(Mi scuso per eventuali errori di battitura)
Ci sono due tipi di persone al mondo: i primi sono i combattenti, coraggiosi anche se deboli, e i secondi sono i perdenti, e io non perdo mai. Ma sicuramente come me ce ne sono mille altri, perché c'è Gladys, che è certamente mille volte più uomo di me. Lei è capace di non crollare anche nei momenti di maggiore difficoltà, o almeno è mille volte più capaci di affrontarli rispetto a me, oppure non lo dimostra. Ma alla fine tutte le montagne finiscono per franare almeno una volta. La prima volta non fu la morte di Louis, fu giusto un mese dopo, il giorno dopo in cui Dot incontrò di nuovo quel Tyler. Gladys le aveva organizzato questa specie di "rimpatriata", quindi invitò questo ragazzo di Dot senza che io ne sapessi nulla, né tanto meno Dot ne sapeva qualcosa. Fu una sorpresa anche per me quando la vidi arrivare dal ponticello, che collegava la casa principale di Neverland alla restante parte della tenuta, e accanto a lei camminava una ragazzo castano, muscoloso, alto forse sul metro e ottanta o di più che le stava parlando. 'Mi tradisce' sussurrai, dato che ancora non collegavo quel volto a qualcuno che conoscevo. Dot si girò verso di lei e poi urlò un semplice 'Tyler'. Solo quel maledettissimo nome mi faceva andare in bestia, e poi vederla lasciare tutto per correre da quel ragazzo per poi saltargli addosso come normalmente faceva con me, mi fece perdere totalmente le staffe. Mi trattenni, per amore suo. Non che mi desse fastidio, ma mi dava seriamente fastidio. Non ero un papà geloso, ma semplicemente a chi avrebbe spezzato il cuore di mia figlia, io avrei spezzato le gambe. 'Ma dove l'hai trovato?' chiesi a Gladys mentre lei portava le mani sui miei fianchi e rideva per il mio volto viola dalla rabbia. 'Si è trasferito a Los Angeles con una nuova famiglia affidataria, l'ho visto in centro, mentre raccoglieva la spazzatura. Non sei contento, noto' 'mh, quasi per niente' mi diede un bacio sul collo e poi poggiò la testa sul mio petto. 'Mi piaci di più quando fai il geloso?' alzai lo sguardo dal suo viso, guardai Dot che proprio in quel momento baciò il ragazzo. 'Questo è un affronto' mi coprii gli occhi e Gladys scoppiò a ridere, dandomi una pacca sul petto. 'Ma smettila, tua madre non faceva così quando ci baciavamo' 'perché tu non sai quante te ne diceva dietro' 'davvero?' 'stavo scherzando!' risi io quella volta e lei prese fiato. 'Mi ero già fatta mille complessi'
'Cazzo, ma c'è tuo padre lì e io ti sto baciando con così tanta nonchalance, come se non fosse presente e non ci stia guardando' 'è diverso, Tyler, sta guardando te, non me, Ed è arrabbiato con te, non con me' 'Ma che diamine gli ho fatto' 'Sei il fidanzato della sua bellissima, adorata, dolcissima principessa' 'Okay, se vado a salutarlo non è che mi manda via, giusto?' 'non è un animale, Tyler. è dolcissimo, se gli parli diventerà tuo amico in men che non si dica' 'Okay, mi fido. Quindi evito di baciarti davanti a lui?' 'Credo gli inizierai già a piacere' quando mi girai, papà stava guardando Tyler dalla testa ai piedi, e lo stava studiando in ogni minimo movimento, e stava studiando anche me, come se non mi conoscesse abbastanza. 'Ci incontriamo di nuovo' esclamò con finto entusiasmo stringendo la mano di Tyler così forte che lui strinse i denti, mi guardò per un attimo accigliato e poi tornò a guardare papà, dritto negli occhi, e papà guardava me, un po' arrabbiato secondo me. Mi fece il suo odioso sorrisino di sfida, e io ricambiai alzando le braccia al cielo. 'Hai già fatto vedere al tuo amico la nostra vastissima residenza?' mi chiese trattenendo un sorriso. 'no, è la prima volta che viene qui. Ci vuoi fare da spia mentre lo porto in giro?' mi guardò accigliato, perché non avevo mai osato sfidarlo così, né parlargli con quel tono altezzoso da principessa viziata. 'Oh no, ma tranquilla. Dopo ci facciamo una chiacchierata' mi fece l'occhiolino, e mi venne da sorridere, perché non ci eravamo mai permessi di sfidare l'altro in modo così sfacciato.
