Respirò dalle narici a pieni polmoni, sentendoli riempirsi per poi svuotarsi l'istante dopo, socchiudendo gli occhi verso il soffitto e ringraziando il cielo che Luffy non si fosse fatto vivo con la sua voce, ma poi aggrottò le sopracciglia, chiedendosi il perché la sveglia non avesse suonato quel giorno con il solito baccano, dato che, se non ricordava male, era giovedì; per poi voltarsi su un lato con un dubbio che gli immobilizzò il cuore, quasi trapassandolo, ma sentendosi più sollevato nel vedere il petto nudo di Marco che riposava piano. Che bello, sorrise entusiasta. E la cosa meravigliosa era che, si sentiva davvero leggero e sereno, anche se le guance, le percepiva un po' rigide e secche, come se le lacrime, asciugandosi, si fossero indurite insieme alla pelle, come prosciugato; forse aveva pianto troppo... A ripensarci, un po' se ne vergognava. Anche più di un po'.
-Avevo chiuso la porta, rammenti?- sussurrò pacato, felice anche che il moro avesse il sonno pesante dato la botta che Luffy aveva dato alla porta, nel gettarsi su di essa di botto e finendo, di sicuro, disteso a terra prima di capire che fosse chiusa a chiave; lo aveva sentito chiaramente il tonfo di lui che crollava e si lagnava contro il fratello di farlo entrare, mettendosi a bussare con foga, svegliando lui però, e allora gli aveva assicurato che andava tutto bene ma che Ace era molto stanco, quindi poi era andato via. -Buongiorno. Almeno non siamo stati destati in modo brusco.-
-Ah!- si lagnò al pensiero che subito si conficcò dentro la mente con furia. -Il lavoro...- mugugnò, ascoltando la risata di Marco che, all'inizio si era fatto scettico, temendo di aver detto qualcosa di sbagliato mentre lo vide affrettarsi a rannicchiarsi contro i suoi pettorali.
-Non ci vuoi andare?- domandò l'altro, sorridendo.
-Ci vado, ci vado. Poi tu mi vieni a trovare?- sbadigliò, borbottando. Beh, magari Luffy sarebbe stato con lui... Anzi, ne era certo dato che Nami avrebbe voluto sapere ogni cosa, e figurarsi se gli altri avrebbero preferito scuola invece che altra festa!
-Sì. Anche perché, poi, tu vuoi andare...- si fermò, non sapendo quanto tatto usare per evitare danni, o tristezze, Marco.
-Mhm... Akainu. Sì, gli devo parlare. Tu resti ad aspettarmi fuori.- sussurrò l'ultima frase, non volendo che si offendesse o ribattesse ma era meglio così, si disse, non volendo che si sorbisse ciò che doveva affrontare.
-Va bene, ma sarò pronto a intervenire nel caso succeda qualcosa di grave. Ricorda che, per ogni cosa, sarò ad attenderti fuori.- spiegò serio, osservandolo con un sorriso. -Chiamami e sarò lì.- si chinò all'altezza delle sue labbra, languido prima di premerle contro le proprie.
-Grazie.- farfugliò, ridacchiando prima di scostare le coperte e indietreggiare le gambe verso il bordo, tenendogli la mano. -S... S-significa m-molto p-per m-m-m-me... T-ti amo.- balbettò, allungandosi per far combaciare la bocca con la sua, per poi scendere e stiracchiare le braccia verso il cielo intanto che gli diede le spalle, e presto venne avvolto sui fianchi dalle mani del biondo che lo costrinse a indietreggiare e a rimanere stretto a lui, entrambi in piedi e vicini.
-Uh, che bello.- gli sfuggì, ridacchiando prima di adagiare il capo contro il collo del biondo, osservandogli il mento. -Che bel risveglio.-
-Vero?- ghignò, chinandosi a baciargli ancora una volta quelle labbra succose, e sfiorandogli, con le dita, il volto tiepido e liscio.
-Mhm... Ma tu, eri sveglio già da prima?- volle chiedere, ampliando poi la bocca e sbadigliando dopo che si fu staccato da lui.
-Già. E poi è arrivato anche Luffy: ha bussato senza tregua almeno un miliardo di volte ma appena gli ho detto che avevamo bisogno di dormire è andato via, anche se, tu, non ti sei smosso per tutto il baccano.-
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Renegades.
Fiksi PenggemarVivere compiendo tanti sacrifici per le persone a cui vuoi bene, senza risparmiarti nemmeno un minuto: queste sono responsabilità che Ace conosce fin troppo bene. Vive cercando di far stare bene il suo caro fratellino, per lui conta solo quello, e...