CAPITOLO 50

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Mi svegliai tardi quella mattina, non dormivo così tanto da almeno un anno. Ad Azkaban i dissennatori mi impedivano di riposare e quindi passavo le notti in bianco, per quanto possibile.

"Buongiorno piccola" Draco entrò in camera con un vassoio in mano. "Ti ho portato qualcosa per il pranzo" disse avanzando verso di me.

"Pranzo?!" Sgranai gli occhi. Okay che ero stanca ma non pensavo così tanto da dormire fino all'ora di pranzo.

"Sono le 12:40, ti ho lasciata dormire" mise il vassoio sul letto davanti a me.

"Grazie" sorrisi dolcemente prima di iniziare a mangiare e parlare con lui.

"Che cosa ti hanno fatto" sussurrò accarezzando il mio braccio magro.

"Va tutto bene, è passato ormai" lo rassicurai ma il suo sguardo non cambiò, vagava tra le mie gambe, il mio viso scavato e le borse sotto agli occhi.

"Draco" posai la mia piccola mano sulla sua guancia e lui la accarezzò con la sua, ancora più grande del solito.

"Ho fatto di tutto per tirarti fuori, io-" era mortificato e la sua voce iniziava ad abbassarsi, lo interruppi prima che potesse iniziare a piangere.

"Va tutto bene, sono qui adesso" lo trascinai tra le mie braccia facendolo appoggiare sul mio seno. Mi stesi leggermente in modo che le mie spalle potessero aderire sulla testiera del letto.

La sua testa scavò nel mio seno, cercando di nascondere i suoi occhi che avevano iniziato a versare lacrime leggere. La mia mano si insinuò nei suoi capelli, accarezzandoli lentamente.

"Mi sei mancata così tanto" la sua voce era rotta ma si notava appena, sapeva nascondere bene le sue emozioni.

"Anche tu, amore mio" sussurrai posandogli un bacio sulla testa. Si tirò su leggermente e posò le sue labbra sulle mie.

Il bacio si intensificò finché lui non invertì le posizioni, mettendomi a cavalcioni su di lui. posò le sue grandi mani sui miei fianchi iniziando a tirare su la maglietta che indossavo.

Iniziai a strusciare la mia intimità sulla sua erezione e fu costretto ad interrompere il bacio per assenza d'aria.

Passai lentamente le mani sul suo petto, coperto dalla camicia iniziando a sbottonarla, i nostri occhi erano incollati e nessuno dei due aveva il coraggio di interrompere quel contatto visivo.

Mi fece stendere sul letto e mi tolse la maglietta baciando ogni lato di me. Baciò le mie guance scavate, le clavicole sporgenti, i seni e appena sotto, sulle costole, facendomi rabbrividire. Continuò a scendere sulle mie cosce sottili e iniziò a baciare vicino alla mia intimità.

"Mi manca il tuo sapore" velocemente, mi tolse gli slip e passò la lingua sulle mie grandi labbra, raccogliendo la mia eccitazione.

Si insinuò tra le mie pieghe, torturandomi il clitoride, per poi iniziare a fare avanti e indietro, penetrandomi con la sua calda lingua.

La mia mano scavò tra i suoi capelli, tirandolo ancora di più verso il mio sesso, mentre l'altra stringeva le lenzuola per il forte piacere.

Lavorò ancora finché non infilò due dita, aiutando il lavoro della lingua. Ansimai lasciando uscire un gemito strozzato, sentii un sorriso spuntare sulle sue labbra mentre la sua lingua continuava a compiere movimenti illegali.

Quando si accorse che stavo per venire si fermò lasciandomi a bocca aperta. Slacciò i suoi pantaloni e li sfilò insieme ai boxer per poi avvicinare la sua punta alla mia intimità, calò il suo viso sul mio.

𝐸 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑐𝒉𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑡𝑖 𝑜𝑑𝑖𝑎𝑣𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora