Capitolo 29: Occhi azzurri e color cioccolata

6 0 0
                                    

-Ireeee!-
Alessia mi sventola una mano davanti alla faccia.
-Ci sei? Mi stavi dicendo che è dove hai incontrato Cenerentolo...Ma che stai guardando?!-
Seguendo il mio sguardo, incrocia anche lei gli occhi del ragazzo.
-Beh, però, mica male.-
Commenta in modo malizioso, palesemente ostentato.
-Anche il misterioso chico del bus ce li aveva così?-
-C-chico del bus?-
Ripeto osservandola e aggrottando le sopracciglia.
-Cosa fate l'ultimo giorno di scuola al turistico? Vi ubriacate?-
-Ma che! Dai, scherzavo. Comunque non mi hai risposto: erano così belli o di più?-
-Ale, sei intelligente. Arrivaci.-
La mia amica sembra confusa, poi sento i pezzi del puzzle incastrarsi nella sua mente e fare "clack".
-No.-
Dice.
-NO!-
-Non urlare!-
Alessia fa un sorriso gigante.
-Non dirmi che è lui! Anzi dimmelo! Ti prego Ire, dimmi che è lui!-
-Certo che è lui, scema! Questa è la parte disagevole!-
-Io la chiamo "divertente"! Che aspetti? Va a parlarci!-
-Ma sei matta?! Non ho intenzione di fare più di una pessima figura con un solo sconosciuto!-
-Se ti presenti non sarà più uno sconosciuto! Eddai!-
-No!-
-Perfavore!-
-Ho detto di no! Se ci tieni tanto vacci tu!-
-Mi vergogno da sola...-
-Io mi vergogno in tua compagnia...-
Borbotto.
-Ehi!-
Alessia mi colpisce con l'accappatoio.
-Ok, me lo sono meritato. Ma non ci vado lo stesso.-
Ribadisco.
-Resterà un mistero...-
-Pazienza.-
Non riuscirà a farmi cambiare idea.
Passano solo pochi minuti, che il Destino in persona mi appare davanti, si scrocchia le dita ed esclama:
-Diamo inizio alle danze!-
Poi si dilegua, e indovinate chi c'è dietro di lui?
-Ciao! Per caso una di voi due è Irene Fossi?-
Il misterioso ragazzo dell'autobus è appena venuto da noi, ci ha salutato e, ma tu guarda un po', sta cercando me. O meglio... Quasi me.
-Sto per morire...Irene Fossi...-
Alessia nel sentire la buffa storpiatura del mio nome scoppia a ridere.
Il ragazzo aggrotta le sopracciglia confuso e la guarda.
-Si sente bene?-
Eccola qui, la figura da rifiuto biologico umano.
-Sì, è che...Sarebbe "Dossi". Comunque sono io.-
Rispondo imbarazzata.
-Oh! Mi dispiace!-
Esclama lui mortificato.
-Ma che, non preoccuparti.-
Mi affretto a tranquillizzarlo.
Lui sorride. Sono grata che non mi abbia ancora riconosciuta. Poi però a un certo punto, quasi mi abbia letto nella mente, assottiglia gli occhi e mi fissa con più attenzione.
"Era troppo bello per essere vero."
Penso.
-Aspetta un attimo...Ma io ti conosco...-
Servirebbe a qualcosa negare ora?
-Ehm, sì, può darsi...-
Mi gratto la nuca sempre più in imbarazzo. Ma quando inizia la lezione?!
-Sei la ragazza dell'autobus!-
Si illumina.
-Già...Piacere.-
Il ragazzo ridacchia. Ma non in modo denigratorio, solo divertito.
-Tranquilla...Non c'è nulla di male nell'avere sonno.-
Dice.
Sorrido anche io, leggermente sollevata.
-D'accordo...Grazie comunque per avermi svegliata.-
-Figurati!-
-Ma come mai mi cercavi?-
Gli ricordo.
-Oh, nulla, è solo che so che sei il capitano della squadra femminile e volevo conoscerti, dato che io sono il capitano di quella maschile di Ponte Pisani. Ah, quasi dimenticavo: io sono Francesco. Però l'altro Francesco, l'allenatore, ha questa buffa abitudine di chiamarmi per cognome come un prof...Dice che chiamarsi "da solo" gli fa strano. Quindi se senti "Maschili" sono sempre io.
Se esistesse una parola per indicare cosa sto provando la userei. Ma per quanto mi sforzi, non riesco a trovarla. Sbigottita, forse. Esterrefatta. Scioccata. Sorpresa. Non lo so.
-F-Francsco Maschili?-
Ripeto, confondendo il mio interlocutore.
