Ace terminò quel giro, fermandosi nel parcheggio veloce e preciso, stazionando la macchina dopo averla spenta, e si voltò verso Sabo, al suo fianco, con un sorriso spavaldo, il petto gonfio di orgoglio e gli occhi luccicanti per il verdetto.
-Muovi bene lo sterzo.- si complimentò, lui. -E sei fantastico. Altro che pilota di formula uno.- ridacchiò, condividendo una pacca amorevole con il moro intanto che Luffy e Marco aprirono le portiere, il primo entusiasta da urlare al vento mille complimenti che già sapeva di aver detto fin troppe volte durante il viaggio, e il secondo fiero di quella bravura e sicurezza.
-Uh! Ace è un pilota di quello?- domandò curioso, Luffy, saltellando vicino al finestrino e facendo sorridere Ace.
-Perché no?- rise, uscendo dopo aver preso la chiave e scompigliandogli la chioma.
-Ace...- richiamò, Marco, al suo fianco, usando però molto tatto.
-Sì, lo so. Stavo scherzando.- ridacchiò, prendendogli poi la mano e arrossendo un po'. -Piuttosto, mi piacerebbe fare il pompiere.-
-Il pompiere?- ghignò Marco, allettato da quell'idea che volò nella sua mente, forse con altre sfaccettature.
-Sì. Mi renderebbe famoso come voglio, e poi ho il fisico giusto.- si vantò, cacciando la lingua giocoso.
-Wow, non sarebbe male. E hai ragione sul fisico.- nel dire l'ultima parola Marco lo costrinse, con leggerezza, a fare un'inaspettata piroetta su sé stesso nel tirarlo, lasciandolo poi avvicinare al suo petto con un rossore maggiore sulle gote.
-Già, ma ora: andiamo a mangiare!- brandì il pugno in aria, Luffy, correndo poi verso il portone dopo aver superato il muso della macchina con un balzo.
-Vi aspettiamo.- sorrise, Sabo, camminando dietro al minore dopo aver salutato Ace e Marco, il primo troppo rosso di imbarazzo per rispondere, e il secondo che fece un cenno del capo verso di loro.
-O...Okay, no. Perché... Cioè... Ah...- balbettò piano, quasi ragionando più tra sé e sé che con il suo compagno, il quale, ridendo, si chinò il giusto da portare le mani sotto ai suoi glutei, tirandolo poi contro di sé, contro il petto, e guardando il suo volto tenero farsi sempre più imporporato e caldo.
-Dove vorresti portarmi la prossima volta?-
-Ho fame... Comunque, la prossima volta, se non viene Luffy, o anche se viene, andiamo al mare.-
-Come mai?-
-Sarà anche Novembre, ma non significa che dobbiamo tuffarci. E poi l'acqua gelida fa bene, no? E comunque... Mi manca il mare. E non voglio aspettare l'Estate... Insomma, che senso ha aspettare? Voglio andarci, ci vado.-
-Andiamo ora, allora.-
-Uh.- mormorò sorpreso, sgranando gli occhi, inaspettato, verso quelli azzurri.
-Chiediamo anche ai tuoi fratelli, non è un problema. E, se non è un problema, pago tutto io, per tutti.-
-Perfetto. Finiamo di mangiare e partiamo.- decretò, annuendo. -Torneremo domani mattina, in tempo per i tuoi esami, no?-
-Non te ne ho parlato.- mormorò piano da quella rivelazione, stupito di quell'inaspettata sorpresa. -Thatch?-
-In realtà l'ho detto a caso, non so se dovevi fare esami o lezioni.- ammise, ridendo. -Se io ti aiuto a studiare, tu mi aiuti con il fare il pompiere?- pose una condizione, ticchettando con il dito indice contro il pettorale duro dell'altro. -Sexy. Potrei fare il pompiere modello... E potresti farlo anche tu.-
-Magari nel tempo libero. E sì, puoi aiutarmi se non ti annoi.- lo riportò a terra, lasciandogli riprendere la propria mano di nuovo.
-Perfetto, via!- ridacchiò, trascinandoselo dietro e sentendolo correre insieme a lui finché non fu al suo fianco; fermandosi poi quando si ritrovarono davanti al portone e, con la mano libera, aperta sulla superfice, aprì l'entrata, ma si bloccò nel vedere Nami correre dietro ad Usop, in una specie di girotondo; all'apparenza abbastanza furiosa, intanto che Sabo usciva dalla cucina, parlando con Thatch ma vennero entrambi bagnati da due palloncini, tirati dal nasone, e forse Ace comprese perché l'amica fosse tanto irritata, e con i capelli bagnati. Zoro dormiva in mezzo al corridoio, portando Brook che, chiedendo le mutandine, correva verso Robin, con Sanji che cercò di fermarlo prima che lo scheletro inciampasse per finire faccia a terra, ma poco prima di questo afferrò la manica del biondo, facendogli fare la stessa fine, e con Luffy fermo, seduto, sulla ringhiera delle scale, a ridere, con un piatto di pasta in mano che prestò finì, e poi, rivedendo il suo fratellone e arrivandogli davanti gli prese la mano, costringendolo a lasciare quella di Marco per trascinarlo poco lontano sotto lo sguardo curioso e vigile del biondo.
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Renegades.
FanfictionVivere compiendo tanti sacrifici per le persone a cui vuoi bene, senza risparmiarti nemmeno un minuto: queste sono responsabilità che Ace conosce fin troppo bene. Vive cercando di far stare bene il suo caro fratellino, per lui conta solo quello, e...