"Sono stata una completa idiota."
Pensiero fisso.
L'unica cosa che passa nella mia mente da quando sono scappata via correndo dal centro sportivo.
Continuo a ripetermi quella frase, mentre guardo fuori dal finestrino del treno.
Il mio telefono vibra. Ancora.
Le chiamate perse ammontano a venti. Alessia deve aver battuto una sorta di record.
L'ho lasciata lì, insieme ad Anna, a gridarmi dietro. Ora che aveva bisogno di me, ora che la sua famiglia si stava rompendo in pezzi come un puzzle.
"Ma che altro potevi fare? Ha tradito la tua fiducia"
Una nuova frase si affaccia nella mia mente, interrompendo il precedente loop.
In ogni caso, sono stata definitivamente un'idiota.
Mi sono fidata di una ragazza che conoscevo fondamentalmente da poco rivelandole il mio più grande segreto, e lei l'ha spifferato. È successo tutto così in fretta e inaspettatamente. Lo so che lei credeva di essere nel giusto, e in realtà che lo sappia una persona in più non è un problema. Ma è proprio il fatto che non abbia pensato che avrei potuto non essere d'accordo, che non mi andasse bene che spifferasse tutto, che mi manda in bestia.
Il treno si ferma. La voce dagli altoparlanti annuncia il nome della fermata.
La prossima è la mia.
Dopo essere uscita dal centro sportivo, sono corsa lungo la strada che da verso la fermata. Mentre correvo, ho pianto. Davvero tanto. Ero completamente in confusione e non sapevo cosa fare, così ho optato per la prima opzione che mi è venuta in mente. Ho preso l'auto che stava arrivando e sono arrivata a Torre Fumara, dove c'è un piccolo parco. Mi sono seduta su una panchina e ho preso il cellulare, su "muto" già da tempo, per vedere se anche Anna mi stava cercando. No. Solo Alessia. Ho pensato che forse anche lei era scappata per cercarmi.
Ho guardato la fotocopia che avevo tra le mani. Dovevamo darla a Alessandra martedì, così l'avrebbe portata al direttore e Francesco sarebbe stato costretto a farci iscrivere alle gare. La nostra missione da mesi ormai.
"Forse mi sono davvero infilata in una situazione più grande di me. Sono stata un'idiota."
Mi sono detta.
Poi ho preso un respiro profondo, ho chiuso gli occhi, e ho cercato di trovare una soluzione alternativa al tornare a casa. Sì, era folle, ma non potevo andarci. Lì la situazione era insostenibile e non mi avrebbe certo aiutata.
Per fortuna, almeno in quel momento, il destino mi ha aiutata.
Subito dopo, infatti, ho colto per caso la conversazione tra due ragazze che dicevano che stavano per perdere il treno. A Torre Fumara c'è effettivamente una stazione. Ora, il treno di cui parlavano le ragazze, che a quanto pare era in procinto di partire, stando a ciò che dicevano si fermava anche nel quartiere dove vive mio padre.
"Può andare peggio di così, anche se fosse?"
Mi sono detta.
E, pregando di non incontrare il controllore, ho seguito le ragazze e sono salita sul treno per raggiungere mio padre.
In quel momento, viene annunciato il nome della mia fermata.
Castellitano.
Mai capito perché questo posto si chiamasse così, dato che non ci sono castelli nei paraggi.
Scendo dal treno e una folata di vento mi tira in faccia un sacco di polvere.
"Bentornata."
Mi dico.
Nonostante sia passato un bel po', ricordo ancora la strada.
Vivevo qui con i miei zii e i miei genitori, prima che loro si separassero. Poi i miei zii se ne sono andati a vivere a Borgoforte, e io e mia madre siamo andate a vivere con loro, mentre mio padre è rimasto a Castellitano. Quello che è successo dopo che i miei zii si sono nuovamente trasferiti lo sapete già.
Passo vicino al parco dove mi portavano da piccola a giocare, sempre uguale a se stesso con le altalene dalla vernice scorticata e lo scivolo traballante.
Girato l'angolo, mi ritrovo a passare davanti alla mia scuola elementare.
Mi fermo.
Quanti ricordi che tornano alla mente...
Riprendo a camminare e, una decina di minuti dopo, arrivo a casa di mio padre.
Nulla è cambiato dall'ultima volta.
Citofono.
-Chi è?-
Chiede la voce dall'altra parte.
-Papà, sono Irene.-
-Come?-
Mio padre è più che stupito. Mi aspettavo una reazione del genere.
-Sono Irene.-
Ripeto.
-Ma...Entra...-
Mio padre apre il cancelletto e io entro.
Do un occhiata all'orologio nell'ingresso. Sono quasi le sette di sera.
-Irene...-
Dice lui appena mi vede.
Poi, senza dire una parola, ci abbracciamo e restiamo immobili per alcuni secondi.
-Vuoi dirmi perché sei venuta fin qui da sola?-
Ovviamente non posso dire tutto.
Per quanto voglia bene a papà, non può sapere del nuoto segreto.
-Una mia amica ha...Pesantemente tradito la mia fiducia. E a casa la situazione è brutta. Ho avuto una specie di attacco di panico, credo, e sono scappata. Poi ho capito che ero vicina alla stazione e stava partendo un treno per venire qui e...L'ho preso. Nessuno lo sa.-
-Ma come nessuno lo sa...Ma avverti tua madre...-
-Le puoi parlare tu?-
Sembro una bambina che chiede al papà di fare qualcosa per lei perché lei ha paura.
-Certo.-
Mio padre è così. Non chiede spiegazioni. Non fa obiezioni. Ti auta e basta.
Dopo un po' che è al telefono, mi dice.
-Tua madre stranamente non è arrabbiata, si è presa troppa paura persino per esserlo. Però dice che una certa Alessia vorrebbe parlarti.-
Sbianco.
Non voglio parlare con Alessia.
Forse la mia reazione è stata esagerata, ma lei ha tradito la mia fiducia.
-Dille che non voglio parlarci.-
-Non vuole parlarci...-
Quando mio padre attacca, mi chiede se la ragazza con cui ho litigato sia questa Alessia.
-Sì. È la figlia dei nuovi coinquilini.-
Spiego.
-Non è un bel periodo per lei. Ma ora...Non me la sento di affrontarla-
-Ho capito. Vuoi cenare?-
-No. Vado a riposare. Grazie lo stesso.-
-Prego. Però domani penso che dovrai tornare a casa.-
Non rispondo.
Sinceramente, non ne sono così convinta.
Più tardi, quando sono sdraiata nel letto della mia vecchia camera da più di un'ora, mi arriva un messaggio.
È Alessia.
Ale💙: Per favore, lo so che ho sbagliato, ma torna a fidarti di me. Torna a casa.
Non rispondo.
Ma lo ammetto: sento la mancanza di un'amica.Ciaoooo! Oggi sono stata puntuale, visto?😂
Ho provato a fare il capitolo leggermente più lungo dell'ultima volta, spero vi piaccia. Alla prossima!❤️
16_writer💙
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Girl swim power
General FictionL'acqua è un elemento fondamentale, che ci culla e ci protegge da miliardi di anni. Dentro l'acqua, tutto diventa surreale, rilassante, sognante. Lo sa bene Irene, quindicenne dal carattere forte, che nelle vasche del centro sportivo affoga nuotando...