"No, no, no, no!" urlava Baram per la milionesima volta.Avevo cercato di fare l'impossibile compito che quel vecchio mi aveva assegnato. Ma è stato inutile.
"Tu stupida ragazzina!" ruggiva il mio capo, muovendo le mani in direzione del camera man per fargli smettere di scattare foto.
Oh merda, ho pensato. Ho finito per ora.
Si avvicina verso di me, la sua figura grassoccia si affretta. "Quante volte ti ho detto che devi sorridere quando sei vicina alla passerella?!" esclama. "Per la maggior parte del tempo trasalisci!"
"Mi dispiace signore ma questi tacchi mi stanno uccidendo" piagnucolo, massaggiandomi il piede.
Baram mi guarda. "Sono stanco del tuo comportamento, Sora." si strofina la fronte, guardando oltre il corridore. "Vai a prendere la numero due!" lo chiama.
Baram posa lo sguardo su di me. "Vattene, ragazzina."
"Ma signore, non sono neanche passate tre ore-"
"Ho detto VATTENE DA QUI!"
"D'accordo, d'accordo" sospiro, afferrando la mia borsa da una delle sedie vicine. "Vedi di calmarti."
"SICUREZZA-"
"ME NE VADO" urlo io, facendo schioccare la lingua mentre sto per lasciare la stanza. Prima però, raccolgo quei tacchi a spillo rossi e li lancio in direzione del mio capo.
Sfortunatamente non lo colpiscono ma vanno a strappare lo sfondo usato per il servizio fotografico e non ne rimango poi così delusa, alla fine rappresentava un lago da pesca.
Lo so. Miserabile.
Indosso le mie scarpe da ginnastica sulla porta ed esco, lasciando anche quel buco di merda in cui lavoravo ormai da tre mesi.
Una sensazione di sollievo si espande dentro di me facendomi provare un senso di libertà. Odiavo quell'agenzia di terza classe e la sua mancanza di diritti per i suoi lavoratori. Trattavano noi modelle come delle merde.
Tuttavia questo è essere una modella. Lavorare fino all'osso, brillare davanti alle telecamere e avere la tua faccia photoshoppata per fare colpo sui negozi.
Rilascio un profondo sospiro e procedo per le strade di Seoul. La città era estremamente movimentata a quest'ora del giorno con grandi masse di persone intente nella propria routine, file di macchine lontane dal mio campo visivo, suoni di clacson e persone che strillavano.
Afferro il mio cellulare e chiamo mia sorella, premendo quest'ultimo all'orecchio. Immediatamente risponde.
"Sora?" la sua voce dolce risuona nella mie orecchie. "Come va?"
"Indovina." le chiedo, con voce irregolare.
"Oh, conosco quel tono sorellina." dice lei, preparandosi già a farmi la predica. "Baram ti ha licenziata?"
"Beh, non ancora ma presto succederà."
"Non dovresti esserne così felice." mi rimprovera Somi. "Hai a stento i soldi per mangiare, come pensi di pagare l'affitto di questo mese?"
"Mi inventerò qualcosa." la rassicuro. "A proposito, quando sei libera?"
"Sto aspettando le bambine in macchina." risponde "Hanno quasi finito scuola. Perchè?"
"Oh come non detto allora, speravo potessimo bere un caffè insieme."
"Posso venire in venti minuti-"
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Wild Thoughts | Taehyung ✓ (Traduzione Italiana)
Fanfiction[COMPLETATA] ❝ Quando sono con te Sora, tutto ciò che ho in mente sono pensieri selvaggi. ❞ Dove ad una ragazza viene offerto un contratto di lavoro dal proprietario del noto marchio di moda V, Kim Taehyung. Romantica/Commedia/Drama Questa è solo un...