Era passata una settimana da quando si era svegliata. Le avevano tolto quella specie di imbracatura e doveva restare un po' sotto osservazione.
Era noioso, doveva starsene ferma sul letto a giornate o girare l'ospedale su una sedia a rotelle. Ogni tanto andava a parlare con Miguel, ma spesso sperava che arrivassero più visite possibile. Sperava che arrivasse suo cugino, ma non c'era. Lo chiamava e non rispondeva.
Poi un giorno Sam andò a trovarla.
«Ehy, come va?» le chiese, per iniziare la conversazione.
«Mi annoio, spero mi rilascino presto...senti...sai nulla di Robby?» chiese subito, sistemando le lenzuola. Sam sospirò, così capì che qualcosa non andava.
«In riformatorio...» ammise. Allora Morgaine cercò di alzarsi, ma era troppo debole per muoversi.
«Morgaine, ma che fai?» la bloccò l'altra, cercando di farla stare ferma.
«Devo andare da lui...»
«Prima devi stare bene...stai ferma...»
«Devo parlarci»
«Chiama al telefono del riformatorio» le sorrise, per poi passarle il numero.
Morgaine lo compose e aspettò che rispondessero.
«Chi è?» chiese una voce maschile molto profonda.
«Morgaine Duke, vorrei parlare con Robby Keene» chiese gentile.
«La ragazza dell'incidente fuori scuola?» si stupì la guardia.
«Si, mi lasci parlare con mio cugino, per favore» lo supplicò, non voleva aspettare oltre. La guardia chiamò Robby che rispose.
«Che vuoi?...» le chiese scocciato.
«Robby...come stai?...» chiese emozionata.
«Lo chiedi solo ora? Dove cazzo sei stata tuto questo tempo?» chiese arrabbiato. Possibile non sapesse nulla? Gli occhi di lei si riempirono di lacrime.
«In coma Robby...in coma...» rispose con una nota di rabbia mista a delusione nella voce. Robby rimase in silenzio.
«Io...non lo sapevo, scusa...e ora tu...?» chiese, preoccupato.
«Sto bene, sto qua un altro po', poi posso uscire» spiegò, ma non voleva parlare di lei.
«Robby ti prometto che verrò a trovarti. Non fare cazzate in riformatorio, va bene?»
«Si...»Per pranzo le portarono una sottospecie di zuppa verde vomito che non riusciva proprio a mangiare, anche perché l'odore era strano. Chiese ad un infermiera che si prendeva cura di lei quasi sempre se fosse possibile avere altro.
«Mi spiace, oggi danno solo queste cose. Però puoi farti portare qualcosa da casa» le sorrise. Sapeva che suo zio sarebbe passato da lei quel pomeriggio, perciò lo chiamò e gli chiese di portarle qualcosa di commestibile. Poi si alzò piano, sorreggendosi alla testata del letto. Mosse un paio di passi incerti e si mise a sedere sulla carrozzella, per poi raggiungere Miguel.
«Ehy! Tu lo mangi il vomito verde?» gli chiese, disgustata al ricordo.
«No, la nonna mi porta qualcosa...» rispose lui, poco attento.
«Che succede?» chiese lei, capendo che qualcosa non andava.
«Tu puoi camminare?» chiese lui, dubbioso.
«Poco, ma faccio qualche passo, perché?...»
«Beh, io devo subire un intervento per farlo e mia madre si indebiterà...» raccontò, piuttosto scoraggiato. Allora Morgaine si avvicinò il più possibile al letto, fece pressione con le braccia sui manici della carrozzella e con un movimento piuttosto rapido finì seduta sul bordo, vicino a Miguel. Posò la testa sulla sua spalla e gli stampò un bacio dolce e bagnato sulla guancia.
«Come hai fatto a salire... cioè ti sei svegliata dopo ma sei già...» cercò di chiederle, impressionato dall'agilità della ragazza.
«Forse hai subito danni più gravi, o forse è questione di forza di volontà...» spiegò lei, non riuscendo bene a spiegarsi la cosa. Sapeva solo che odiava la debolezza e voleva uscire da lì il prima possibile per poter riprendere con la sua vita.~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~
Nel pomeriggio ebbe una delle solite visite di controllo. Le mettevano ansia, perché non sapeva mai che novità potessero esserci. Il medico che la curava era gentile e la faceva sentire a suo agio, ma questo non bastava a fare scendere la sua preoccupazione.
«Buone notizie» le disse quel giorno, così che le spuntò un sorriso radioso sul volto.
«Due giorni e puoi uscire. Con calma riprenderai a camminare e fare le cose normalmente. I primi giorni ti affaticherai, ma posso dirti che sei in forma smagliante considerando il tuo caso» spiegò. Morgaine voleva gridare di gioia. Certo però, le dispiaceva per Miguel. Lui sarebbe rimasto lì a lungo, mentre lei era già come nuova. Decise di non dirgli niente per non dargli dispiaceri in più.
«Posso farle una domanda?» chiese al dottore, che stava sistemando delle attrezzature.
«Certo» si rese disponibile lui.
«Conosce Miguel Diaz, giusto?»
«Siete famosi ovunque in questo periodo voi due» rise ironico.
«Bene, perché lui non riesce a camminare e io si...?»
«I vostri incidenti sono molto diversi, il suo ha interessato la colonna vertebrale, il tuo pure, ma in maniera più leggera. Ma sta' tranquilla, camminerà anche lui» le sorrise, per poi invitarla ad uscire per fare entrare il prossimo paziente.
Si spostò con la carrozzella fino al reparto nascite: aveva preso l'abitudine di andare lì quando non sapeva cosa fare. I bambini che dormivano, inconsci di ciò che avrebbe riservato loro la vita, la facevano sentire tranquilla. La vita era un mistero per tutti, ma bellissima allo stesso tempo. Se ne era resa conto solo dopo essere uscita dal coma.
Tornò nella sua stanza e fece pressione sui manici della sedia per cercare di alzarsi. Si appoggiò alla testata del letto e mosse i primi due passi incerti, per poi sedersi sul letto, affaticata. Qualcuno si affacciò alla porta. Era Kyler.
«Ehy bellissima! Come andiamo oggi?» le chiese, allegro.
«Provavo a camminare, sto benone» sorrise.
«Devo parlarti» proseguì. Tra loro doveva finire, o lui avrebbe sofferto di più dopo che lei fosse tornata a Miami.
«Qualcosa non va?» chiese lui incerto.
«Kyler...dobbiamo chiudere la nostra storia. Non fraintendermi, sto benissimo con te, sei un ragazzo stupendo, ma quando sono arrivata qua mi ero ripromessa di non affezionarmi a nessuno e sono stata incoerente. Ormai è solo questione di mesi prima che io torni a Miami, non voglio soffrire il doppio e non voglio che soffra anche tu» spiegò, intrecciando le mani sudate.
«Io...non so cosa dire...tu mi hai colpito, Morgaine. Non mi ero mai legato tanto ad una ragazza, ma se la metti così...» rimase bloccato.
«Senti, facciamo così: se dopo quest'anno tornerò e non avrò trovato nessuno e tu sarai nella stessa situazione ci rimetteremo insieme. Ma sono sicura che qualcuna migliore di me la troverai» propose, per poi lasciargli un ultimo bacio a stampo, casto e caldo.
«Va bene...»
Si abbracciarono, poi lui andò via.Eli passò a trovarla poco prima dell'ora di cena, portandole qualcosa da mangiare che non fosse sbobba insipida. Sua madre era proprio brava a cucinare.
«Come va?» le chiese. Era l'unica cosa che le chiedevano da quando si era svegliata.
«Bene, due giorni e me ne vado...» raccontò, con un ampio sorriso stampato in volto.
«Guarda che so fare» aggiunse allegra, alzandosi in piedi e muovendo alcuni passetti appoggiandosi al muro ogni tanto. Quando cercò di tornare sul letto, lui la sorresse dal braccio.
«Bravissima!» si complimentò.
«Che farai una volta uscita?» si informò.
«I miei si erano proposti di tornare, ma ho convinto mio padre a farmi stare con lo zio finché non sarò autosufficiente» raccontò, sistemandosi una ciocca di capelli ribelli che le stava davanti agli occhi.
«Come va al Cobra Kai?» chiese, curiosa di sapere tutto.
«Kreese ne ha preso possesso, ha cacciato alcuni ragazzi più deboli e ora sta cercando altra gente, tra qualche giorno dice che farà una specie di selezione...ah, dice che appena starai bene cercherà di riportarti in squadra» la avvisò, non sembrando del tutto convinto. Lei notò questo piccolo dettaglio.
«Eli, qualcosa non va?» chiese, piuttosto preoccupata.
«No, tutto bene, tranquilla...» rispose, sempre esitando. Morgaine decise di non andare oltre, evidentemente qualcosa non andava, ma se non voleva dirle nulla, non avrebbe insistito oltre.
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•Cool Kid•
Fanfiction•TRAMA🌺 Sempre perfetta per tutto e per tutti, questa è la vita che deve condurre Morgaine. Ma la distanza dai genitori le darà il permesso di liberare un po' il suo vero essere. Vedrete da vicino la vita dei Cool Kids della West Valley High e sc...