai fare ciò che io ti ordinerò di fare da oggi fino alla tua morte se vorrai vedere tuo fratello ancora vivo"

Sveta non volle credere a quella parole, preferendo far finta di non aver capito nulla di ciò che gli fu detto, concentrandosi ad aiutare il fratello a rialzarsi, ma Sveta ebbe la piena certezza che la sua vita era giunta al capolinea.

La giovane Svetlana Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora