Un fiore.

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Aveva sistemato ogni cosa, Ace, dopo essere tornato a casa e dopo essersi rimesso i suoi soliti e comodi vestiti; fatto tutto, dal bucato al lavare i piatti e il pavimento, con il triste pensiero in testa che quel Tea non avesse sbagliato del tutto a chiamarlo 'Cenerentola' visto come lavorava per gli altri, però lavare era qualcosa di umile che facevano tutti, e anche molto rispettabile, no? Nel pensarlo cercava solo di incoraggiarsi un po', anche perché aveva appena rubato altra droga da quell'essere che viveva in quella casa, e si sentiva sporco dentro, perché sfruttare in quel modo quella roba era uno scempio disgustoso, e quindi darsi del rispettabile era proprio fuori luogo.

-Ace! Sono a casa!-

Si rialzò da terra a fatica; colpa dei muscoli risentiti dalle percorse di suo 'padre', soprattutto per essersi sforzato a mettere tutto in ordine; e ascoltò il tintinnare della sua collana addosso nel rimettersi in piedi, lasciando lì, sul pavimento in legno la spazzola con la quale stava pulendo, sentendo il polpaccio più indolenzito rispetto a quella mattina, con il muscolo e i tendini che tiravano e si irrigidivano, ma cercò di imporsi e di non cadere, principalmente quando Luffy gli crollò sulle spalle, abbracciandolo da dietro; così, Ace, si costrinse a mangiare quel gemito che voleva uscire per quell'ormai quotidiano gesto del minore, con la gamba sinistra, ferita, che sentì crollare per un'istante ma tenne rigida, cosa che fece male come mille aghi che si conficcavano nelle sue carni, all'interno del polpaccio, raggiungendo i nervi e mandando una scossa di dolore a tutto il corpo che avrebbe fatto impazzire chiunque, ma non Ace, e non davanti a suo fratello.

-Ehi, tutto bene?- la voce gli uscì un po' tremolante, e per quello si dannò, ma Luffy non sembrò accorgersene, parlando della sua giornata, divertente perché avevano fatto educazione fisica per due ore, o qualcosa di simile; il suo fratellino parlava troppo a raffica, accavallando le parole tra di loro, ed era complicato capirle, o forse erano le sue orecchie che non attutivano completamente quei suoni. -Sono felice per te.- gli sorrise, voltando il capo per inquadrare gli occhi del fratello, un po' infastidito di quella posa, con Luffy ancora attaccato contro la sua schiena.

-Ho fame.- brontolò poco dopo, con il muso mogio, senza più la sua felicità ma con i brontolii dello stomaco che invadevano la stanza. -Andiamo da Sanji?-

-No, davvero... Oggi ho voglia di riposare un po', me lo concedi?-

-Ma... non hai fame? Non hai fatto nemmeno colazione.- protestò lui, mettendo un broncio adorabile, a cui era impossibile dire di no.

-Ehi.- ribadì il lentigginoso. -Chi è il maggiore qui? Io. E quindi, se non ho fame, fammi non mangiare.-

-No! Io voglio andare con te! Dai, sarà divertente.- scattò, scendendo dalle sue spalle; e gli fu infinitamente grato per quello Ace, ignorando però quelle parole, che erano sempre le stesse ogni volta che si azzardava a rifiutare il suo invito. -Puoi anche non mangiare, però vieni.-

-Oh, e va bene!- ringhiò, stanco anche se costrinse la sua voce ad essere scherzosa mentre si avviò verso l'ingresso dopo aver sistemato il pavimento dagli ultimi residui di schiuma, e dopo aver posato la spazzola.

In effetti, la fame si faceva sentire, elaborò Ace; e per fortuna doveva raggiungere il ristorante del padre di Sanji in macchina, e non a piedi; poteva riposarsi anche lì, rifletté, volendo accontentare per davvero il suo fratellino.



Arrivati, per lo più dormì e mangiò, partecipando solo poco al loro divertimento, però approfittò di quella situazione in cui era stato coinvolto per chiedere al caro dottor Chopper se avesse potuto visitarlo; lui acconsentì subito, e andarono in bagno. E la gamba adesso, anche se non era guarita del tutto, la sentiva comunque meglio e più rilassata rispetto a prima, bendata e medicata; la renna gli aveva suggerito di riposare, così si limitò a starsene seduto sulla sedia in uno dei tanti tavoli, parlando con Zoro e facendosi qualche bevuta insieme, e raccontandogli un po' della sua giornata al lavoro, omettendo di argomentare sulla sua cotta su Marco, mentre lo spadaccino gli raccontava la propria, e Sanji affermò, al posto del marimo, che si fosse perso dieci volte solo per andare in classe, e questo scaturì l'ira dello spadaccino, che attaccò il compare con fare irruente.

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