Quella sera, a cena, Alessia e mio padre chiacchierano molto, ma nessuno dei due fa all'altro domande sulla questione "famiglia": Alessia perché ora che sa sono sicura lo trovi inopportuno, e mio padre perché mi ero raccomandata per messaggio di non toccare la questione per non far del male alla mia amica, che sta già facendo del suo meglio per dimenticare. Dopo aver sparecchiato la tavola, ci rifugiamo nuovamente in camera mia, ma prima che io possa chiudere la porta mio padre dice:
-Ok ragazze...Io non ho intenzione di darvi un orario per andare a letto o cose così... Siete grandi. Però cercate di non fare troppo rumore! E se volete parlare di fighi da paura a bassa voce, che sono un papà vergognoso!-
-Papà!-
Esclamo diventando rossa. Alessia ride.
-Con una figlia timida!-
Aggiunge.
Rido anch'io, promettiamo a mio padre di tenere i decibel al minimo, poi accosto definitivamente la porta.
-Allora, parliamo di fighi?-
Mi fa Alessia seduta sul bordo del letto. Questo, ironicamente, mi ricorda che devo parlarle di Francesco.
-Uhm, in effetti, più o meno...Devo dirti una cosa...-
Lei spalanca gli occhi e si mette sull'attenti:
-Seria?! Sputa il rospo!-
Vado dritta al punto, sperando di non causarle un infarto istantaneo.
-Francesco mi ha chiesto di uscire.-
Lei ci mette qualche secondo a metabolizzare la frase, poi chiede:
-Ma... Francesco Maschili?-
-No, guarda, Francesco il quarantenne che mi odia!-
Esclamo esasperata.
-Ops, scusa, hai ragione. Ma è fantastico comunque! Dove ti vuole portare il cavaliere dagli occhi verdi?-
-Solo in gelateria credo...Ma sinceramente non so se andarci.-
Ale fa una faccia confusa:
-E perché mai scusa?-
-È che...E se gli piaccio?-
-Beh, se gli piaci...Sai, quando una mamma e un papà si vogliono tanto ben- AHIA!-
Il cuscino la centra in piena faccia, e sorrido compiaciuta. Colpo da maestra, non se l'aspettava.
-E menomale che non dovevamo fare casino...-
-Oh, era necessario, fidati.-
Ale fa una smorfia, poi riprende il discorso:
-Dicevo...Che male c'è se gli piaci? Potrebbe nascere qualcosa, e sarebbe bello. Basta che quel qualcosa non sia un piccolo essere umano...-
-E SMETTILA!-
Esclamo.
Lei ride.
-Non lo so, mi fa strano... Probabilmente sono pazza io, dovrebbe essere normale desiderare di innamorarsi...-
-Ma lui ti piace? Almeno un pochino? Riflettici prima di fare pensieri deprimenti!-
-Non so...Credo solo sia simpatico...-
-Vuoi scoprire di più su ciò che provi?-
-Sarebbe bello...Sono così confusa.-
-E allora accetta l'invito! Vai! Solo così potrai capire!
-Dici?-
-Dico!-
-E allora ok...Mi fido di te! Ma se va male, è colpa tua!-
Ale alza gli occhi al cielo. Faccio per prendere il telefono ma poi mi ricordo di un dettaglio:
-Forse dovrei scrivergli domani. È notte...-
-Giusto, sì.-
La situazione ha un che di comico, anche se non so perché, perciò ci mettiamo a ridere, poi ci buttiamo sul mio letto e continuiamo a chiacchierare.
-Non mi hai mai detto se a te è mai piaciuto qualcuno.-
Dico a un tratto.
-Uhm, giusto. Beh...Una volta in prima media mi sono messa con un mio compagno di classe...Era carino, biondino con un ciuffo di capelli laterale e gli occhi chiari. Venne da me l'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale e mi regalò un cioccolatino, facendomi la proposta.
Io accettai, ma ci lasciammo poco dopo San Valentino, quando lo beccai a baciare un'altra ragazzina nel parco del quartiere...I pianti che mi feci...Beh, avevo pur sempre dodici anni.-
-Guarda guarda Alessia....Rubacuori sin da ragazzina!-
-Certo, mica siamo tutte brutte come te.-
Provo di nuovo a lanciarle il cuscino, ma stavolta lo para.
-Cosa pensavi, di fregarmi due volte?-
SBAM!
Le lancio uno dei pupazzi che tengo sul letto.
-Non vale cosi!-
Strilla.
Le tappo la bocca intimandole di fare più piano, ma proprio in quel momento la porta si socchiude e compare mio padre.
-Allora è proprio vero...Le adolescenti sono molto rumorose.-
Dice solo, e se ne va, lasciandoci così, un po' confuse, un po' dispiaciute, e un po' divertite.
Il giorno dopo fremono i preparativi per la mia festa di compleanno, con l'unico piccolo dettaglio che è stata organizzata contro la mia volontà. Mio padre sta appendendo ovunque palloncini colorati, anche se in realtà non aspettiamo invitati, dato che i miei nonni paterni purtroppo se ne sono andati quand'ero piccola e mio padre non ha fratelli. Insomma, stiamo addobbando il salone di casa solo per noi tre. Cammino per la stanza con aria contrariata, mentre lui è intento a legare l'ultimo palloncino e tutto attorno a me sembra un cantiere.
-Non vi sembra un po' troppo per un sedicesimo compleanno con due inviati e la festeggiata?-
Dico "vi" perché ovviamente Alessia non se l'è fatto ripetere due volte di aiutare ad organizzarmi il compleanno. Tutti con questa fissa che bisogna festeggiare per forza...
Che poi, il giorno della mia nascita non fu poi così tanto epico: c'erano un temporale assurdo e un vento fortissimo, un'allerta meteo da bollino rosso, ed era sconsigliatissimo uscire di casa se non per motivi urgenti. Il motivo urgente per cui mio padre si ritrovò a correre per l'autostrada sotto la pioggia battente fui proprio io, che quattro giorni prima del previsto avevo deciso di voler vedere il mondo. Sotto al cielo apocalittico, sferzato da tuoni e fulmini nonostante fosse pieno giugno, durante la tempesta più metereologicamente inspiegabile della storia, non sembrava messo così bene il mondo che tanto fremevo di voler conoscere. Quando mio padre arrivò in ospedale, mia madre fu subito portata in sala parto, ma proprio quando stavo per venire alla luce del tutto ci fu un blackout totale dell'ospedale. Ovviamente le luci di emergenza si riaccesero subito, ma narra la leggenda che io sono nata al buio. E la mia leggenda personale, invece, narra che dopo aver dato un'occhiata fuori dalla finestra la piccola Irene abbia pensato che fosse meglio ritornare dentro, ma ormai era troppo tardi.
-Certo che no! È il compleanno della mia bambina e dev'essere speciale!-
-Lo dici tutti gli anni papà...-
-Perché tu sei speciale ogni anno.-
Alzo gli occhi al cielo e sorrido, ma poi con la coda dell'occhio scorgo un'ombra passare sul viso di Alessia. Non dev'essere facile vedere tutto questo, probabilmente pensa che ai suoi non importerà del suo compleanno o che si litigheranno la festa, lo pensavo anch'io. Sicuramente papà però non voleva farla dispiacere.
-Hey, ti aiuto ad appendere quel coso?-
Accenno al festone che ha in mano, nel tentativo di distrarla e tirarle su il morale. Ovviamente, visto che è una persona così solare da lasciare quasi confusi, subito torna allegra, si arrampica sul divano e tenta di incastrare un'estremità del filo del festone sotto l'angolo della cornice di un quadro. Sorridendo, mi arrendo alla sua allegria, vado ad aiutarla, e per quest'anno decido di dare un'opportunità al mio compleanno.Salve lettori🙃
Sono resuscitata di nuovo con un capitolo non troppo lungo, lo so, ma avevo voglia di pubblicare qualcosa e sono speranzosa che prima o poi la finirò questa storia!😂
Alla prossima 💗
16_writer💙
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Girl swim power
Ficción GeneralL'acqua è un elemento fondamentale, che ci culla e ci protegge da miliardi di anni. Dentro l'acqua, tutto diventa surreale, rilassante, sognante. Lo sa bene Irene, quindicenne dal carattere forte, che nelle vasche del centro sportivo affoga nuotando...