-Sì, perché?-
-Ehm, no, niente, avevo capito un'altra cosa..-
Mi affretto a inventare.
-Avevo capito "Meschini", che era il cognome di un mio prof...-
Lui se la beve e ride.
-Ahaha, no tranquilla, non ti metterò voti!-
Rido anche io.
Sembra proprio simpatico questo "Cenerentolo".
L'unica cosa è...Quante probabilità c'erano che si chiamasse così?
Nuoto in fretta, perdendomi nei pensieri come sempre, lasciando che l'acqua li lavi via.
Butto uno sguardo al ragazzo ogni tanto, e mi stupisco di quanto la sua tecnica sia... Perfetta. Il taglio della mano fende perfettamente la superficie quando nuota a dorso, e la bracciata che fa quando nuota a delfino è armoniosa, non sembra lo spasmo di una balena ferita a morte come quella che faccio io. Sì. La bracciata non la so fare. E in generale la mia tecnica non è così pulita, sono più brava a puntare sulla velocità, specialmente quando mi alleno. Quando gareggio, beh, faccio uno sforzo.
Francesco, l'allenatore, si dedica spesso all'altro Francesco, nel senso che gli da parecchi consigli. In generale, sembra avere molto a cuore questa squadra di Ponte Pisani, tanto da dimenticarsi quasi della nostra squadra maschile. E di noi ragazze non gli è mai importato, quindi. Fa molto strano vedere come cambia comportamento nelle varie situazioni. L'accostamento stona: due facce di una medaglia fatta male.
Più tardi, nello spogliatoio, mentre si friziona i capelli, Alessia mi chiede:
-Ma quindi...Prima non stavo sentendo...-
-Certo, eri troppo impegnata a ridere.-
Ribatto.
-Uffaaa, non mi interrompere!-
Si lamenta lei.
Alzo gli occhi al cielo.
-Dai, continua. Cosa vuoi sapere?-
-Hai scoperto il nome di Cenerentolo?-
Un largo sorriso mi compare sulla faccia. Aspettavo solo questa domanda, in realtà.
-Beh... Sì.-
La mia amica sgrana gli occhi.
-Davvero?! E perché non me l'hai detto subito?!-
-Perchè tu non me l'hai chiesto.-
La punzecchio.
Alessia fa un verso scocciato che mi provoca una risata.
-E ridi pure! Secondo te c'è bisogno di chiederle, queste cose? Se una persona cadesse dalle scale, tu andresti ad aiutarla o aspetteresti che te lo chiede?-
-Dipende.-
-Da cosa?-
-Da se quella persona si arrabbia quanto te o no.-
Ricevo un accappatoio in faccia. Stessa scena di prima. E stessa mia risposta.
-Meritato.-
Ghigno.
-Direi! Sono già due volte oggi...Vedi che puoi fare!-
-Ma lo vuoi sapere o no questo nome?-
-Oddio, sì! Sì Irene!-
-Allora te lo dico! Non ci crederai mai...-
Mi avvicino di più e abbasso la voce, che non si sa mai.
-Quel ragazzo si chiama Francesco...-
-Ok, e? Esistono tanti Francesco.-
Obbietta Ale.
-Sì ma..-continuo-...Lui si chiama...-
Creo la suspence, lasciando la frase a metà per qualche secondo.
Forse troppi secondi.
-DIMMELOOOO!!-
Alessia esplode, lasciandomi interdetta e pure un po' intimorita.
-Maschili.-
Bisbiglio.
-Si chiama Francesco Maschili.-
La mia amica sgrana gli occhi fino ad assumere le sembianze di Mortino, il piccolo lemure di Madagascar.
-Stai scherzando.-
-No!-
Esclamo.
-Dai Ire, sii seria.-
Insiste lei.
-Ti dico che lo sono!-
Ribatto con fermezza.
-Ma sei certa di aver sentito bene?-
-Oddio Ale, sì! Ti assicuro che si chiama così!-
-Francsco Maschili..Ma quante probabilità c'erano...-
-È quello che continuo a chiedermi anch'io da ore.-
E in effetti, più penso a questa cosa, più mi viene in mente una sorta di epica congiunzione astrale tra i pianeti. O l'assenza senza preavviso di entrambi i prof. che devono interrogarti nello stesso giorno. O la carta igienica in tutti i bagni della scuola. Sì, insomma, cose altamente improbabili.
Eppure.
Torniamo a casa con l'auto, il sole ancora abbastanza alto nonostante siano le sette passate.
Mentre camminiamo per l'ultimo pezzo di strada, Alessia si ferma in mezzo a un raggio di luce che inizia a farsi aranciato e si infrange sull'asfalto, allarga le braccia e chiude gli occhi. Poi sorride.
