Il giorno dopo sono di umore nero, anche più del solito. Non saluto nemmeno Marco Rupilli, che di solito è l'unico a cui rivolgo la parola. Lui ci rimane un po' così, ma non gli importa granché in fondo. Evito con cura la faccia di Martina e passo tutto il giorno a fissare il quaderno fingendo di seguire. Il giorno dopo, che è venerdì, per fortuna il pomeriggio ho nuoto. Oggi creano le squadre per le Gare Provinciali tra i vari centri sportivi della città: devono decidere i capitani, e di solito scelgono chi frequenta il nuoto libero, ma per fortuna possono farlo anche quelli che vanno solo al corso mono settimanale. L'anno scorso, per esempio, è stato così. Ma oggi c'è qualcosa che non va anche in piscina. Manca l'insegnante, e sarà il supplente a scegliere. Solo che lui non ci conosce. Spero che l'insegnante gli abbia lasciato delle indicazioni o i nomi di chi aveva selezionato. Però non è solo questo a infastidirmi. Appena arrivo, mi dicono che abbiamo una nuova compagna. E mi basta uno sguardo per capire di chi si tratta. Anche con la cuffia la riconosco.
È Alessia.
-Che ci fai tu qui?!-
La aggredisco subito.
-Niente...Mi piace il nuoto e mi sono iscritta qui...Per caso siamo capitate nello stesso turno... Volevo dirtelo, ma non mi sembrava il caso, in questi giorni...-
La sua voce intimorita mi fa quasi provare pena. Lascio perdere di essere arrabbiata. E perché dovrei? Cosa ha fatto lei, in fondo?
-Certo, hai ragione, scusa, in effetti sono un po'...ehm, stressata in questi giorni.-
- Oh, ti capisco, sai, anche io con la casa nuova...-
"Certo"
Vorrei dirle
"Hai davvero capito tutto. È proprio la stessa cosa."
Ma di nuovo non dico niente.
Mi allontano e vedo una compagna del gruppo di nuoto libero, l'unica altra ragazza. Le comunico che non potrò più venire perché devo recuperare latino e le dico di dirlo alle altre. Sto per dirlo anche alla mia istruttrice, così può informare il direttore, ma non la trovo.
"Ah, già, oggi manca."
Mi torna in mente.
Al suo posto infatti c'è un uomo che non ho mai visto. È alto e robusto con una barba ispida: mette quasi paura. Si presenta come Francesco e ci comunica in fretta e furia che Alessandra, la nostra istruttrice, è caduta e si è rotta una gamba, perciò non potrà venire per un bel po'. Aggiunge che quest'anno sarà lui a fare le squadre per le gare che si disputeranno questa estate. Vorrei chiedergli se appunto anche quelli che non fanno nuoto libero possono essere capitani, tanto per assicurarmene, ma lui continua a parlare. E dice:
- Vi dico subito che voglio gareggiare solo con i ragazzi. So che, nonostante le regole richiedano un minimo di sei membri, voi femmine riuscite a partecipare con cinque. Ma io vi dico che preferisco non rischiare con questa sorta di "regola modificata", visto che sono nuovo. Perciò in sintesi...Parteciperà solo la squadra maschile. Scusate.-
La mia mano resta sospesa a mezz'aria. Non riesco a credere a ciò che ho appena sentito. Anche le altre sono turbate, compresa Alessia.
Passo tutta la lezione a cercare di trattenermi dal saltare addosso a quel tipo, dall'urlargli contro "ma chi pensi di essere?!". Appena torno a casa apro quello stupido libro di latino e, non so come, ci capisco qualcosa della prima pagina. Il giorno dopo lo dico a Martina, che tra un po' è più contenta di me, comincia a dire che se mi ci impegno posso farcela, che non devo smentirmi, e io so solo guardarla fingendo di sorridere e di esserne felice. Va avanti così per un paio di settimane: vado a nuoto solo una volta a settimana, non mi sogno nemmeno di rivolgere la parola ad Alessia, mentre la rivolgo a Martina e piano piano miglioro un po' a latino e non devo più fingere di essere felice per i miei risultati, sebbene siano piccoli: lo sono davvero. È proprio quando sto pensando che potrei davvero avere voti decenti che il piccolo equilibrio che mi ero creata viene di nuovo rotto. Sono in camera mia, sdraiata sul letto, mentre cerco di capirci qualcosa della seconda declinazione, quando Alessia spalanca la porta e entra di botto in camera mia.
