Erano passati due giorni. Non stava meglio, almeno questo gli ripeteva Chopper, ma a lui sembrava il contrario, e infatti si era tolto ogni fasciatura che gli impediva di muoversi liberamente e, vestendosi come suo solito, si era affrettato a raggiungere la sua postazione di lavoro in tutta tranquillità, o quasi, visto che la renna, nello scoprirlo quando aveva accompagnato Luffy al liceo, lo aveva tormentato come a volerlo portare allo sfinimento, e c'era quasi riuscito con l'aiuto di Nami mentre Robin, suo fratello e gli altri se la ridevano prima di salutarlo ed entrare a scuola.
-Bene, bene. Ace è tornato!- esultò Thatch, abbandonando la postazione da dietro il bancone per correre ad abbracciarlo, non che non lo avesse già fatto da quando era stato costretto a stare a letto, ma era comunque felice di vederlo anche in quel momento, e senza bende per una volta, e infatti gli è lo fece notare come se fosse una notizia inaudita.
Ace se la rise, sfregandosi il capo imbarazzato. Ma in realtà, se si era ripreso così in fretta era stato merito anche del fatto che ogni volta che Akainu era pronto a ferirlo per rabbia o ubriachezza, Luffy, come gli aveva promesso, lo picchiava davvero in modo esagerato; lo aveva fatto stare così in ansia in quei momenti; e infatti, a volte, era Ace che, per calmarlo, cedeva volentieri a una parte dei suoi soldi; così Luffy non era in pericolo. Alla fine era tornato ad avere il credito in rosso: doveva recuperare; e in fretta anche, perché quella sera doveva fare il suo solito incontro con quei tipacci del cavolo, e se non si presentava, o peggio, se non aveva i soldi da dare... non sapeva cosa avrebbero fatto. Ed ecco il motivo principale per il quale era tornato al suo mestiere...
-Grazie Thatch.- ridacchiò imbarazzato, notando poi che era già tutto sistemato.
-Ed è sempre così che ti vogliamo: senza ferite. Mi raccomando.- e nel dirlo, fece una smorfia risentita e preoccupata, con ancora le mani adagiate sopra le sue spalle prima di ravvivarsi subito:
-Comunque! Ho fatto tutto io, così non ti sforzi più del dovuto. E poi, devi dirmi un po' cos'avete fatto tu e Marco, ieri. In questi giorni ti è stato così vicino, proprio come un fidanzatino preoccupato e innamorato!- trillò contento e malizioso, con il suo solito fare mentre raggiunse di nuovo il bancone, sedendosi e posizionando una sedia anche per Ace che lo raggiunse, rosso di imbarazzo.
-O-okay... Beh, prima di tutto: Marco è... Non è il mio fidanzato! E poi abbiamo solo parlato...-
-Già, in macchina, sotto le stelle...- fece con fare languido e romantico, non credendo davvero si fossero limitati solo a quello che diceva il più giovane, e mandando gli occhi al cielo come se ci fosse il cosmo che loro avevano ammirato, in quel soffitto bianco.
-Finiscila!- protestò, serrando i pugni. Che poi, stavano in macchina solo per evitare Akainu, a insaputa di Marco e del diretto interessato stesso. Però, ammetteva che il biondo guidasse bene la sua macchina malconcia, ed era rimasto sorpreso del posto che aveva trovato per parlare, anche se non aveva rinunciato a porgli le solite domande sulle sue ferite e che bellamente ignorava. Per fortuna stava tranquillo con Marco grazie al fatto che Luffy andava a dormiva con i suoi amici, e non stava a casa... Il brutto è che, in quei giorni, poi il biondo lo lasciava per tornare alla sua dimora, e gli restava sempre un vuoto addosso in quei momenti in cui lo accompagnava all'ingresso di casa e lo salutava con un bacio veloce sulla guancia. -Io e Marco ci limitiamo solo a discutere.-
-Sì, certo, certo...-
-Dico davvero.- se ne dispiaceva anche lui, ma almeno si conoscevano un po' di più adesso. -Tu invece non dovresti essere in classe, ora che sono tornato?-
-Mhm... Purtroppo. Ma ricomincio domani.- ridacchiò, ed Ace lo guardò confabulare tra sé e sé sulla sua voglia di studiare che non esisteva prima che tornò a dire: -E se qualcuno entra, tipo l'antipatico Lucci, gli diciamo che non sapevo che tornavi.-
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Renegades.
FanfictionVivere compiendo tanti sacrifici per le persone a cui vuoi bene, senza risparmiarti nemmeno un minuto: queste sono responsabilità che Ace conosce fin troppo bene. Vive cercando di far stare bene il suo caro fratellino, per lui conta solo quello, e...