-Che fai?-
Chiedo divertita.
-Mi beo dell'estate.-
-Ah, certo. E hai in programma di farti investire?-
-Lo sento se arriva una macchina. Ci credi che la scuola è finita?-
-Per me sarà davvero finita all'arrivo delle pagelle.-
Ale sì volta verso di me.
-Oddio...Scusa.-
Dice solo.
In qualche modo, invece, quella dispiaciuta mi sento io, per aver smorzato così il suo entusiasmo.
-Tranquilla. Effettivamente sì, è incredibile. Sono stati mesi assurdi.-
-Già! Il nostro incontro, Francesco, il tuo incidente...-
Omette la parte che riguarda i suoi, ed è più che comprensibile. Penso però che tra poco lo accetterà.
-Questo mi ricorda una cosa...Devo occuparmi della faccenda di Stella.-
-Oddio, vero... Quando lo farai?-
-Andró a controllare domattina, e se non li trovo domani pomeriggio e così via. Prima o poi si rifaranno vivi.-
-Ne sei certa? E se ha ragione Stefano e smettono con l'inizio delle vacanze?-
-Vorrà dire che il problema si sarà auto-risolto.-
Dico.
Poi riprendiamo la strada verso casa.
Più tardi, seduta sul letto, mi metto a pensare a che cosa potrei effettivamente inventarmi se mi trovassi faccia a faccia con quei bulli. Non posso certo sbucare dal nulla e picchiarli, anche se sarebbe la soluzione più veloce. Forse dovrei solo fingere di aver assistito alla scena per caso per poi vedere come evolve la situazione. Mentre rifletto, la mia mente fa un salto tra un pensiero e l'altro e va a pescare Annana in uno dei cassetti della memoria. Getto uno sguardo al telefono abbandonato sul cuscino.
"Forse dovrei chiamarla e risolvere al più presto."
Mi dico. Poi mi ricredo.
"Ma no, devo parlarle di persona. Devo guardarla in faccia."
Ho sempre pensato che gli occhi delle persone parlassero in qualche modo. Gli occhi sanno comunicare un sacco di cose, sanno ridere e piangere...Mh, sì, quando arriverò al terzo filosofia potrebbe piacermi. Con pensieri così.
Siccome questa sera la mia mente ha deciso di seguire uno strano filo di pensieri, mi riporta a un ricordo molto lontano: me e mio padre davanti allo specchio, lui intento a farmi due codini, io a chiacchierare.
-Perchè non ho gli occhi blu?-
Gli avevo chiesto d'un tratto.
-Perchè li hai uguali a me.-
-Ma blu sono più belli.-
-Ma no. Anche i tuoi sono belli...Sono color cioccolata.-
-Ma blu è il mare. Il mare è più bello della cioccolata.-
-Il mare però non puoi mangiarlo.-
-Io voglio gli occhi blu.-
Era un capriccio buffo, tipico di una bambina, e mio padre rise. Io non capii. Perché aveva reagito così? Non era forse seria la questione? Quel giorno feci un disegno di me stessa, e mi disegnai con i famosi occhi blu. Non mi piacque per niente e lo buttai. Mi era bastato poco per convincermi che mio padre avesse ragione. Qualche giorno dopo, un bambino, un classico bulletto, venne da me e mi disse tutto convinto:
-Se avevi gli occhi blu ti sposavo.-
-I miei sono meglio. Sono come la cioccolata. E poi non voglio sposarti.-
Risposi tranquilla.
Quello prese un pastello e scarabocchiò il mio quaderno...Che urto. Un po' devo aver goduto quando l'ho visto nell'angolino della punizione.
Riemergendo dai ricordi, la mia mente torna agli occhi di Francesco un'altra volta.
Francesco Maschili.
Perché se penso a lui ho una strana sensazione?

Ciao a tutti!
Ormai mi sento un po' scema a dirlo...Ma...Ehii...Sono riapparsa di nuovo dopo mesi...Eppure...Ho visto tante stelline nuove, quindi grazie! ♥️Spero che il capitolo vi piacerà! Commenti su Cenerentolo? Fatemi sapere!
Fun fact: Tra un paio di settimane sarà il mio primo "compleanno" qui su wattpad.
Fun fact numero 2: Tra circa tre settimane sarà il mio vero compleanno, compirò 17 anni eppure continuerò a chiamarmi 16_writer. Perché sì, il 16 sta per la mia età.
E dopo tutte queste informazioni che sono certa interessassero a tutti, vi saluto e alla prossima.♥️
16_writer💙

Girl swim powerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora