Innanzitutto mi scuso per il "leggero" ritardo. Vorrei annunciarvi che ho apportato alcune modifiche alla storia. Quindi eliminate dalla vostra mentre Rose e Noah, fate finta non li abbia mai nominati. Nei prossimi capitoli capirete il perché.
A quattro anni assistetti all'incidente più grave della carriera di doo doo. Ne avevo sei ora ed ero una bambina con tanti problemi.
Ricordavo quell'incidente perfettamente: ricordavo le fiamme che si diramavano sulla testa di doo doo, le mie grida di spavento e zio Marlon che mi prendeva per portarmi da doo doo in ospedale. Ricordavo tutto e il fuoco ora mi spaventava.
Quella forma di autismo che ho io fa così. Ogni shock è uno spavento che durerà per tutta la vita. Con la lettura di Peter Pan riuscii a risolvere la paura della mia ombra, perché capii che era solo una parte di me che voleva giocare.
Avevo sei anni, ero autistica, soffrivo di asma e dislessia. Inoltre dovevo tenere in continuazione quel tutore al naso, altrimenti non respiravo bene. Era una rottura stare due ore ogni sera a fare ossigenoterapia, ma per doo doo era importantissimo. E se era così per doo doo lo era anche per me.
Amavo doo doo più di ogni altra cosa al mondo, lui era il mio papà. Era la persona più importante per me, quella che mi stava sempre vicino in ogni momento. sapevo che non mi avrebbe mai lasciata. Lui era il mio papà re e io la sua piccola principessa, fatti l'uno per l'altra. Io non potevo fare a meno di lui, lui non poteva fare a meno di me.
Si prendeva cura di me, della mia salute cagionevole.
Prendevo spesso il raffreddore, la tosse, la febbre alta. Ma lui mi curava con tutto l'amore che solo un padre può dare alla propria principessa.
Non avevo una mamma. Doo doo mi disse che era in cielo con gli angeli, e io gli credetti, perché tutto quello che diceva doo doo era la sacra e santa verità.
Per me doo doo era anche una mamma, un fratello, il mio migliore amico, mentore, idolo, eroe. Era tutto per me, e non esagero.
Doo doo non aveva accettato a mandarmi ad una scuola pubblica, così era lui che mi faceva da insegnante. Era un insegnante particolarmente severo e per ottenere qualcosa dovevo leggere tanto. E per me che sono dislessica era una vera impresa.
Nessuno mi aveva mai visto in volto. Doo doo mi proteggeva con quelle maschere che io odiavo a morte, ma che tenevo sempre.
Ora vivevamo in una nuova casa: Neverland.
Era enorme ed era bellissima, era quello che siamo noi, era la ricerca di nuova felicità.
Doo doo aveva fatto fare una casetta di legno solo per me. Lì custodivo i trofei vinti. Ero una ragazza molto sportiva; avevo undici anni ed ero già una cintura marrone 3 kyu di Karate, di Taekwondo e cinture alte in tante altre discipline marziali. Avevo fatto molte gare e ne avevo vinte la maggior parte. Era una ballerina di hip hop, robot dance, break dance e classico. Con l'ultima dovetti frequentare un corso specifico, poiché non sono mai stata capace di stare sulle punte di gesso da sola. A doo doo piaceva che sapessi ballare anche il classico. La robot dance era una cosa che avevo nel sangue, una questione di gene, come diceva doo doo. Ci allenavamo tutti i giorni a ballare. Avevo una voce, a detta di doo doo, angelica. Riuscivo ad arrivare alle note più alte senza nemmeno riscaldarla. Doo doo si emozionava sempre a sentirmi cantare.
Nell'84 facemmo amicizia con una famiglia di italoamericani, i Cascio, chiassosa e rumorosa, ma mai quanto me e doo doo insieme. Eravamo la coppia più divertente fra tutti.
