Capitolo 22: Perche?

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-Mamma…Papà…P…Perché…-
-Ahh!-
Mi sveglio di soprassalto tirandomi su all’improvviso.
Mi ritrovo seduta sul letto con il batticuore.
“Che cavolo…”
Penso.
Appena realizzo cos'è successo, capisco che è notte e che probabilmente devo aver avuto un incubo.
Mi torna in mente la frase che ho sentito. La conosco fin troppo bene.
“Ma perché il mio cervello ha deciso di ripescarla proprio stanotte dalla memoria…E poi sembrava così…Vera. Come se qualcuno la stesse pronunciando per dav-"
Non faccio nemmeno in tempo a finire di formulare il pensiero che sento un singhiozzo. Poi un altro. E poi ancora:
-Perché…-
Ora che sono definitivamente sveglia, sento anche delle voci provenire da sotto, dal giardino.
“Chi sta urlando così tanto in piena notte? E soprattutto, chi sta piangendo?”
Ieri sera. La tensione. Il silenzio. Quella frase.
Appena i pezzi del puzzle si incastrano, capisco tutto. E appena capito tutto, salto giù dal letto e corro in cucina. Non so perché proprio lì, ma l’istinto mi dice che ci troverò la persona che cerco. E infatti…
-Ale…-
La mia amica è seduta su una sedia, ha i gomiti sul tavolo, i capelli scompigliati e una tazza di camomilla in mano. E piange. Singhiozza sommessamente, non vuole svegliare nessuno. Ha gli occhi gonfi. E nella mano che non vedevo, ora mi accorgo che c'è un fazzoletto usato.
-Ehi. Scusa, non volevo svegliarti, devo aver detto tre parole…-
-No, no tranquilla, anzi, se volevi potevi svegliarmi benissimo…-
Mi metto sulla sedia accanto alla sua.
-Vuoi parlare?-
Chiedo. Non voglio forzarla, ma desidero davvero fare luce sulla situazione. Anche se, in effetti, forse non ce n'è bisogno.
Alessia non risponde.
Le voci dal giardino continuano, a volte si sentono delle urla più forti.
Decido di andare al punto.
-Sono i tuoi, vero?-
Alessia stringe il manico della tazza con la camomilla.
-Sai, la frase che hai detto…Mi ha svegliata, ma non perché hai urlato. In realtà, pensavo fosse un incubo…Un mio ricordo che tornava.-
-Quando l'hai sentita?-
Mormora lei.
Abbasso gli occhi.
-L'ho detta io. La notte dell'ultima litigata dei miei, quando mia madre ha cacciato di casa mio padre. Io dopo mi sono rimessa a letto e ho pronunciato quelle parole esatte. Mamma, papà…Perché?-
-E…Hai mai trovato una risposta a quella domanda?-
Alzo di nuovo la testa e la guardo.
-No.-
Dico.
-Non c'è.-
Continuo poi.
-La decisone è la loro e tu…Tu non puoi fare nulla, finiresti con l'essere un ostacolo alla loro felicità e sono sicura che non vuoi. Alla fine non c'è un perché. È solo che a volte cere cose…Finiscono.-
-Ma…Ma…Perché? L'amore non dovrebbe poter finire…-
Mi scappa una mezza risata. Non so neanche il motivo, non c'è affatto da ridere.
-Cosa ho detto?-
Chiede infatti subito Ale, leggermente infastidita.
-No, nulla.-
Mi affretto a spiegarmi.
-È che tu sei così…Non lo so, buona. Credi ancora in cose come questa a cui io ho smesso di credere da tempo. Non sto dicendo che fai male, non fraintendermi. È solo che…Alle mie orecchie suonano strane. Perché ho visto l'amore finire. Finire male. Lo so che dovrei dirti che andrà tutto bene, che passerà, che le cose si sistemeranno eccetera, ma sarebbero solo bugie. Bugie che hanno detto a me e a cui per prima ho creduto. E non è bello. Quindi c'è solo una cosa, vera, che posso dirti ora. Tieni duro. Fatti forza.-
Alessia mi guarda, e mi abbraccia. Proprio come quel giorno sul vialetto della piscina, è una cosa inaspettata. Ma non mi scanso. Ha bisogno di tutto il sostegno possibile adesso. Quello che, purtroppo, io non ho avuto.
Dopo aver lavato la tazza e il pentolino della camomilla, io e Alessia andiamo entrambe in camera sua e ci sediamo sul letto. Le urla non sono ancora cessate, ma l'intensità è diminuita. Mia madre per fortuna ha il sonno pesante, ma facciamo comunque di tutto per non svegliarla.
Appena lei si è calmata del tutto, decido di provare a indagare.
-Ale, scusa se te lo chiedo, ma…-
-Iniziano le domande, eh?-
Mi interrompe subito lei.
Non mi aspettavo che facesse scudo così tanto, a essere sincera.
-Oh.-
Dico, presa alla sprovvista.
-No…Io non volevo…Scusa.-
Con mia grande sorpresa, lei non si arrabbia ma sorride.
