La solitudine

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Taehyung's pov

Un fottuttissimo anno, non potevo accettarlo, dovevo parlare con Jungkook e capire perché lo stesse facendo, mi alzai dal divano e inciampai, non avevo idea di come avrei fatto le scale, ma dovevo salire su.

<<Ti aiuto>> Jimin venne in mio soccorso e subito dopo anche gli altri, quando finalmente fui davanti alla sua stanza, i ragazzi scesero le scale, io appoggiai un secondo la testa alla porta e respirai profondamente. Ce la puoi fare Tete, ce la puoi fare, bussai ma ovviamente Jungkook non rispose.
Entrai senza esitazione, lui stava appoggiato con la spalla al muro mentre guardava fuori dalla finestra, il cuore mi batteva all'impazzata, la sola idea di non poterlo vedere per così tanto tempo era straziante.

<<Perché>> non riuscì a dire altro, solo perché, perché mi stava lasciando, lui non rispose, avrei voluto urlare urlargli contro tutto quello che stavo provano.

<<Jungkook perfav...>>

<<Perché non sopporto tutto questo>> almeno mi aveva dato una risposta.

<<Noi>> aggiunse lui, era meglio se stavo zitto.

<<Jungkook perché non ne parliamo, non c'è bisogno che>>

<<No>> si girò e vidi palesemente che i suoi occhi non erano più a stella, era come guardare un profondo buco nero.

<<Non dobbiamo parlare, non l'hai fatto per due settimane, quindi perché farlo ora giusto?>> mi guardò, io non riuscivo a muovermi, il cuore è come se stesse per scoppiare.

<<Esci>> mi disse con gli occhi freddi come il ghiaccio, avrei voluto buttarmi dalla finestra.

<<Aspet...>> Si avvicinò a me, ad un centimetro dalla mia bocca, le gambe mi tremavano, da un momento all'altro non avrei più retto.

<<Esci cazzo>> non ho più retto, mi sono dovuto tenere al braccio del letto, il mondo mi era letteralmente crollato addosso.
Lui mi diede le spalle ed entrò in bagno, nel momento in cui sentì la porta sbattere, mi lasciai letteralmente cadere a terra e infine piansi.

Jungkook's pov

<<Esci cazzo>> gli dissi quelle parole ad un centimetro dalle sue labbra, il mondo mi cadde addosso, lui si tenne al bordo del letto mentre io dovetti andarmene in bagno e appena chiusi la porta mi lasciai scivolare sulla porta fino a toccare terra, abbracciai le mie gambe e infine piansi silenziosamente.

Passo un'ora, avevo paura che lui fosse ancora li, così chiamai Jin.

<<No credo sia nella sua stanza>> mi disse al telefono.
Mi alzai con le poche forze rimaste, volevo continuare a piangere, ma se l'avessi fatto sarebbe stato peggio. Controllai che non fosse ancora in camera mia, per fortuna era uscito chiudendo la porta.

Quella sera avevamo un mini concerto per il compleanno di un amico.
Eravamo a New York da poco, il nostro inglese non era eccellente, ma per fortuna avevamo Namjoon, avevo che prima o poi saremmo dovuti tornare in Corea.
Solo che non immaginavo fosse questa la situazione, mi preparai e cercai di nascondere gli occhi gonfi, come uscì dalla stanza, lo sentì, era impossibile non sentire il suo sguardo, andai avanti, per fortuna le scale erano davanti alla mia camera.

<<Mi puoi aiutare con Taehyung?>> mi chiese Hobi, io semplicemente scossi la testa e continuai a scendere le scale.

<<VOI DUE DOVETE RISOLVERE IL VOSTRO CAZZO DI PROBLEMA SERIAMENTE>> disse Hobi urlando.

<<Che cazzo ti urli>> spuntò Nam da dietro l'angolo, con il suo solito sguardo che pietrificava chiunque avesse davanti.