-Girl power!-
Urla. Mi prende un colpo e salto dal letto. Con una mano ancora sul cuore e le palpitazioni in corso, la fisso per due secondi.
-Che?!-
Le chiedo piuttosto infastidita.
-Girl power!-
Ripete lei.
La guardo ancora negli occhi. Sostiene il mio sguardo. Deve dirmi qualcosa di davvero importante, se è piombata così senza nemmeno bussare.
-Che cosa vuol dire?-
Le chiedo allora, cercando spiegazioni.
-Potere femminile, no? Scusa l'irruzione, ma dovevo assolutamente dirti una cosa importante che centra appunto con questa frase.-
-Lo immaginavo. Spara.-
-Allora, so che ti sembrerà una follia, ma non riesco a smettere di pensare a quello che l'insegnante di nuoto ha detto un paio di settimane fa.-
-Oh, tranquilla, non sei l'unica. Anzi, credo che nessuna delle ragazze della squadra femminile possa smettere di pensare a quelle parole.-
Le dico. Non è solo che voglio essere rassicurante. È che non capisco che cosa ci trovi di strano. È normale che ci sia rimasta di sasso. No, forse non è poi così normale. In fondo che gliene importa a lei? Siamo noialtre che ci dobbiamo rimanere di sasso. Ma chi lo sa, forse è solo una questione di empatia.
-Ma no, non per il motivo che pensi tu! Cioè, anche per quello, sì, mi dispiace per voi, ma è soprattutto perchè credo che l'abbia fatto perchè è piuttosto maschilista! In pratica, secondo me, vi ha discriminate in quanto ragazze!-
Assimilo lentamente la nuova informazione. È un'ipotesi che è più che assurda, ed è pure una bella accusa. Chi l'avrebbe mai detto che nella testa di una come Alessia potessero passare certe idee.
-Come hai detto? Ma dico, ti ha dato di volta il cervello? Come puoi pensare una cosa del genere! È semplicemente uno che non vuole rischiarsela, tutto qua. Non una specie di...Maschilista!-
-Pensala come vuoi...Però per me, qualcosa puzza in questa storia!-
Conclude lei,e se ne va.
"Ora non se ne parla più di studiare latino"
Penso, dopo aver provato inutilmente a ritrovare la concentrazione. Per fortuna, non ho interrogazioni o verifiche domani. E comunque tra poco ci riproverò. Ora sto seriamente pensando a quello che mi ha detto Alessia. Continuo a ripetermi che è una follia, che non è possibile,ma poi mi viene in mente una cosa:seguire quella regola non è vietato Sono anni che il nostro centro sportivo gareggia con una squadra di cinque membri anziché sei, persino prima che arrivassi io. Sicuramente, in ogni caso, l'istruttrice avrebbe garantito per lui, ci avrebbe parlato lei con gli organizzatori, dato che comunque la conoscono da un bel po' ed è stata anche giudice di gara, qualche volta. No, ha ragione Alessia,tutto l'insieme suona piuttosto strano. Ma da qui ad arrrivare a dire con certezza che il nuovo allenatore discrimina le ragazze...Mi sembra esagerato. E lei non ha prove. E comunque, devo ricordarmi che non mi interessa. Devo concentrarmi su latino, o il mio istruttore potrebbe anche essere Satana, io il nuoto lo saluterei comunque con la manina. Perché se prendo un'altra insufficienza, sono più che certa che mia madre cancellerà l'iscrizione. E magari scoprirà pure il fatto del nuoto libero. No, non posso proprio permettermi di giocare ad andare a caccia di misteri.Ciao a tutti! Oggi ho deciso di pubblicare altri due capitoli.
Spero che la storia vi stia piacendo!
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Girl swim power
Ficção GeralL'acqua è un elemento fondamentale, che ci culla e ci protegge da miliardi di anni. Dentro l'acqua, tutto diventa surreale, rilassante, sognante. Lo sa bene Irene, quindicenne dal carattere forte, che nelle vasche del centro sportivo affoga nuotando...