𝒸𝒽𝒶𝓅𝓉ℯ𝓇 5

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Jimin

Jungkook si stava avvicinando troppo a me. Era quasi sul punto di far scontrare i nostri corpi ma, grazie al cielo, arrivò Woojin a fermare tutto.

«Ragazzi tutto bene? Caspita siete qua dentro da 15 minuti. Avete finito di cambiarvi, no?» ci urlò da qualche stanza accanto alla nostra

«Si si abbiamo finito. Tutto ok» rispose Jungkook e io lo spinsi subito lontano da me.

«Senti. Tu sarai anche arrogante, testardo e prepotente, ma stai certo che non l'avrai vinta su di me. Riuscirò a tenerti testa fino a quando non ritorneranno Taehyung e i vostri genitori, puoi starne certo. Quindi stai solo giocando una partita già persa Jeon Jungkook»

«Oh non sai quanto mi divertirò con te»

Ma in quel momento non potevo immaginare cosa sarebbe successo nelle settimane successive.

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«Io sto andando in discoteca»

«Jungkook, fermo»

«Mio dio sembri mia madre, che vuoi?»

Perché Jungkook non avesse ancora detto una parolaccia in mezza frase? Perché mi stesse addirittura dicendo dove stesse andando? Bene, io e Jungkook eravamo giunti ad una specie di accordo.

Fu lui stesso a propormelo: lui cercava di contenersi e io in cambio gli avrei fatto tutti i compiti fino alla fine del mio periodo da babysitter... oltre che insopportabile era anche svogliato.

E sapete cos'altro aggiunse? Si, ovviamente con quel suo solito tono da bulletto fallito. Mi disse "se devi farmi da babysitter almeno fallo bene! Insomma, se servi solo a tenermi a bada allora ci metto due secondi a sbatterti fuori da casa mia". Io avevo preferito non rispondergli, lascio alla vostra immaginazione cosa sarebbe uscito dalla mia bocca altrimenti.

Essendo stanco di quel suo comportamento accettai. All'università andavo benissimo e non mi pesava fare i compiti per due persone.

Jungkook frequentava l'università di moda e aveva spesso da disegnare qualche bozza per dei nuovi abiti. E non vi nego che io lo facevo molto volentieri, anche se al suo posto. Così come io ho scelto di fare l'università di economia per una questione familiare, anche lui ha scelto quella di moda per aiutare in qualche modo suo padre. Entrambi probabilmente porteremo avanti due grandi aziende Coreane quando cresceremo, visti i nostri studi e le importanti attività dei nostri genitori.

Ma tornando a noi, lui stava uscendo, in discoteca, e io non gli avrei permesso di bere tanto per poi vederlo tornare a casa ubriaco con magari qualcuno attaccato alle sue labbra. Avrei davvero preferito evitare una situazione del genere.

«Ascoltami attentamente. Tu ci puoi tranquillamente andare, puoi rimanere fino a quando vuoi, non mi interessa, ma se ti azzardi a tornare a casa con la puzza di quello schifo che bevi addosso o con qualcuno, o qualcuna, che poi ti porti a letto, chiamo Tahyung e gli dico di prenotarti subito un biglietto aereo, o peggio di venirti a prendere. Credo di essere stato chiaro, no?»

«Ma che rompipalle che sei santo cielo!»

«Potrò anche sembrarti pesante, ma considerando che per il momento in questa casa ci vivo anche io vorrei evitare di vedere determinate scene... e poi sai quali sono i patti. Sai perché io sono qui»

«Ok non bevo tanto ma ci dò dentro in discoteca, byee»

«Ma fai quel cavolo che ti pare» gli risposi innervosito quando, però, la porta principale di casa si era già chiusa

BABYSITTER | jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora