Il giorno dopo mi annoio tantissimo. Il telefono arriva quasi subito al 10% e non so davvero che fare. Mia madre mi ha anche lasciato sul comodino alcuni libri di scuola perché pensa che almeno posso approfittarne per ripassare un po'. Non nascondo che ci ho provato, ma non riesco a concentrarmi perché la caviglia mi da fastidio e perché mi dispiace aver litigato con Alessia. A un certo punto, scorro la lista dei contatti sulla rubrica e mi fermo su quello di Daniele Borrali. Sono presa da una forte indecisione: devo farlo o no? Sono anche disposta ad ammettere davanti ad Alessia che mi sbagliavo, ma non a mettermi in imbarazzo davanti ai miei compagni. I miei compagni. Ripenso a come mi hanno difesa davanti a Stefano. Forse non sono io che devo vergognarmi, ma lui. E se lo meriterebbe pure: per colpa sua sono bloccata qui e non posso nemmeno intervenire contro Francesco, che è un argomento la cui importanza va oltre la mia caviglia o le prese in giro della mia classe. O l'arroganza di Stefano. Questo voleva dire Alessia: non avere paura di difenderti se sai di essere nel giusto. Me l'aveva detto anche quando era iniziata la storia della sfida alla gara di corsa. Aveva detto che bisogna mettersi in gioco se sappiamo di avere le capacità, che in questo caso diventano le ragioni, per farcela. Senza esitare ancora, premo il tasto con la cornetta verde.
-Pronto? Oh, Irene. Come va?-
-Ciao...In realtà male. Sono a casa a letto.-
-Hai la febbre?-
-No, è la caviglia. Non posso muoverla.-
-È per colpa della caduta dell'altro giorno?-
-Sì. Cioè, io poi l'ho un po' sforzata, ma è partito tutto da lì.-
-È rotta?-
-No, è solo slogata. Ma ti ho chiamato per chiederti un'altra cosa: hai ancora il video dove si vede Stefano che mi fa lo sgambetto?-
-Sì, certo. Vuoi che lo mostri al prof.?-
Prendo un bel respiro.
-Sì. Grazie. Credo sia giusto. Non voglio mica...Non lo so, vendicarmi, ma...Credo che il prof. dovrebbe saperlo.-
-Credo che tu creda bene. Quando torni, così ci sei anche tu quando glielo faccio vedere?-
-Lunedì.-
-Bene. Allora a lunedì. E auguri per la caviglia.-
-Grazie. A lunedì. Ciao.-
-Ciao.-
Conclude lui, e attacca. L'ho fatto davvero. Non so quali saranno le conseguenze, né se ci saranno, ma sento di aver fatto bene.
Continuo ad annoiarmi finché non arriva l'ora di pranzo. Mia madre ha fatto la pasta al sugo e me la porta al letto. Nonostante qualche complicazione, riesco a mettermi seduta e ho appena messo in bocca la prima forchettata quando sento una voce venire dall'ingresso.
-Sono a casa!-
La pasta mi si blocca in gola. Sento la conversazione tra Alessia e sua madre.
-Cosa c'è per pranzo mamma? Oh, la pasta al sugo. Mi lavo le mani e arrivo.-
-Vuoi andare a salutare Irene prima?-
Alessia non risponde subito. Giurerei che ci sta pensando.
-No, io...Non vorrei disturbarla. E poi ho molta fame, perciò vorrei mangiare subito.-
-Ok, come vuoi. Allora te la metto nel piatto. Vieni prima che si freddi!-
-Si, eccomi!-
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Girl swim power
General FictionL'acqua è un elemento fondamentale, che ci culla e ci protegge da miliardi di anni. Dentro l'acqua, tutto diventa surreale, rilassante, sognante. Lo sa bene Irene, quindicenne dal carattere forte, che nelle vasche del centro sportivo affoga nuotando...