Wild Thoughts | Taehyung ✓ (Traduzione Italiana)

☙ 40.

"Sorgi e splendi, bella addormentata!"

Il rumore delle tende tirate mi risuona nelle orecchie e la luce del sole divampa sul mio volto.

"NNNG-" mollo un verso e tiro le lenzuola sul viso nella speranza di bloccare la luce.

"Cristo, Sora...c'è un limite al dormire così tanto."

"Vaffanculo Taehyung,"

Una risata riecheggia attraverso tutta la stanza e percepisco dei passi accanto a me.

E improvvisamente sento che le lenzuola vengono strappate via dal mio corpo.

"ASPETTA-"

Afferro i bordi delle coperte e sobbalzo, aggrappandomi a stento al tessuto mentre schiudo gli occhi intontiti.

Ai piedi del letto c'era Taehyung, con una mano sollevata e chiusa tra quelle lenzuola che cercavo di fregargli. "Sora cara, alzati!"

"Vattene!" urlo io, usando tutte le mie forze smorzate per riprendermi la coperta. "Non sono nemmeno le sette del mattino!"

Taehyung aveva comunque una presa di ferro. "E' l'una del pomeriggio, per l'amor del cielo!"

Strattono ancora più forte. "Anche se fossero le sei di sera non me ne fregherebbe un cazzo!"

L'uomo tira ma la mia voglia di dormire è più forte.

Alla fine riesco a strappargli la coperta dalle mani e Taehyung inciampa all'indietro.

"Cristo, donna..." mormora, rimettendosi in piedi dritto.

"Questo è quello che succede quando svegli qualcuno," ribatto io, ficcandomi le coperte sulla testa nella speranza che il sonno sarebbe tornato a farmi visita.

Fottuto coglione, ha cercato di svegliarmi.

Il silenzio di Taehyung mi fa sorridere leggermente. Una piccola parte di me era felice di essere finalmente sola.

Un minuto o due dopo, sento il letto muoversi.

E con la sensazione che qualcosa non va, mi volto mettendomi di schiena con ancora gli occhi chiusi.

Qualcosa di morbido mi accarezza una guancia, ricadendo sempre più giù.

E si ferma sull'orecchio.

Il suono che ne proviene mi fa diventare la pelle bollente.

"Apri gli occhi, tesoro."

I miei occhi si aprono di scatto.

Sopra di me c'era Taehyung, con i suoi capelli -adesso dritti- a solleticarmi il viso e la sua camicia rossa sbottonata, leggermente dondolante.

L'unica azione che il mio cervello era riuscito a decifrare era stata quella di strillare.

"AHH-"

Lo spingo giù e lui atterra alla mia sinistra, sul materasso soffice.

La sua risata era forte e quasi isterica mentre si teneva lo stomaco e gracchiava per la mia reazione.

Mi metto seduta e gli lancio una delle occhiate più cattive mentre lui ride senza smettere. "Tu sei," ringhio, sollevando le lenzuola, "Così fottutamente irritante."

Si asciuga gli occhi e si calma dalla risata. "E tu sei," mi imita, sorridendo, "Così fottutamente adorabile."

"Oh, levati dalle palle..." ringhio, distogliendo gli occhi da lui e incrociando le braccia.