"lasciaci stare" pt.2

252 13 1
                                    

'E mettimi a terra!' urlai piangendo, inutilmente cercavo di liberarmi, quell'uomo mi teneva stretta.

'Papà! Aiutami, papà!' urlavo.

Le lacrime mi scorrevano come fiumi sulle guance fredde per la temperatura dell'ambiente.

Come hanno potuto lasciare che mi portassero via dalla cosa di cui sola mi fidavo? Come hanno potuto portarmi via la felicità? Doo doo diceva che il sorriso è una cosa inestimabile, che nessuno avrebbe mai potuto portarlo via da noi.

Eppure ci erano riusciti. Non mi restavano altro che lacrime salate, un papà poco lontano, che, maledizione, non riuscivo a raggiungere.

Poi lo vidi il mio doo doo, lo vidi correre verso di me, veloce come un fulmine. Il gorilla che mi teneva mi lasciò e saltai in braccio a doo doo.

'Oddio, Dot' disse papà piangendo. 'Oddio mio. Ti vengo a prendere, tesoro mio. Ovunque andrai io verrò a prenderti. Te l'ho promesso che non ti avrei mai lasciata, che ti avrei sempre protetta' sussurrò.

'Non mi lasciare, vieni con me'

'Non posso. ma sai, se vuoi posso darti anche le mie bombolette puzzolenti, così quando arrivi nella tua nuova casa ti prenderai la tua vendetta' mi fece ridere, e lui sorrise, anche se continuavamo a piangere.

Entrambi sapevamo cosa ci sarebbe successo.

'Io ti amerò per sempre, Dot, e ti riporterò da me, te lo prometto. E quando doo doo fa una promessa la mantiene sempre'

Ce ne volle per staccarmi da doo doo, ce ne volle per staccare doo doo da me.

In macchina mi misi la giacca di doo doo addosso e la tenni per tutto il tempo sul viso. Sotto di essa continuavo a piangere silenziosamente, singhiozzavo, chiamavo doo doo.

Non seguii il viaggio in aereo, non seguii quello che Gladys diceva di me o a me. Non le rispondevo, non la degnavo di uno sguardo.

Una volta arrivati all'aeroporto di destinazione, lessi dove ci trovavamo: Gatwick, Crowley, Inghilterra, ad un'ora e mezza da Londra, il secondo aeroporto più importante dopo Heathrow. Mi venne un attacco di panico. Ero davvero così lontana da doo doo? Ero davvero così lontana dall'America? Ero davvero così lontana dalla mia vita.

Davanti a miei occhi mi passarono i ricordi più belli con doo doo. Le avventure, le risate…mi sentivo come se tutto fosse svanito in un solo momento. Io ero completamente devastata.

Il cuore mi batteva a mille, le lacrime aumentarono. Continuavo a chiamare doo doo, ma lui continuava a non rispondermi.

Perché la vita manda le difficoltà a chi ha il cuore tanto debole come il mio per superare tutto? Perché dio vuole vedermi infelice? Perché dio vuole il mio male? Doo doo diceva sempre che dio è buono.

Ma sapete, non c'è niente di più falso tanto quanto lo è dio, tanto quanto lo è l'uomo. L'uomo è la macchina più distruttiva del mondo, e pensare che il signore onnipotente lo ha creato a sua immagine e somiglianza.

Ma diamine, il mio cuore non regge a tutto questo, e "cado a terra come cade un peso morto".

***

Scusate la schifezza ma vado di frettissima.

Come detto nei precedenti capitoli, la nostra Faith soffre di autismo e uno dei sintomi più comuni è quello di non voler cambiare nulla nella propria vita.

Insomma, questo cambiamento sarà un trauma.

Continuo a due stelle e due recensioni. Kisses

we are us.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora