Michael POV*
Non potevo arrivare a Londra; non avrei lasciato che una puttana, bellissima, perfetta, che io amavo alla follia, mi portasse via il regalo più grande che la vita abbia avuto da offrirmi, questo era certo, ma se mi fossi mosso, se solo fossi stato nel raggio di mille metri vicino mia figlia mi avrebbe arrestato, perché la legge così diceva. La legge è uguale per tutti solo a cavoli loro. Dipende dal nome che hai, e allora potrà funzionare bene o male, a seconda di chi sei.
Insomma, io ero disperato, ferito nell'animo più profondo. L'assenza della mia principessa rappresentava un buco nella voragine.
Io ero la voragine.
In un certo qual modo lei riempiva quell'anima squarciata che mi ritrovavo. Mi sentivo assolutamente e completamente abbandonato a qualcosa che era più grande di me, a qualcosa che mi stava distruggendo.
Mi mancava la mia principessa.
Insomma, era la pietra miliare della mia esistenza, lo scheletro che mi reggeva in piedi, il pilastro portante di un tempio.
Era tutto.
*Faith POV*
Odiavo Londra, odiavo Lewisham, ma non perché non fosse una bella città, ma perché era il vincolo che mi teneva più lontana da doo doo. La nostra casa era proprio al centro di Lewisham, una specie di ghetto, dove vivono solo pochi bianchi. è pieno i italiani Lewisham, e ora capisco da dove viene quel bruttissimo accento che Gladys si ritrovava.
Quando smisi di piangere uscii dalla stanza e vidi subito Gladys, seduta al tavolo. Gesù quanto la odiavo.
'Stai bene?'mi chiese.
'No' risposi quasi sussurrando. Volevo piangere e basta, volevo stare fra le braccia di papà, come facevamo quando ero piccola e non volevo dormire.
'Hai pianto? Faith…'
Ma non la sentii. Mi sedetti al tavolo della cucina e guardai Rose, che si stava macchiando con il latte.
'Io lavoro ad Harrods. La scuola è poco distante. Sì, Noah ti ha mentito'
Cazzo me ne frega dove lavori tu, pensai.
Harrods è un posto importante, insomma, Harrods è Harrods. Hans Crescent, un bellissimo quartiere ricco per chi ha molti soldi.
'Hai fame?'
'Non intendo parlare con te. Se ho fame faccio da sola' risposi con voce tremante, pronta per un pianto irrefrenabile.
'Va bene. Quando sei pronta andiamo'
'Sono pronta' dissi. Mi alzai, presi lo zaino che mi aveva lasciato e uscii fuori, sbattendo la porta. La aspettai fuori. Uscì poco dopo, con Rose in braccio e Noah per la mano.
'Puoi prendergli la mano? Deve camminare fra due persone, sai…'
è sordomuto non cieco.
Ma alla fine gli presi comunque la mano e cercai di rivolgergli lo stesso sorriso che rivolgeva a me. Non riuscivo a sorridere. Cominciavo ad odiare la mia vita.
Prendemmo il treno alla stazione di Lewisham, arrivammo fino a Canary Wharf e poi prendemmo un altro treno. Finalmente fummo a Trafalgar Square. Uscimmo dalla stazione, nella piazza di Trafalgar c'era una specie di giardinetto, con di fianco mille negozi. Fui attratta dal KFC, dal pianeta deli M&Ms. Ci dirigemmo verso la metropolitana che ci portò dritti a Knightsbridge, davanti Harrods. Pioveva quel giorno. Pioveva come stava facendo nel mio cuore. Tenevo la testa sempre bassa gli occhi gonfi e rossi di lacrime trattenute.
Camminammo un po', studiai tutta la strada.
'Ecco la tua scuola' disse lasciando la mia mano. 'Noah sa già cosa fare. Ti vengo a prendere io alle tre, okay? Se faccio tardi aspettami qui' disse. Fece per darmi un bacio sulla fronte ma io mi spostai. 'Non mi toccare' dissi.
E poi entrammo nella scuola. Bella, ma i ragazzi no. Mi fissavano dalla testa ai piedi, mormoravano cose brutte su di me. L'unica fortuna era che non mi avevano riconosciuto.
Li sentivo ridere quando io passavo.
Trattenni le lacrime a stento per tutto il giorno, mi sentivo scoppiare, seduta nel mio banco singolo in fondo alla classe, sempre, come al solito, mentre tutti mi fissavano la cannula, mentre tutti mi giudicavano. Era una scuola prestigiosa, chissà quanto pagava per quella scuola. Chissà quanti soldi aveva.
Quando la giornata finì andai verso la mia giacca, ma la trovai a terra, calpestata e sporca. La raccolsi. Non feci altro se non pensare a papà. Noah e io aspettammo fuori per dieci minuti. E poi arrivò. 'Correte, ho lasciato vostra sorella da sola con un commesso e se non torno mi ammazzano' disse correndo. Noi la seguivamo. Ora capivo perché aveva bisogno di due persone per camminare: quel bambino non si reggeva in piedi, non ce la faceva.
'Ha una malattia degenerativa ai muscoli delle gambe. Probabilmente non camminerà più a breve' disse Gladys quasi piangendo quando eravamo sul bus. Noah mi voleva bene e io lo sapevo, gliene volevo anch'io.
Con doo doo ogni volta che eravamo a Londra andavamo obbligatoriamente ad Harrods. Era il nostro posto preferito.
Gladys mi fece posare lo zaino e Noah in un angolo del piano dedicato ai bambini, dove c'era Rosa nella culla che dormiva.
'Non posso fare la guardia ai tuoi figli' disse altezzosamente un uomo.
Trattala come ha trattato me.
'Mi dispiace, capo, non avevo dove lasciarli'
'Muoviti, c'è tutto il terzo piano da pulire!'
Pulire? Pensavo facesse la commessa. La guardai sconvolta. Era davvero questa la sua vita?
'Vaffanculo' disse quando se ne andò. Mi guardò e sorrise. Mi ricordò doo doo.
Mi sedetti accanto a Noah e gli chiesi se aveva bisogno di qualcosa. Poi gli disegnai un cane su un quaderno.
Gladys non si fermava un momento, lavorava tanto.
Le vidi le mani rosse come un fuoco ardente. Si fermò un attimo e ci soffiò su. Le vidi tutte quelle bolle sui palmi, era davvero questa la sua vita.
Cominciai a provare pena. Quando Harrods chiuse, lei andò a lavorare in un bar lì accanto. Dovemmo rimanere lì, ancora, fra gli ubriaconi. Ecco come la pagava quella scuola.
Le mani le facevano un male bestiale, tanto quanto a me facevano male i ricordi.
Pensai alle risate con doo doo, a tutte le volte che gli avevo chiesto di raccontarmi della mia mamma.
Io volevo doo doo con me. Scoppiai a piangere, nell'angolo più remoto di quel bar, e nessuno si accorse di me.
Nessuno mai si accorgeva di me, solo doo doo sì.
***
Un po' lunghetto, lo so, lo so.
Alla prossima!
Continuo a due stelle e due recensioni.
STAI LEGGENDO
we are us.
Fanfiction"io ti proteggerò, che ci siano tempeste o no. noi saremo torre nella bufera"