Capitolo 4: Alleate, non amiche.

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Il giorno dopo è venerdì e, appunto, ho nuoto. Cerco di non pensare troppo alla storia dell'istruttore e vado al massimo della velocità e della forza, per scaricare i nervi accumulati in queste ultime ore. La prof. di latino, infatti, alla fine mi ha chiamata e io non ho saputo rispondere a tutte le domande. Mi ha tenuto sulle spine per tutta l'ora prima di comunicarmi che avevo preso sei meno. Che per me è comunque un bel miglioramento, per lei significa che devo impegnarmi ancora un altro po' e per Martina,ma soprattutto per mia madre, significa un finto sorriso che nasconde un'espressione scoraggiata e demoralizzata. Bhè, almeno ci hanno provato. E non ho avuto rimproveri né punizioni, per ora. Mentre sono immersa nei miei pensieri e gli schizzi volano da tutte le parti, non mi accorgo della voce di Francesco che mi urla qualcosa che non capisco finchè, quando poi lo sento, mi giro verso di lui e lo vedo che muove freneticamente le braccia facendo delle circonferenze. Ah, già. Dovevamo fare dorso. Io sto nuotando a rana. Alla fine della vasca, Francesco mi sgrida perchè, secondo lui, sono sempre piuttosto deconcentrata. Sto pensando che in effetti è la prima volta che mi capita di esserlo e di sbagliare esercizo, quando lui fa un altro commento, e dice:

-Ma come?Voi ragazze non vi vantate sempre di saper fare due cose insieme?Allora pensa e nuota insieme, no?-

Poi aggiunge che per oggi può bastare e ci spedisce negli spogliatoi. Incrocio subito Alessia che mi aspetta compiaciuta davanti all'entrata dello spogliatoio. So già cosa sta per dirmi.

-No.-

Le dico appena le passo davanti e vedo che sta per aprire bocca.

-Ma come? Che ne sai cosa sto per dirti ?-

-So che stai per dirmi che quello che mi ha detto l'allenatore è la prova di quello che pensi, ma non è così!-

-Uh,allora sì che sapevi cosa stavo per dirti.-

Dice ridendo.

La guardo. Vorrei proprio sapere perchè cavolo ride in ogni momento della sua vita. Ma non sa stare seria? Nemmeno quando accusa uno di essere maschilista? Prendo lo shampoo e mi dirigo a grandi passi verso le docce.

-Eddai Ire, stavo solo scherzando!Comunque per me ti sbagli. Quella è proprio una prova schiacciante! Hai visto con che faccia ti ha guardato? Ti odia! CI odia! Comunque, se vuoi un consiglio,ridere più spesso non ti farebbe male...-

Questo mi fa fermare davanti alla doccia. Nessuno mi giudica. E lei non è neppure mia amica. E io non la voglio più tra i piedi.

-Senti, io lo so che c'è qualcosa che non quadra, ma non puoi sparare accuse così a caso, cara mia! E poi tu non mi sembri una grande esperta del sentimento dell'odio, dato che non ti sei accorta che è quello che provo per te!!-

L'ho colpita. In pieno. Ed è in quel momento, quando la guardo girare i tacchi e andarsene nella doccia più lontana dopo avermi guardato con una faccia stupita e triste, che sento qualcosa di strano. E davvero imprevisto. Sento che mi dispiace. Mi dispiace per quella ragazza di zucchero dalle idee folli che è piombata nella mia vita e su cui ho fatto ricadere il peso di tutti i miei problemi. E di cui, ammettiamolo, sono gelosa. Perchè lei ha una bella famiglia e va bene a scuola. E non delude le aspettative di nessuno.

-Alessia, aspetta!-

Le dico venendole dietro.

-Che c'è? Hai altro da aggiungere?-

Mi dice.

-No,è solo che...Ecco, ho esagerato. Non è vero che ti odio. Sono gelosa della tua vita fantastica. Perché la mia l'ho resa uno schifo.-

Mi guarda per un po', come per capire se dico sul serio.

-Ma di che parli?-dice poi-Quale vita? Pensi

sia bello vivere con altri per risparmiare,

cambiare casa di continuo e non averne mai una tutta per sé? Io vado bene a scuola, sì, ma non vivo certo nel mondo delle favole!-

Questa affermazione mi lascia definitivamente senza parole. Ho sempre pensato che le persone che all'esterno appaiono felici e spensierate lo fossero anche dentro di loro e nella loro vita privata. Ma magari, in fondo, sorridono per non far capire che stanno male o perchè continuano lo stesso a essere allegri nonostante tutto. Io non ci ho mai provato. Da quando i miei si sono separati, a metà della terza media, ho iniziato a odiare il mondo e un pastello grigio ha colorato ogni cosa. Poi, quando per la prima volta ho messo piede in piscina e ho nuotato, l'azzurro ha ridipinto quella piccola parte di mondo:il nuoto, l'acqua,le gare provinciali, qualche compagna di squadra abbastanza simpatica. Anche la bocciatura, a mollo nelle vasche, sembrava una cosa di cui non bisognava preoccuparsi. Ma fuori dal vialetto del centro sportivo, tutto era ancora buio. E ora so che la colpa era anche un po' mia:perchè non ho provato a essere più ottimista come Alessia? Ora è qui, davanti a me. Vuole delle scuse. O solo una risposta.

-Hai ragione. Mi dispiace. Non l'avevo mai vista così.-

-Mh...D'accordo...Felice di averti aiutata. Ora vado. Così ti lascio fare la doccia in pace. E ti romperò di meno, ok?-

Ecco. Era quelo che volevo, no? E allora perchè non mi sento affatto soddisfatta? Lei, oltre che ottimista, è anche sempre gentile. E io non sono stata nemmeno quello.

-No.-

Mi esce.

-Non è ok...Tu...Mi servi! Mi devi aiutare! Insegnare a vedere con occhi diversi.-

-E come te lo insegno? Questa cosa non si impara...La devi capire da sola!-

Ha ragione. Ma stare con lei mi aiuterebbe. È chiaro che a questo punto la mia strategia è cambiata, e anche il mio rapporto con lei deve. E quale occasione migliore di un'avventura insieme? Per me, già il fatto di chiamarla così è una rivoluzione:non credo da un bel po' all'esistenza delle avventure:accadono sono nei cartoni animati e nei film.

-Ma credo che stare con te mi...Aiuterebbe! Non volevi scoprire qualcosa sulla faccenda dell'istruttore? Ti aiuto!-

Mi guarda. Sta per sorridere, lo so. Devo averci messo non so quanto entusiasmo,per farle cambiare idea. Ma stavolta il troppo non stroppia

-Ok...Allora...Nascondiamoci nell'armadietto dello spogliatoio maschile degli istruttori e spiamolo per capirci qualcosa!-

Non so ha detto la cosa più assurda cbe le passava in mente tanto per farmi cambiare idea o se faccia sul serio, ma in fondo, arrivati a questo punto, opterei per la seconda opzione. Perciò sorrido, nonostante stia sudando freddo al solo pensiero, e dico:

-Ok!-

-Fantastico!Allora fai proprio sul serio!Bene, ci vediamo fuori lo spogliatoio appena hai finito! Sbrigati!-

Mi sbrigo per davvero, seppure riesca a malapena a credere a quello che stiamo per fare. Appena apro la porta dello spogliatoio spero che Alessia non sia lì, che sia tutto uno scherzo, invece me la ritrovo davanti in trepida attesa.

-Allora sei pronta?Ho dato una piccola sbirciata e dentro sembrerebbe vuoto!È la nostra occasione!Andiamo!-

-Sembrerebbe?- ho appena il tempo di chiedere, prima che Alessia mi trascini per un braccio senza nemmeno ascoltare.

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