Ma alla fine riuscii a separare Tyler da papà, che gli mandava frecciatine con lo sguardo. Lo portai a vedere lo zoo, le giostre, e ci incamminammo verso la mia parte preferita: l'immenso giardino davanti l'edificio principale. 'Come hai fatto ad arrivare a Los Angeles?' gli chiesi mentre mi sedevo fra le sue gambe e lui cingeva le mani davanti al mio addome. 'La mia ex famiglia è fallita, ha avuto un bel da farsi con cause legali, e mi hanno mandato dai miei veri genitori, che a quanto pare hanno accettato di riprendermi con una facilità incredibile. Mi domando con quale coraggio l'abbiano fatto, dato che prima ti abbandonano e poi ti rivogliono con loro, davvero non lo so. Mi sembra altrettanto incredibile che abbia altri due fratelli naturali, un maschio e una femmina, più piccoli, alquanto viziati aggiungerei. Io, invece, devi aiutare i miei, e indovina? Mi hanno mandato a pulire le strade di Los Angeles con il fratello di mio padre, che mi tratta come uno schiavo' 'e davvero tuo padre ti fa fare questo?' 'lui mi ha venduto pur di avere soldi quando sono nato. Sì, l'ho scoperto qualche settimana fa, incredibile' rise e scosse il capo. 'wow. Meno male che mio padre certe cose non le pensa nemmeno' 'meno male che hai un padre, Dot'
Ci svegliammo nel mezzo della notte, perché Noah mi stava praticamente saltando addosso, ed era nervoso, nervosissimo. Stava quasi piangendo, e tentava di dire qualcosa che non sapeva. Mi parlava con i segni, ma avevo la vista annebbiata dal sonno. 'Noah calmo' dissi, come se lui potesse sentirmi e recepire il messaggio. Ma non si calmava, imbrogliava i segni. Mi tirava, ci fece alzare per seguirlo verso la porta della camera di Dot, dove di fronte c'era JoJo, in piedi e probabilmente più spaventata di Noah. 'Che cavolo succede?' chiesi mentre Gladys mi prendeva la mano. 'Io non ce la faccio a entrare. Ho chiamato l'ambulanza, non sapevo che altro fare' scattai verso la porta di Dot, la aprii con forza, e in quel momento ero io quello spaventato a morte. Tutto ciò che il mio cervello riusciva a far vedere era solo una pozza di sangue sulla camicia di Dot che colava dal suo naso come un fiume in piena, un pozza di liquido cancerogeno e altro sangue accanto a lei, sul pavimento, e poi i suoi occhi, rossi per i capillari scoppiati, ma che non smettevano mai di essere quelli di mia figlia. Era seduta ai piedi del letto, poggiata contro di esso, probabilmente senza forze, e mi sentii egoista a non essere io quello lì a terra. Sussurrai un mio dio, corsi da lei, le alzai la camicia sul fianco sinistro. ripetei un sottile no per cinque volte. Il tubo del drenaggio aveva qualcosa che non andava, qualcosa di alquanto male presupponevo. Ma rimanevo immobile a guardarla negli occhi, e quando i paramedici arrivarono mi fecero allontanare da lei. Gladys si era stretta a me, forte, come fossi una speranza in più. 'Quanti anni ha?' 'quasi quattordici anni' 'quanto pesa?' 'qualcosa in più dei trenta chili, ma...' 'okay, credo che i reni di sua figlia stiano cedendo di un bel po', e il tubo del drenaggio ha preso una brutta infezione. Ora la portiamo in ospedale e le facciamo fare svariati controlli' in quel momento guardai a terra verso Dot, e vomitò come fosse la protagonista dell'esorcista, vomitò a spruzzo tutto quel sangue che probabilmente i suoi reni stavano rigettando. 'Oh mio Dio' Gladys sussurrò, nascondendo il viso nel mia petto.
'anche lei no'
anche lei, no?
scusate per la schifezza, ma l'ho scritto di fretta, e dovevo aggiornare. ho una marea di compiti e non vedo l'ora finisca la scuola per poter aggiornare più spesso.
passate a leggere le storie di @TonySMichaelJ :)
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Fanfiction"io ti proteggerò, che ci siano tempeste o no. noi saremo torre nella bufera"