introduzione

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La vita è come una semplice ruota. Gira, si ferma, riparte. Ci sono tante buche che ci fanno crollare, ma riusciamo a ritrovare sempre la strada piana per andare avanti, con forza, determinazione e passione, con o senza aiuto, con o senza luce. Guardiamo avanti, e continuiamo a girare, più veloce.

Gira la ruota. Gira e finisce per consumarsi. Si stanca la ruota dopo tutte quelle fosse, quelle nevicate, precipitazioni, dolori. Crolla anche la ruota prima o poi. Anche essa a volte può essere fatta di spigoli, che si rompono facilmente, e che finiscono per tornare tondi. E la ruota continua a girare. Ma stanca si ferma. Tutti si stancano. Tutti vogliamo riposare in eterno. La ruota si ferma e si riposa. Non aspetta più di poter ripartire. È stanca ormai. E allora facciamola riposare. Anche lei merita questo, dopo tutte le perplessità, dopo tutte le difficoltà, dopo tutti gli ostacoli. Ferma.

Così sono io. Già. Io sono quella ruota. Vorrei tanto potermi fermare per sempre. Sarei felice allora.

Non ho mai avuto una bella prospettiva della vita, forse perché non sono mai stata capace di viverla appieno. La ruota che sono io si ferma ogni cinquanta metri. Fa fatica ad andare avanti. Si spaventa anche di se stessa. Dovreste vedermi durante le discese, o durante le salite, o sulla terra piana. è come fossero tutte salite ripide.

Vorrei guardarmi mentre giro, per vedere quanto sono ridicola, quanto sono puerile.

Di tutto si può dire di ciò che sono. Ma per me rimango una nullità.

Ho sempre pensato di essere quella particolare, quella diversa, nel senso negativo. Non mi sono mai considerata, non ho mai letto dentro di me, non mi sono mai cercata sul serio. Non ho mai capito chi sono, cosa sono veramente.

Vorrei poter essere felice come tanti altri. Vorrei essere una semplice ruota che gira come tante altre. Ma invece sono quello che sono.

Ho sempre finto con un 'sto bene' o con un sorriso. Tutti si innamorano del mio sorriso, sin da quando ero una bambina pestifera che non stava ferma nemmeno mentre dormiva. Tutti si innamorano della mia maschera. Come vorrei far vedere chi sono sul serio. Vorrei tanto far vedere il mio volto stanco, tormentato dai ricordi che cascano sulle guance calde, dai ripetuti schiaffi che la vita ha avuto da offrirmi. Ma sorrido. Fingo ancora. Quella che gira è solo un clone della mia vera ruota. Quella si è fermata da tempo. Forse non partirà più, forse ha capito anche lei che non serve più.

Mi hanno chiesto spesso di raccontare la nostra storia. Una storia particolare dovrei dire. Ho tenuto nascosto per anni un diario che usavamo io e lui, raccontando delle nostre giornate, dei nostri sentimenti. Non scriveva spesso lui. Chiedeva a me di prendermene cura. Io l'ho fatto. Scrivevo ogni giorno. Da quando sono diventata mamma scrivo la sera. Esso è stato scenario della mia vita, della nostra vita.

Era speciale uno come lui. sapeva cosa dire, cosa fare, sempre.

Una volta mi ha chiesto cosa significasse per me l'amore. Solo ora sono capace di rispondere.

L'amore è il fuoco che brucia il cuore, l'inverno, il vento che gela l'anima, il pensiero che ti copre al mattino. L'amore è il freddo che fa rabbrividire, il sentimento che ci porta ad essere migliori, oggi, domani, ogni volta che amiamo e siamo amati. L'amore è un abbraccio, libertà, passione, la locomotiva che traina gli altri vagoni. L'amore è un bacio,un abbraccio, il sorriso di un bambino, ogni suo strillo. L'amore è un padre, una madre. Esso significa sacrificio, sapere e conoscere. Distanza, forza, potere, gelosia.

Ma non spesso veniamo amati, non spesso amiamo. Spesso viviamo dietro un muro di solitudine, paura e dolore. A volte è stesso colui che amiamo di più a farci male. E l'amore scompare in ogni lacrima amara.

Io sono me, sono quello che sono, e mi odio. Ci sono milioni di persone che mi amano al mondo, milioni di persone che non conoscono davvero la mia storia, la nostra storia. E il nostro diario servirà a raccontarla, per la prima, l'unica e ultima volta.

Mi manca ogni giorno, ogni ora, minuto, secondo, millesimo di secondo. Mi manca sempre. Non vedo vie di uscita. Anche il clone della ruota che sono si è fermato. sono completamente sola, completamente abbandonata. L'unica persona che era capace di capirmi, di starmi accanto, è andata via.

In fondo so che è mille volte meglio dove si trova lui.

Ma a me manca.

So che lì non ci sono problemi, che si vive finalmente bene.

Ma a me manca.

Mi consolo con una frase che dissi tempo fa: abbiamo la consolazione di sapere che dopo la morte c'è solo il paradiso, perché all'inferno ci siamo già.

E lui ha smesso di soffrire, ora è davvero libero. Vorrei smettere anch'io e ritornare insieme a lui.

Le persone mi chiedono 'Come stai?' ma che rispondo loro? Niente. Scrollo le spalle, 'Sto bene' e sorrido. Fingo, come ho detto prima. Ma dentro il cuore è solo un ammasso di polvere, l'anima squarciata. Non volevo più soffrire, ma ormai ho fatto l'abitudine al dolore.

Io sono morta con lui. Avevo gli occhi sempre vispi prima. Ora sono spenti, privi di vitalità. Non cerco più la felicità perché so che non la troverò mai.

Ogni volta che ci provo finisco per ammazzarmi sempre di più.

Non è felicità questa.

E a me manca

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