clouds sometimes are white.

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Era andata via, era ritornata e aveva un altro bambino in grembo: Noah. Lo avevamo chiamato così, anche lui senza padre.

Mi presi cura di loro tre come fossi un padre e un marito.

Ormai erano due anni che stavamo insieme e naturalmente tutti mi prendevano in giro.

Con lei avevo perso la mia completa innocenza. Quella notte era stata bellissima. Non avevo mai provato quelle sensazioni. Ce ne volle un po' per convincermi, ma lei ci riuscì. Era bellissimo come una donna bianca e un uomo nero potessero stare così bene insieme. C'era un feeling pazzesco fra noi due. Ci amavamo a vicenda.

Gladys teneva nascosto qualcosa. Quella notte, era oramai dicembre, decise di dirmi la verità. Sapeva bene che non avevo mai festeggiato il Natale, ma decise comunque di farmi un regalo speciale.

Eravamo distesi sul letto, mentre i bambini di lei giocavano su di noi.

'Qual è il tuo più grande desiderio per Natale?' domandai dolcemente. 'Sono felice per questo Natale. E qual è il tuo?' domandò a sua volta, sistemandosi meglio. 'non lo so. Essere felici era un ottimo traguardo da raggiungere, e mi sembra che ce l'ho fatta' 'sei felice con noi?' 'sono felice se sono con te' 'beh' disse lei mettendosi a sedere. 'Secondo te come sarà nostro figlio?' chiese lei d'improvviso. mi sembrò di non capire. 'Non lo so, ma spero ti somigli' dissi. Gladys rise. 'Dicevo quello che avremo fra un po'' 'quando vorresti averne uno?' 'non so. Fra...sette mesi che ne dici?' sgranai gli occhi, il respiro mi si mozzò. avrei voluto piangere, ma era come se tutto intorno si fosse bloccato. Io padre? Era impossibile. Mi alzai senza dire niente. 'Michael?' mi chiamò lei seria, mentre il sorriso le scompariva sul viso. Mi misi le mani fra i capelli e mi sedetti a terra. Il cuore mi martellava in petto. Non ero mai stato così felice in vita mia. Le lacrime scorrevano sul mio viso. Ero felice. Finalmente felice. E stavo per diventare papà. Ma il panico mi assalì in un momento. Sarei mai stato capace di badare ad un bambino? Sarei mai stato capace di crescerla nei migliori dei modi? Sarei diventato come mio padre? ero spaventato a morte. Non ero davvero pronto a diventare padre. Non potevo diventare padre ora. Ma non potevo scappare. Mio figlio non lo meritava un padre come me. Volevo tanto scappare, ma al contempo rimanere per vedere mio figlio crescere. Ero combattuto, ma felice.

'Andiamo. Non aver paura' disse lei tirandomi per la mano. 'Lo conosci tu questo dottore, devi parlarci tu' disse ancora, sorridendo. Erano stati giorni pieni di tensione. ero stato in dubbio e avevo vissuto nello spavento fino ad ora. Eravamo dal dottore per una visita ginecologica e io non avrei voluto entrare mai. Ma Gladys mi spinse e non avevo scelta. il dottore era giovane, da poco laureato. 'Un piacere conoscervi. Devo farvi solo un paio di domande' disse alzandosi. ero abbastanza spaventato da poter affermare che appena ne avessi avuto occasione sarei scappato da mia madre. Ero l'uomo della situazione ora. fece stendere Gladys sul lettino e le fece abbassare i pantaloni. lo guardai un po' male. sorrise alzando di nuovo i pantaloni. 'Questa macchina qui è nuova. è ancora in prova e deve essere completata. Non so perché una casa produttrice di queste cose mi ha chiesto di provarla. Per ora voi siete i primi ad essere visitati con questa. è un po' freddo' disse mettendo un po' di gel blu trasparente sul ventre di Gladys. 'Eccolo qui' sorrise e guardò uno schermo. Allora guardai anch'io, alquanto curioso. 'Questo è il cuore di tuo figlio, Mike' mi indicò un puntino sullo schermo. A stento si vedeva, ma lo trovai la cosa più bella del mondo. Era mio figlio quello. 'E vi faccio sentire una cosa' disse il dottore.

Era come se qualcuno stesse martellando ad una velocità assurda contro il muro della stanza accanto. non trattenni la lacrime. Era il mio bambino che faceva quel rumore. Era il cuore del mio bambino.

capii che non c'era cosa più bella di diventare padre. Dot. Per ora lo avrei chiamato Dot, Puntino.

ora non desideravo altro se non tenere mio figlio fra le braccia. Si dice che le femmine siano più legate al papà, e allora sperai con tutto me stesso che fosse una femmina. un maschio non mi avrebbe fatto certamente scomodo. Era sempre mio figlio. Era sempre la cosa che più amavo al mondo.

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