-Ma no, ma che, tranquilla. Chiedi pure.-
Mi rilasso. Sì, questo è decisamente più da Alessia.
-Volevo solo sapere…Quando è arrivato tuo padre?-
-Stanotte. Mia madre me l'aveva detto che sarebbe venuto tardi. Spesso lo fa. Il problema è che…Le cose non stanno andando tanto bene al lavoro. Prima che tu lo chieda, mio padre fa le pulizie part time in un albergo. Cameriere ai piani si chiama il lavoro. Lavora lontano, fuori città. Ecco perché non viene mai. Si appoggia alla casa dove viveva mio nonno. È da quando sono piccola che è così nella mia vita: da quando mia madre ha perso il lavoro come commessa e non ha più voluto cercarne un altro. Lui le rimprovera sempre questa cosa, lei dice che ci ha provato ma non riesce…Ed è vero, ci ha provato, ma…Non lo so, forse dovrebbe, ecco…Provarci meglio. Io non mi schiero però, perché anche mio padre potrebbe evitare di rinfacciarglielo sempre. In più, da quando è morto mio nonno e la casa dove lui si appoggia è libera, lui insiste a dire che dovremmo trasferirci tutti lì, così potremmo vivere insieme…Ma mia madre …Lei…Io lo so che non vuole. Non ha mai voluto. Non penso abbia mai avuto molto in comune con mio padre, e la lontananza non migliora certo le cose. E quindi, beh, sembrerebbe che dopo dieci anni siamo arrivati a un punto di rottura.-
Resto senza parole. E io che pensavo che fosse complicata la mia, di vita.
-Ma tu…Cosa vuoi fare?-
Lei sgrana gli occhi.
-Ma non è ovvio scusa? Voglio restare qui! Voglio bene a mio padre, ma non potremmo mai vivere serenamente tutti insieme! E poi anche se ho cambiato tante volte casa la zona è sempre questa, e anche la scuola e le amicizie. Ora ho scoperto anche il centro sportivo…E poi ci sei tu…Sei la migliore amica che abbia mai trovato. Tutti i coinquilini che ho avuto fino ad ora erano senza figli oppure li avevano adulti. Quando ho scoperto che qui avrei vissuto con una mia coetanea ho fatto i salti di gioia…Non voglio buttare via tutto.-
Il fatto che Alessia mi consideri così importante mi lascia senza parole. Voglio dire, sì, lo sapevo già che teneva molto a me, ma sentirselo dire è…Bello. Nessun amico o amica mi aveva mai presa a tal punto in considerazione.
-Capisco…Grazie, comunque.-
-Irene.-
-Dimmi.-
-Tu hai detto che non devo essere d’ostacolo alla felicità dei miei.-
-Sì, e?-
-E…Io sono d'accordo. Ma alla mia, di felicità, chi ci pensa?-
Apro la bocca ma non escono parole.
Ha ragione.
Chi ci pensa?
Chi ci pensava alla felicità della ragazzina che, in silenzio, scivolava dentro un burrone fatto di tristezza e brutti voti?
-Tu.-
Rispondo poi all'improvviso.
-Come?-
-Tu. Trova qualcosa o qualcuno che ti rende felice e dedicagli tutto il tuo tempo. Così riuscirai a farti contenta.-
Ed era vero. Era quello che avevo fatto io. Avevo portato un tubo fino al burrone e l’avevo riempito d'acqua clorata.
E dopo essere tornata a galla, avevo imparato a nuotare.
Dopo una mezzoretta che stiamo lì a chiacchierare a bassa voce, ci viene un sonno tremendo.
-Sto dormendo in piedi.-
Dico.
-Beh, sono pur sempre quasi le due di notte…Non volevo svegliarti, comunque. Scusa.-
-Ma che, te l‘ho detto, DOVEVI venire a svegliarmi. Sono a disposizione.-
Ale sorride.
-Grazie Ire.-
-Prego. Quindi andiamo a dormire?-
-Sì, sì. Starò bene.-
-Ok. Notte allora.-
-Notte.-
Dopo che ci siamo rimesse a letto, non passa molto tempo che i genitori di Ale rientrano in casa.
-Domani mattina te ne vai.-
Sento dire. È la mamma di Ale.
-Nostra figlia non deve sapere nulla per ora.-
Aggiunge.
“Come se, data la vostra discrezione, non lo sapesse già.”
Penso.
Poi sento una porta aprirsi. La mamma sta controllando che Alessia stia effettivamente dormendo. Probabilmente sta facendo finta, spero le riesca, non credo voglia che sua madre sappia che ha sentito tutto.
Alla fine tutti se ne tornano a dormire, il papà di Alessia credo sia rimasto sul divano.
Poi, il buio e il silenzio ingoiano definitivamente quella notte assurda.

Ciao!! Ecco a voi il capitolo nuovo, scusate se è un po' breve ma non ho avuto molto tempo per scrivere, i miei professori e le loro verifiche "non sono d'accordo"😂🙄
Ci vediamo il prossimo sabato!🤗
16_writer💙









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