Ma io dico, maledetto destino, non potevi aspettare altri dieci secondi? No. A quanto pare oggi il destino aveva una gran fretta. Di rompere. A me.
"Magari se mi sbrigo facciamo ancora in tempo ad allontanarci."
Penso.
Poi però decido di non rischiarmela e mi nascondo dietro la famosa porta.
Appena in tempo, perché questa viene aperta da qualcuno, coprendo me quasi del tutto come previsto.
Da una fessura, riesco a scorgere che la persona che è entrata indossa una delle t-shirts della centro sportivo, quelle con il nome e il cognome degli altleti. Cerco di leggere, ma dopo poco capisco che non serve. La misteriosa figura parla, e riconosco fin troppo bene la sua voce.
-No, avevi ragione, qui non c'è.-
È la voce di Anna.
-Te l'avevo detto...Oh, ma guarda. Ecccola!-
Sta parlando con Alessia, che probabilmente stava cercando di distrarla senza riuscirci.
-Davvero? Oh, menomale. Mi hai salvata! Questi orecchini sono di mia sorella, se li perdo mi uccide.-
-Di nulla! Ora però faresti meglio ad uscire da lì...Non vorrei che venisse qualcuno a sgridarti perché sei entrata nell'ufficio del direttore.-
-Giusto. Arriv-
Anna si blocca. Si blocca esattamente un secondo prima di mettere un piede fuori dall'uscio.
No, oggi decisamente la fortuna NON è dalla nostra parte.
-Alessia...C'è qualcuno dietro la porta...Vedo le scarpe.-
Posso immaginare il cuore della mia amica fermarsi e la sua faccia diventare bianca. E io, io come ho fatto a non pensare che si vedevano le scarpe da sotto??
-M-Ma no...Ti sbagli di certo, come potrebbe esserci qualcuno?-
Dice Ale tentennando.
"Potresti recitare un po' meglio."
Penso, ma poi capisco che non dev'essere facile trovare così su due piedi una risposta migliore, soprattutto sotto stress.
Il problema è che, quando Anna aprirà la porta, dovrò trovarla io, la risposta.
-No Alessia, sono sicura, c'è qualcuno, ma non vuole venire fuori... Ho un po'paura sinceramente. Forse dovremmo chiamare il direttore tecnico.-
A quel punto, l'unica cosa intelligente da fare sembra coincidere con quella più stupida. E io, ovviamente, la faccio.
-Anna, aspetta!-
Lei si congela, probabilmente a causa della paura che "il tizio/a-della-porta"
conosca il suo nome.
Non riconosce la mia voce.
-Chi sei?-
Chiede.
Esco allo scoperto.
-Sono io...-
Dico con un sorriso imbarazzato, il che non ha senso, perché non c'è assolutamente nulla da ridere ora come ora.
-IRENE?!-
Anna è sconvolta.
-Sto forse sognando?-
-No, sei sveglia...-
Dice Alessia da dietro.
-Cosa ci fai lì?-
Penso che, a questo punto, ci toccherà raccontare tutto ad Anna. So che Ale è d'accordo con me.
-Beh, è una lunga storia...-
-Oh, troverò il tempo di starla a sentire, statene certe.-
Ci sediamo ai divanetti e le spieghiamo tutto. Come succede sempre quando ci ripenso o ne parlo, rivivo ogni singolo momento mentre racconto, dalla paura e la rabbia che ho provato nascosta in quell'armadietto al caldo che faceva sull'autobus che ci ha condotte a casa di Alessandra.
Alla fine della storia, comincio a temere che Anna morirà entro oggi se continua a provare emozioni tanto forti.
-Quindi fatemi capire: quel tizio non ci sta escludendo dalle gare perché ha "paura" della regola modificata, ma perché ha contro Alessandra un suo piano di vendetta da..da...-
-Pazzo?-
Dice Ale.
-Cretino? Idiota? Deficiente? Sottospecie di essere umano?-
Continuo io.
Anna ridacchia.
-Si, tutte queste cose, ma anche poco furbo. Pensava davvero che nessuno avrebbe sospettato?-
-Alessia se ne è accorta per prima, io in realtà non le credevo. Per questo lo abbiamo spiato.-
-Ma non avete prove?-
Ovviamente, abbiamo tralasciato la faccenda dell'audio e della chiavetta USB.
-No...Ma per ora confidiamo in Ale, siamo sicure che ci coprirà e riuscirà a darci una mano se le portiamo questo.-
Dico mostrando il foglio.
-Irene, Alessia, posso sapere un ultima cosa?-
-Dicci.-
-Come mai non lo avete detto a nessuno? Voglio dire, è abbastanza grave come cosa, magari dovevate informare il direttore.-
-Ma non abbiamo prove! E poi non volevamo generare un putiferio...Avrebbe solo messo in cattiva luce il centro sportivo.-
Dice Ale.
-E poi se salta fuori la faccenda del nuoto segreto Irene è...-
In quel momento, in quel preciso momento, sento come se un fulmine avesse colpito il mio cervello mandandolo in tilt. Non capisco più niente. Il tempo è congelato, come se le lancette di tutti gli orologi del mondo si fossero fermate all'unisono.
Poi, tutto riparte. E, a essere sincera, ho come il presentimento che sarebbe stato meglio se fosse rimasto fermo.
-Cos'è il nuoto segreto?-
Chiede Anna perplessa.
Io non riesco a parlare.
-Nulla, nulla.-
Dice Alessia, visibilmente nel panico.
-Come nulla? Andiamo ragazze, tanto ho sempre sospettato che nascondeste qualcosa. Certo, non pensavo a una cosa così...Grande. Ma a questo punto potete dirmi tutto, siamo in ballo, balliamo. E poi ehi, so tenere un segreto, ve lo assicuro. -
"PENSA IRENE PENSA PENSA PENSA!"
Non posso dirglielo. È troppo rischioso. Non è una questione di fiducia. Nessuno. Deve. Saperlo.
-Io...-
Non faccio in tempo nemmeno a provare a finire la frase, a inventarmi qualcosa, che Alessia dice:
-Irene...Fa nuoto libero di nascosto dalla mamma.-
Lo dice come se fosse una cosa normale.
La mia amica, la mia migliore amica, ha appena spifferato il mio segreto più grande. Senza chiedermelo. Probabilmente credendo che stessi per farlo io, ma l'ha pur sempre fatto.
Cosa faccio adesso?
Non ci sto capendo più niente.
Sono confusa, e mi sento ferita da Alessia.
Voglio mettermi a piangere come una bimba.
Gira i tacchi e corri, Irene, che altro puoi fare ora?
Le mie amiche mi chiamano da dietro.
-Ire aspetta! Dove vai, torna qui!-
Ma io ormai non le sto più ascoltando.Ciao!
Ecco a voi il capitolo nuovo, che arriva un giorno in ritardo perché sono così sveglia che ieri, mentre scrivevo, ho scordato di salvare e mi si era cancellato!✌
È un po' piccolino, ma volevo lasciare un po' di suspance alla fine...Spero di esserci riuscita.
Ci vediamo il prossimo sabato!
16_writer💙
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Girl swim power
Fiction généraleL'acqua è un elemento fondamentale, che ci culla e ci protegge da miliardi di anni. Dentro l'acqua, tutto diventa surreale, rilassante, sognante. Lo sa bene Irene, quindicenne dal carattere forte, che nelle vasche del centro sportivo affoga nuotando...