Doo doo non mi aveva ancora mostrato al pubblico. Continuavo a portare la maschera, anche se stavo sempre con lui. Era gennaio 1992. Era il quattro gennaio, alle tre del mattino, ed eravamo andati a casa dei Cascio. Doo doo aveva accettato a mostrare il mio volto per ora solo a loro, che erano le persone di cui più ci fidavamo.'Dot' mi chiamò scuotendomi, 'Siamo arrivati, principessa. Su, svegliati. Non fare essere la solita dormigliona puzzolente' disse ridendo 'tu puzzi, non io' risposi pronta, alzando la testa dalle sue gambe. 'Su, metti la maschera' 'va bene, va bene' presi la maschera e me la misi sul viso. Avevo quasi tredici anni ma ero alta appena un metro e ventotto. Sembravo molto più piccola rispetto a quanto ero grande davvero.
'Scendi prima tu' disse doo doo. scesi con circospezione e doo doo subito dopo di me. Mi coprì anche con la sua giacca, visto che non voleva che prendessi la febbre, cosa che accadeva molto spesso. Bussammo alla porta dei Cascio, i qualo ci aprirono subito. C'era Connie in pigiama, felicissima di vederci. Io stavo avanti a doo doo, che mi teneva le mani sulle spalle, fiero ed emozionato.
'Mrs Cascio!' esclamò doo doo. 'Ragazzi, entrate! Vi stavamo aspettando' ci fece spazio e noi entrammo, in silenzio. Doo doo mi presa la mano. Dominic, che noi chiamiavamo Big D, ci salutò. Io lo chiamavo anche Mr Moustache perché aveva dei baffi spettacolari. 'Joh Kloh!' esclamò Frank, il primogenito dei Cascio, mio coetaneo, mentre mi abbracciava. salutai anche Eddie, due anni più piccolo di me. Poi c'erano Dominic e Marie Nicole. li salutai con un saluto che avevamo inventato. 'Togli la maschera?' chiese Frank impaziente. 'Certo. A breve' rispose doo doo ci sedemmo, io accanto a lui, come sempre. 'Allora, Faith. Sei pronta per mostrarci come sei realmente?' 'non è che se ho la maschera non sono quello che sono' 'si vede che è mia figlia. è una filosofa, insomma' disse doo doo. ridemmo. 'Sì ma avremo l'onore di essere i primi al mondo a vedere com'è la figlia di Michael Jackson in viso' 'se la mettete così, Dot togli questa maschera' disse doo doo sorridendo. 'Sono troppo emozionata' esclamò Connie. 'è brutta, non è un grande spettacolo' doo doo mi prese in giro. 'Ma come cavolo te l'ho attaccata?' 'quanto sei inutile, doo doo' 'ho fatto, visto? Non sono del tutto inutile' la tolsi. 'Oh mio dio' rimasero a bocca aperta, tutti. Doo doo sorrideva guardandomi fiero. 'è... bellissima' sussurrò Frank. 'Entrano le mosche, chiudete la bocca' dissi facendo ridere doo doo. Big D mi prese il viso fra le mani e guardò dietro le orecchie. 'Non è un'altra maschera. Ma l'hai fatta con la fotocopiatrice, Mike?' mi lasciò e rimase in piedi davanti a me. Sorrisi. 'Oddio. Oddio avete lo stesso, identico sorriso!' ridemmo io e doo doo. 'è bella, vero?' 'è bellissima' ripeté Frank. 'Michael e tu ci hai tenuto nascosto per tredici anni una bellezza così?' disse Marie Nicole prendendo il mio viso fra le mani. doo doo sorrise. Frank mi guardava con occhi brillanti, la bocca ancora spalancata e le pupille dilatate. 'Frank la smetti di guardarmi in quel modo?' 'ma sei bellissima, Faith' 'Frank' disse doo doo facendoci ridere. 'E Faith voleva farvi vedere un'altra cosa' disse doo doo. 'Ah già' alzai la manica della camicia e mostrai le macchie di vitiligine sotto il gomito. 'Nel caso vi sareste chiesti se sono davvero figlia di doo doo' 'Quando stiamo a casa non le copriamo' 'ma quando usciamo sì. Sono già lo zimbello di tutti' 'ma non è vero!' esclamò doo doo abbracciandomi. 'Tu sei la mia principessa' mi diede un dolce sulla tempia. 'E quando la farai vedere a tutto il mondo?' chiese Connie. 'a breve'
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Fanfiction"io ti proteggerò, che ci siano tempeste o no. noi saremo torre nella bufera"