𝓅𝓇ℴ𝓁ℴℊℴ

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Jimin

«Ciao Tae»

«Jiminie!»

Io sono Park Jimin, ho 20 anni e frequento da poco più di un anno l'università di Seoul di economia e commercio.

Mi presento sempre con questa frase e so che a primo impatto posso sembrare monotono o noioso, un uomo d'affari come suo padre, ma vi assicuro che non lo sono affatto. Anzi sono un tipo abbastanza particolare, testardo, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e, insomma diciamocelo, che si fa riconoscere ovunque. Beh se non ci credete possono benissimo testimoniarlo i miei migliori amici: Taehyung, Hoseok e Yoongi.

Loro sono i classici amici di una vita. Infatti io e Tae ci conosciamo dai tempi dell'asilo, mentre Hobi-hyung e Yoongi-hyung, che hanno un anno in più rispetto a me e Tae, li abbiamo conosciuti durante una recita delle elementari.

Non vi dico quanto fu imbarazzante quel momento. Noi 4, piccoli, tanto bassi quanto timidi, che venivamo spinti gli uni addosso agli altri dai nostri genitori per fare amicizia. Ma soprattutto non avete idea di quanto sia imbarazzante ricordare quei momenti adesso... dico così perchè purtroppo capita spesso che le nostre mamme ci costringano a vedere valanghe di filmati di quando eravamo piccoli, di quando eravamo insieme durante le gite scolastiche o peggio ancora in piscina d'estate.

Quindi si posso davvero definirli amici di una vita, considerando che attualmente ho 20 anni e fino ad adesso ho trascorso tutta la mia vita con loro.

In quel momento mi trovavo con Tae in bar vicino a casa mia, perchè proprio qualche minuto orina mi aveva chiamato dicendomi di dovermi parlare di una cosa abbastanza importante ed urgente, quindi eccoci qui.

«Ciao Tae»

«Jiminie!»

«Cosa dovevi dirmi di così tanto urgente alle 7 del mattino, carissimo?» sapeva molto bene di aver interrotto il mio preziosissimo sonno

Ma prima di rispondermi decide di prendere posto in uno dei tavolinetti del bar e ordinare da mangiare.

«Senti... hai presente mio fratello Jungkook, no?»

«Certo, che domande sono. Anche se, effettivamente, non lo vedo da tanti anni»

«Ok perfetto, dunque... come ovviamente sai già noi dovremo partire per due mesi e mezzo in Europa per quel lavoro di mio padre. Ora voglio solo dirti che Jungkook non è più il ragazzino che ricordi tu, di quando facevamo le medie. Adesso è praticamente diventato il classico badboy, il ragazzo da discoteca, che esce ogni sera con i suoi amici teppistelli e che non ci pensa due volte prima di andare a letto con la prima, o il primo, che si ritrova davanti»

Non so, sarà stato l'orario o il fatto che fossi ancora mezzo addormentato, ma non riuscivo a collegare le due cose. Quindi prima che potesse finire il suo discorso intervenni io confuso

«Un attimo, non sto connettendo. Cosa c'entra il vostro viaggio con Jungkook?»

«Lo so, ci stavo arrivando. Il fatto è che essendo diventato abbastanza arrogante e testardo, Jungkook ha deciso di punto in bianco di voler rimanere qui a Seoul e far partire solo noi, tutto ciò con biglietti e stanza d'hotel già pagati anche per lui, ma nessuno è riuscito a fargli cambiare idea»

«Okaay? Ma perchė me lo stai dicendo? Non riesco ancora a capire scusami»

«Ho bisogno di te Jimin. Sia io che i miei genitori sappiamo com'è fatto Jungkook e se rimane qui da solo, per addirittura vari mesi, non sappiamo se al nostro ritorno troveremo ancora la casa in piedi. E adesso sto per chiederti un favore enorme...»

Fece qualche secondo di pausa per capire dal mio sguardo se potesse continuare la frase

«Potresti stare tu con lui? A casa nostra ovviamente. Non voglio assolutamente dare ai tuoi genitori il peso di badare a lui, perchè ammetto che sarebbe troppo pesante da sopportare. Ma infondo Jungkook si ricorderà di te e di tutti quei momenti, anche se non sono stati tantissimi, che abbiamo passato insieme da piccoli, anche con Yoongi e Hobi. Insomma dovresti solo essere il suo baby sitter per un po' di tempo»

«Tae... sinceramente vorrei pensarci un po' su prima di darti una risposta definitiva, se per te non è un problema. Per me andrebbe bene, anche perchè in quest'ultimo periodo non ho molti impegni con l'università e potrei prestargli più attenzione per fargli da "baby sitter". Ma per come me l'hai descritto non mi sembra più tanto tranquillo tuo fratello» contestai ridacchiando.

Fino ai primi anni delle superiori io e tae ci siamo sempre invitati l'uno a casa dell'altro. Ragion per cui possiamo dire di aver vissuto in entrambe le nostre case, in ugual modo.

Grazie a questo ho avuto molte occasioni per conoscere Jungkook, e posso dire che già a quel tempo non fosse così tanto dolce e pacato come ragazzino.

BABYSITTER | jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora