CAPITOLO 38

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❗scene di autolesionismo❗

POV JENNIFER (30/08/1997)

Sono passati circa 3 mesi da quando ho allontanato Draco dalla mia vita. 3 mesi da quando conosco il piano di Voldemort. 3 mesi da quando vivo giorni tutti uguali.

Voldemort ha intenzione di agire appena Silente sarà eliminato, secondo lui è più semplice prendere il controllo su tutto il mondo magico senza il mago più potente di tutti i tempi. Ha affidato il lavoro sporco a me, ovviamente. Devo uccidere il preside di Hogwarts, colui che mi ha aiutata, che mi ha aperto gli occhi, che mi ha amata come una figlia. Ho parlato spesso con Narcissa su questo, le ho detto che il solo pensiero mi faceva rabbrividire, che volevo arrendermi, che non ce l'avrei fatta. Lei mi ha sostenuta. Lei c'è sempre stata.

Da quando Draco se ne è andato è tornato qualche volta per parlare con sua madre, l'ho incontrato ma non ha mai osato posare gli occhi su di me, come io ho fatto con lui, penso che se entrambi cedessimo alle tentazioni saremmo punto e a capo. Siamo stati in silenzio se ci capitava di rimanere da soli nella stessa stanza per pochi minuti.

Non un "ciao", nemmeno un "come stai?". Niente di niente.

Ho continuato a scrivere e a suonare. Ho scritto una canzone che rispecchiasse me e Pansy, una per il rapporto mio e di Theo, infine ho completato quella dell'allontanamento mio e di Draco.

Sono riuscita a convincere Lucius, con l'aiuto di Cissy, a mandare delle lettere ai miei amici, a patto che lui le controllasse e le spedisse, per evitare che rivelassi qualcosa. Ho mandato la canzone a Pansy e Theo, quella di Draco l'ho tenuta nel mio diario.

Le giornate erano monotone e malinconiche, mi svegliavo all'ora di pranzo, saltandolo.

Passavo il pomeriggio in biblioteca, ho letto almeno la metà dei libri presenti in quella stanza

Ho suonato per ore intere. A cena venivo costretta da Narcissa a mangiare qualcosa e mi sforzavo per farlo, lo facevo davvero. Sono sempre stata snella ma ultimamente ho perso almeno 5 chili.

La sera arrivo in camera e prima di entrare in doccia rabbrividisco davanti al mio riflesso: sul busto le costole formano delle scanalature raccapriccianti, le clavicole sporgono più del normale, il viso è scavato rendendo gli zigomi più evidenti.

Per completare la giornata piango fino a rimettere la cena nel fottuto cesso, soffoco le urla nel cuscino e mi rannicchio sotto le coperte per il freddo, nonostante fosse stata un'estate molto calda.

Mi ritrovai in una delle tante sere, appena finii di mangiare tornai subito in camera per una doccia.

Spogliai lentamente il mio corpo denutrito, Cissy era molto preoccupata ma, nonostante mi sforzassi, il cibo che ingerivo finiva in quel cazzo di cesso.

Entrai sotto il getto d'acqua bollente e strisciai sul muro fino a sedermi sul grande piatto della doccia.

Guardai il mio braccio sinistro piangendo, il contorno del tatuaggio era rosso e delle croste si erano formate in qualche punto. I vecchi tagli sui polsi ormai erano cicatrici leggermente rosse mentre quelli più freschi bruciavano a contatto con l'acqua.

Urlai forte. Ero stanca di tutto quello e volevo farla finita ma nulla, prima di quella sera, mi ha spinto oltre.

Portai le miei unghie lunghe sul tatuaggio e iniziai a grattare. Non provavo dolore, quello era niente in confronto a tutto ciò che ho passato.

𝐸 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑐𝒉𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑡𝑖 𝑜𝑑𝑖𝑎𝑣𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora