☙ 4.

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Non sono tornata a casa. No, non potevo.

Dovevo dirlo a Somi. Dovevo dirle ogni cosa.

Quindi invece di tornare nel mio appartamento, prendo un taxi per raggiungere la casa di mia sorella.

Vive nella periferia di Seoul, lontano dalla frenesia quotidiana della città. Mi ci vuole mezz'ora per arrivare a casa sua senza quell'orribile traffico.

Fortunatamente, oggi era uno di quei  giorni liberi dal traffico e quindi l'autista raggiunge velocemente la mia destinazione.

Scendo dall'auto, porgendo alcune banconote al tassista. Lui annuisce e parte.

Punto lo sguardo sulla casa, tutt'ora meravigliata da essa nonostante io la veda ogni giorno da quasi dieci anni.

La bianca tenuta sorgeva imponente alla luce del sole. L'abitazione sembrava una residenza del paradiso per quanto brillava.

Mi avvicino alla doppia porta, suonando il campanello.

La porta si apre rivelando mia sorella, che istantaneamente sorride vedendomi.

Nonostante mia sorella fosse cinque anni più grande di me, era piccola e molto più graziosa. Mentre i miei capelli mi arrivavano alla vita, i suoi erano acconciati in un caschetto. Tra essi si intravedevano anche alcuni capelli bianchi sebbene avesse solamente ventotto anni.

La sua caratteristica migliore era il suo viso. Piccolo, dolce e caloroso.

"Sora!" esclama mia sorella, abbracciandomi dolcemente ed io ricambio la stretta.

"Somi, ho notizie da darti." dico io sorridendole in risposta.

"Faresti meglio ad entrare allora." risponde lei, spostandosi di lato per lasciarmi entrare.

Il soggiorno è la prima cosa che mi accoglie. Vasto, uno spazio bianco, decorato in modo complesso con uno spazio per accomodarsi in un lato e una grande TV dall'altra parte della stanza. Alcuni lampadari pendevano dall'ampio soffitto.

"Entra, vieni." mi invita Somi, facendomi accomodare sul divano. "E ora dimmi, che succede?"

"Non crederai alle tue orecchie quando te lo dir-"

"MAAAAMMAAA"

Somi sussulta allo stridio e si volta trovando Chanja correre verso sua madre.

Mi nota seduta lì e le sue labbra si spalancano in un gran sorriso.

"ZIA SORA!!"

Mi salta in braccio, avvolgendo le braccia attorno al mio collo, abbracciandomi con tutta la forza che una bambina di dieci anni può avere.

Scoppio a ridere, stringendo a mia volta la bambina e mettendomela poi in braccio.

Chanja era una bambina sana per la sua età, praticando sempre sport. Aveva i capelli lisci neri e lucenti proprio come i suoi occhi.

"In questo modo stringerai a morte la zia Sora se non la lasci andare." la avverte Somi.

"E' okay, davvero." dico, lasciando che la piccola andasse dalla madre.

"Mamma, Chanmi mi da fastidio." piagnucola Chanja e Somi guarda in direzione della porta che conduce alle camere da letto.

"Cosa sta combinando quel piccolo diavoletto?" mormora Somi. Si alza in piedi, dirigendosi all'interno delle camere.

Io la seguo. Somi stava per mettere piede nella prima stanza sulla sinistra. Era come stare all'interno dello zucchero filato, i muri erano dipinti con delle rappresentazioni di nuvole rosa, i mobili anch'essi di colori pastello.

Wild Thoughts | Taehyung ✓ (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora