CAPITOLO 24

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Continuai ad avanzare nella stanza dove, prima del mio arrivo, le risate echeggiavano e si sentivano anche fuori dall'ufficio del preside Silente.

Mio padre si girò sulla sedia dove era seduto e mi rivolse uno sguardo preoccupato.

"Vieni tesoro" disse indicando la sedia accanto a lui. Rivolsi uno sguardo a Silente e poi a Draco e Theo alle mie spalle.

Mi avvicinai a loro dando un piccolo bacio al mio ragazzo e abbracciando forte Theo.

"Vorrei farlo io" dissi in direzione del mio migliore amico.

"Se te la senti, per me non ci sono problemi." Disse con un sorriso di incoraggiamento.

Mi voltai di nuovo in direzione del preside che annuì lievemente e mi fece cenno sulla poltrona accanto a mio padre, davanti alla sua scrivania.

"Jennifer, sei sicura?" Domandò preoccupato Draco. Vedevo quanto era teso in quella situazione: le mani gli tremavano appena, le sopracciglia aggrottate e la bocca leggermente aperta.

"Si" risposi con un lieve sorriso.
"Vorrei che voi rimaneste con me" borbottai con gli occhi che si riempivano molto lentamente di lacrime.

"Certo, sorellina" disse Theo avvicinandosi e prendendo posto. Draco liberò il rispiro che non mi accorsi stesse trattenendo e prese la mia mano andando verso la poltrona e sedendosi su di essa trascinandomi tra le sue gambe per darmi tutto il sostegno possibile.

Presi un grosso respiro e lo rigettai tremolante sotto gli occhi di mio padre che non osava dire una parola.

Iniziai a raccontare tutto per filo e per segno. Ogni lacrima che atterrava sul pavimento faceva stringere la presa di Draco intorno alla mia vita. La mia mano sinistra era in quella di Theo che la stringeva per darmi forza. Gli occhi di Silente erano leggermente spalancati mentre le parole, che nemmeno lui immaginava potessero uscire dalla mia bocca, rimanevano sospese tra noi. Gli occhi di mio padre erano puntati nei miei mentre la sua testa faceva su e giù annuendo in silenzio.

Finii il mio straziante racconto e tirai su con il naso asciugandomi una delle tante lacrime sul mio volto.

"Tutto questo è per dirti" presi un respiro prima di continuare la fatidica rivelazione. "Voldemort è tornato, papà".

Vidi mio padre andare in apnea quando quelle parole scivolavano dalla mia bocca. Le sue mani cominciarono a tremare e gli occhi si spalancarono.

Si alzò in piedi facendo scattare anche me e mi abbracciò con una presa forte che trasmetteva protezione. Sentivo le sue lacrime bagnare la camicia della mia uniforme e le mie bagnarono la sua giacca.

"Albus" disse staccandosi leggermente da me e voltandosi verso il preside.

"Si Sirius, credo sia la cosa migliore." Rispose il preside come se potesse leggergli la mente. Io al contrario avevo una faccia parecchio confusa mentre guardavo i due uomini conversare.

"Che cosa?" la mia voce uscì quasi come un sussurro e mio padre mi guardò confuso nel non aver capito le mie parole. "Che cosa?!" ripetei alzando la voce.

Mio padre guardo Silente che dopo un piccolo cenno del capo iniziò a parlare.

"Vedi Jennifer, io e tuo padre crediamo che la cosa migliore da fare sia andare provvisoriamente nella vecchia casa dei Black" spiegò Silente con il suo solito tono pacato e tranquillo.

"Il n°12 di Grimmauld Place?!" Chiese incredulo Theo.

"Voldemort non è a conoscenza di quella casa e Jennifer li sarà al sicuro" rispose il preside.

𝐸 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑐𝒉𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑡𝑖 𝑜𝑑𝑖𝑎𝑣𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora