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«Jimin, tutto ok?»
Non risposi ma sentii i suoi passi avvicinarsi sempre di più al mio letto
«Jimin?»
«Va' via»
«Voglio parlarti»
«No»
«Si invece»
A quel punto prese la mia coperta e la alzò, scoprendo così il mio viso pieno di lacrime che avevano oltretutto bagnato le lenzuola e il cuscino.
«Ma che ti prende?» continuò a parlarmi con un tono basso e preoccupato, stranamente diverso dal solito
«Niente, per favore lasciami in pace» gli risposi finalmente io sedendomi e appoggiandomi alla testiera del letto. Ma lui si sedette accanto a me
«Jimin ti ho detto di smetterla di fare così»
Ma io continuai a guardare un punto impreciso della stanza mentre qualche lacrima ancora scendeva sul mio volto
«Tieni, prendi» e mi porse un fazzoletto
«Grazie» gli risposi, ma poi iniziai a guardarlo insistentemente per capire che diavolo gli stesse succedendo e da dove spuntasse quell'improvvisa calma e dolcezza nei miei confronti
«Che c'è ho qualcosa sulla faccia?»
«No no, è che sei... dolce. Perché?»
«Jimin. Anche io ho delle emozioni. Potrò sembrarti.. non so... cattivo, e tutto quello che vuoi, ma alla fine un cuore ce l'ho anche io»
«Ma a te non importa niente di me»
«Jimin, mi dispiace che tu stia così tanto male a causa mia»
«E tu che ne sai, chi ti dice che la colpa sia tua?»
«Jimin ascolta, so perché stai così. So perché mi eviti, perché piangi. Ma preferisco che me lo dica tu il motivo, se ti va»
«Fidati Jungkook, forse pensi di saperlo, ma non lo sai»
«Non posso dirti nulla...»
Io non sapevo cosa dire, né cosa fare. Semplicemente misi le mani sulla faccia e iniziai a piangere leggermente. Ero imbarazzato, triste, arrabbiato. Ma alla fine sentii la mano di Jungkook accarezzarmi lievemente la spalla.
«Hey» mi sussurrò dolcemente
«Non toccarmi per favore»
Così ritirò subito la mano e continuò
«Se vuoi inizio a parlare io»
Feci di si con la testa.
«Allora. So dei tuoi sentimenti nei miei confronti, ok? Ma effettivamente non hai tutti i torti a pensare che io non ricambi... Jimin i sentimenti non si possono comandare a bacchetta. Come tu magicamente non inizierai a piacermi, così io non smetterò di piacerti da un momento all'altro, quindi puoi smetterla con questa storia dell'evitarmi. Ma devi smetterla anche con questa stupida convinzione che nessuno ti vuole, che a nessuno importa di te e che sei utile solo per delle scappatelle. Per quanto odi quel tipo, pensa a Woojin. Mi hai ribadito spesso che ti vuole bene, che rispetta i tuoi tempi, che anche se gli piaci rispetta il fatto che tu per lui non provi niente»
E lì capii immediatamente che aveva messo mani su ciò che non doveva nemmeno cercare e toccare.
«Che cazzo hai fatto Jungkook... e quindi ora sai tutto...» affermai ormai rassegnato mentre mi asciugavo le lacrime con la manica del pigiama, cercando di realizzare il fatto che Jungkook avesse letto delle parole così intime e personali che sarebbero dovute rimanere private ancora a lungo.
«Si Jimin. Ma posso chiederti una cosa?»
«Ormai...»
«Perchè non me l'hai detto subito?»
«Dio e me lo chiedi pure? Non so stasera cosa hai bevuto o cosa ti è successo per farti diventare così dolce e calmo rispetto al solito, ma quando sei davvero in te e inizio a parlarti mi mandi a fanculo in meno di 2 secondi o interrompi tutte le mie frasi sul nascere. Come potevo addirittura dirti che mi piaci? Poi ti sono venuto a chiedere di quello che abbiamo fatto e mi hai detto che per te non ha significato nulla, nulla! A maggior ragione, come avrei potuto avere il coraggio di dirtelo se dopo aver fatto sesso per te non è cambiato niente? Sono stato solo una delle mille persone che sei riuscito a conquistare. Ma infondo lo sai anche tu, era questo il tuo obiettivo, no? Volevi portarmi a letto e ci sei riuscito, bravo» gli dissi mentre battevo le mani in segno di un applauso sarcastico, per poi continuare a parlare
«Peccato che questo tuo stupido sfizio che sei riuscito a toglierti mi ha letteralmente sconvolto l'anima. E sai una cosa? Quando andavo al liceo e mi fermavo a mangiare in mensa tutti mi volevano al loro tavolo. Ma non perché gli stessi simpatico, no, volevano conoscermi solo per portarmi a letto. Come hai fatto tu. Tu mi rendevi la vita un inferno all'inizio, ma poi quando hai visto il mio corpo non ci hai visto più, come tutti gli altri. Ora capisci perché mi sento così? Perché non ho avuto il coraggio di dirtelo? Io non ho coraggio in queste cose Jungkook, soprattutto se devo parlare di argomenti del genere con uno come te, con uno con cui faccio sesso e il giorno dopo mi tratta come se non fosse successo nulla»
A quelle mie parole calò il silenzio più assoluto.
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Ormai erano passati circa 10 minuti in cui entrambi fissavamo un punto indefinito della camera senza guardarci o scambiarci mezza parola. Quindi decisi di rompere il ghiaccio con una proposta che quando abbandonò le mie labbra fece rimanere sconvolto persino me stesso.
«Jungkook... posso abbracciarti?»
Lo vidi quasi scioccato da quella mia richiesta, infatti spalancò leggermente gli occhi ma alla fine annuì leggermente, anche se con poca convinzione, pochissima anzi.
Lo vedevo teso, davvero tanto. Non penso che Jungkook sia un tipo da abbracci e coccole ma l'unica cosa di cui avevo bisogno in quel momento per sentirmi un po' meglio era un abbraccio, magari proprio da parte sua. Nient'altro.
Senza che me lo potesse ripetere una seconda volta mi fiondai tra le sue braccia. Mi sedetti a cavalcioni su di lui stringendolo a me e appoggiando la testa nell'incavo del suo collo.
«Jimin, non illuderti di nuovo. Domani tornerò ad essere il solito stronzo»
«Ma mi piaci quando sei così, Jungkook»
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BABYSITTER | jikook
Fanfiction[completata - in revisione] Jimin deve fare da babysitter a Jungkook, un ragazzo della sua stessa età nonché fratello del suo migliore amico Taehyung. Jungkook è un playboy arrogante, testardo e ciò che lo diverte di più è proprio infastidire Jimin...