<<Oh sc... scusa Nam>> adesso non urli più Hobi, mi scappò un sorriso, Nam faceva paura a tutti quando si arrabbiava.

In macchina presi posto vicino al finestrino, Jimin disse a Taehyung di sedersi affianco a me.
<<No Jimin vai tu>> disse quest'ultimo. Ma Jimin insistette sul volere il finestrino e siccome Nam si girò con quello sguardo, Taehyung prese subito posto affianco a me. Bene un'ora di viaggio così.
Tutti parlavano, scherzavano e ridevano, mentre io stavo a fissare il finestrino e Taehyung il soffitto della macchina, che pagliacci.

Taehyung's pov

Fu il viaggio più lungo e straziante della mia vita. Sentivo la pelle bruciare ogni volta che il mio ginocchio toccava il suo, non lo facevo intenzionalmente e che la caviglia mi faceva male e dovevo allungare il piede, vedevo che lui si ritirava. Cavolo doveva davvero odiarmi, per non voler manco essere toccato da me.

Finalmente arrivammo a destinazione, stavamo preparando l'attrezzatura, ma di Namjoon nessuna traccia.

<<Ma dove è finito?>> chiesi nervoso e irritato, poi lo vidi, teneva per mano una bellissima ragazza dai capelli color cenere e gli occhi verdi, la riconobbi, era quella ragazza spensierata che fissava il cielo, il giorno che scappai e me ne pentì pure data la situazione con la mia caviglia, anzi, pensandoci, grazie a quella caduta potei stare così vicino a Jungkook, anche se la notizia successiva era stato come ricevere un calcio in pieno volto.

<<Ci sei?>> mi chiese Jimin. Accennai di si, mi incamminai sul palco affiancato da Jimin, sarebbe stato un inferno, ma cercai di farmi vedere forte, trattenni il dolore, appena finì il concerto mi sedetti su una sedia e piansi dal dolore che ormai avevo trattenuto fin troppo, appoggiai la testa al muro e misi un braccio sopra gli occhi che bruciavano per via del fumo usato sul palco e delle lacrime, poi lo sentì quel tocco.


Mi venne da piangere ancora di più, come abbassai lo sguardo, Jungkook stava fasciando la mia caviglia mentre gli altri mi portavano il ghiaccio e dell'acqua, ma l'unica cosa che non riuscivo a smettere di guadare era Jungkook che si prendeva cura di me.

<<Tutto bene?>> Mi chiese Nam appoggiando una mano sulla mia spalla.

<<Ora si>> dissi continuando a guardare Jungkook che in quel momento alzò lo sguardo e incrociò per un secondo i miei occhi, prima di distoglierlo. Ma quel secondo bastò per rivedere le stelle nei suoi piccoli occhi, tornai a piangere, per fortuna avevo la scusa della caviglia, anche se il dolore che provavo era peggiore.

Tornammo a casa, mi aiutarono ad arrivare in camera, quando toccai il letto mi addormentai in un secondo.

Mi svegliai con la luce del sole che entrava nella stanza illuminandola completamente, maledizione ma che ore erano?
Guardai la sveglia ed era mezzogiorno, mi alzai, mi lavai il viso e ovviamente dissi allo specchio "che giornata di merda"
La caviglia faceva ancora male ma con la fasciatura di Jungkook non, più di tanto, sorrisi al ricordo di lui che mi fasciava.
Uscì dalla stanza e quando alzai lo sguardo, notai la sua stanza chiusa, di solito la lasciava socchiusa, mi avvicinai e quando l'aprì il mondo crollo, non potei reggermi in piedi, era vuota, tutti i vestiti, la valigia, non c'era più nulla, era andato via senza neanche salutarmi, era davvero successo, come potevo vivere senza di lui, come.

ʟᴀ ᴍᴇɴᴛᴇ ʟɪʙᴇʀᴀ [vkook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora