be brave

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Inutile dire che non mi faceva dormire nemmeno una notte. Come minimo ogni ora, o addirittura mezz'ora, dovevo alzarmi per farla riaddormentare, e lei lo faceva, mentre le stringevo la mano e le cantavo una canzone.

Era una bambina seriamente incline ai dispetti. Aveva preso tutto dal papà!

Nonostante quel giorno compì un anno, non ne dimostrava affatto. sembrava molto più piccola. Aveva questa piccola cannula al naso che le dava fastidio. Spesso rideva da sola, quando cercava di toglierla, ma goffamente non riusciva. Frequentemente dovevo portarla in ospedale, perché era una bambina dalla salute cagionevole. Cominciai ad odiare gli ospedali. Ma Per mia figlia tutto.

Era stato un anno difficile per Dot e per me. La sua salute era un po' precaria.

Era mattino presto e la tenevo fra le braccia mentre beveva il suo latte. Il telefono in quel momento squillò. Titubante pensavo se fosse stato meglio non rispondere. Lo feci nell'ansia di avere l'ennesima brutta sorpresa.

Era stato anche un anno pieno di minacce e di ricatti. Volevano portarmi via mia figlia, e decisi di proteggerla. Nessuno l'aveva ancora vista in viso, anche se la portavo con me ovunque. Le tenevo il viso coperto con una maschera o con un velo. In pubblico aveva tutto un altro nome: Joh Kloh. Non so come mi sia venuto in mente, in realtà. Probabilmente quel giorno ero particolarmente fantasioso.

'Pronto?' chiesi cercando di sembrare il più duro possibile. Dall'altra parte nessuna risposta. 'Pronto? Chi è?' dissi ancora. Ero preoccupato e istintivamente strinsi Dot più a me. 'Sono Gladys, Michael' sospirai, nonostante fosse lei e mi rilassai, smettendo di preoccuparmi. 'Gladys' dissi mentre tenevo il biberon di Dot. 'Come stai?' chiese. 'Bene' ero freddo nelle risposte. 'Dot?' 'Per te è Faith. Sta benone. Si sta riprendendo da una polmonite. È successo qualcosa?' 'i bambini volevano vedere la loro sorellina. Non fanno altro che chiedere di lei' guardai Dot che continuava a mangiare mentre muoveva a scatti le sue manine. 'Va bene. Dammi il tuo indirizzo' 'grazie' mi diede l'indirizzo e Dot in quel momento urlò. 'Arrivo subito. Deve finire di mangiare e prendere le medicine' 'fai con calma' disse. Ebbi l'impressione che stesse sorridendo.

Dieci minuti dopo presi Dot, la coprii per bene e andammo all'indirizzo. 'Oggi conosciamo i tuoi fratelli' dissi togliendole la sciarpa. Aveva troppo caldo e stava sudando. 'Ora arrivano tesoro. Non piangere' la strinsi a me per farla calmare. 'Ehi, chi è che piange?' chiese sorridendo Gladys aprendo la portiera. 'Ha caldo' dissi levando la maschera che le copriva il volto. 'Ha preso la medicina. Ha fatto la brava fino ad ora' dissi tenendola stretta, quasi gelosamente. Non potevano ancora vederla in viso perché era girata di schiena. Smise di piangere quando cominciai a cantarle delle canzone. 'In realtà smette di piangere solo quando le ballo davanti. Volevate vederla' la girai. 'FAITH!' urlò Noah spostando Gladys. Lei fece entrare i bambini e poi si sedette accanto a me. 'Vi piace?' chiesi mentre le aggiustavo i capelli. Guardavo Gladys con la coda dell'occhio. Nonostante la odiassi, era sempre più bella ai miei occhi. 'è bellissima' disse Rose. Dot urlò e sorrise. Gladys la guardava senza smettere di essere meravigliata. 'Ha tanti capelli' disse d'un tratto. Era stata in silenzio fino ad allora. 'Sì' le accarezzai il capo e sorrisi. 'Guarda, le ho fatto un disegno' disse Noah lasciando un foglio nelle mani di Dot che lo mise in bocca. 'Oh, no, Dot. Non puoi mettere in bocca qualsiasi cosa hai per le mani' Gladys e i bambini risero. Posai il disegno accanto a me. 'Posso...posso prenderla?' domandò lei con timore, titubante. 'Okay' risposi. Non volevo, ma era pur sempre la mamma. Dot tossì mentre giocava con l'orsacchiotto di Noah e lo sbatteva in aria con entrambe le mani. La posai sulle gambe di Gladys e la guardò. Stava sbavando un po'. Era come se capisse che quella era la sua mamma. 'Ciao, Faith' disse tenendola per i fianchi. Dot poi guardò me. 'Lo sai chi sono io?' le chiese, ma lei continuava a guardarmi. 'Lo sai chi è questa ragazza?' le tenevo la mano, per evitare che piangesse. 'Ti somiglia molto' 'già' 'possiamo tenerla con noi per sempre?' chiese Rose. 'No, tesoro. è la mia principessa' guardai Gladys in tono di sfida. Dot sorrise a Gladys. Non sorrideva spesso. Preferiva giocare da sola, non parlava ancora, aveva la mania dell'ordine. A dodici mesi non hai la voglia di mettere a posto.

Dot poco dopo cominciò a piangere e quindi ci congedammo e tornammo a casa.

'Michael, i fan ti stanno mandando un sacco di lettere per fare gli auguri a Faith. Guarda questo pacco' disse Janet seduta sul divano, indicando una scatola a terra quindi la presi. Non pesava molto. C'erano mio fratello Marlon e mio fratello Jackie. 'Apriamo questo pacco, Dot' la tenevo con una mano, mentre l'altra era impegnata ad aprire la scatola. esclamai un'imprecazione quando vidi il contenuto della scatola. Balzai in piedi, spaventato. Era la testa di una bambola, sporca, con pochi capelli, senza occhi, un sorriso da brividi, e sulla fronte c'era scritto 'Faith'. Dot scoppiò a piangere. La strinsi a me. 'Michael, sta' calmo. è una bravata questa' disse mio fratello Marlon. 'come faccio a stare calmo? L'hai vista quella bambola?' Jackie la portò via all'istante. 'Fin quando tua figlia sarà con te sarà protetta da tutti e tutto. Tranquillo. Stai facendo la cosa migliore per lei se non la fai vedere in viso. Potrà avere una vita normale e nessuno saprà chi è davvero. Va tutto bene. Falla calmare, okay?'
E nessuno mi avrebbe portato via mia figlia, nessuno.

Scusate se è arrivato un po' in ritardo, ma spero vi piaccia. Ringrazio tutti per i commenti e i like. continuate se volete, perché non fate altro che spronarmi di più. Il prossimo capitolo a brevissimo.

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