È troppo tardi

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Taehyung's pov

<<Che succede Jimin?>> chiesi aprendo la porta per metà.

<<So che c'è Jungkook è dentro, dai dobbiamo andare a fare delle commissioni>> disse quest'ultimo entrando e prendendo Jungkook.

<<Commissioni?>> chiesi con un sopracciglio alzato

<<Si, con Namjoon per la storia della madre di Marnie, non ho ben capito>> e mosse la mano in aria come per scacciare la mia domanda

<<Tu rimani qui>> mi disse Jimin puntandomi un dito contro

<<Ma io vogl->>

<<No Tae, tu rimani a casa e ti riposi, tra qualche ora saremo di ritorno>> mi intromise Jimin scendendo le scale mentre teneva Jungkook per la manica.
Quest'ultimo si girò verso di me e mi salutò con la mano e un piccolo sorriso, avrei voluto sbattermi la testa al muro, ero così vicino a sentirlo mio come non mai e mi era scivolato dalle mani così facilmente.
Mi sedetti sul divano in quella casa così buia e silenziosa. Erano usciti tutti e io ero rimasto solo con tanti di quei pensieri da farmi esplodere la testa.
Sentivo la mancanza di Jungkook e avevo il costante terrore che potesse succedere qualcosa. Dopo l'accaduto chiesi a Jimin di tenerlo costantemente d'occhio se non ci fossi stato io in quel momento.

Pensai a come avrei potuto aprire la conversazione con Jungkook, come avrei potuto spiegargli quello che era successo in quei sette mesi. La parte più difficile sarebbe stata aprirgli il mio cuore, dirgli che per me lui era il mio tutto.
Non ero bravo ad aprirmi con nessuno, si di tanto in tanto mi lasciavo andare, ma lo facevo fisicamente, mai mentalmente.
La maggior parte delle volte, prima dell'inizio delle minacce, mi facevo desiderare, lo ignoravo solo per vederlo impazzire e cercare in ogni modo di attirare la mia attenzione.
Si sono uno stronzo, ma avere le attenzioni di Jungkook era ciò che mi serviva per andare avanti. Ogni volta che lo vedo sorridere a qualcuno, perdo la testa, che sia un mio amico o uno sconosciuto.

<<Che palle>> urlai dalla disperazione, mi strappai i capelli e camminai per la stanza, avevo troppi pensieri in testa, e i minuti passavano lentamente.
Mi arrivò un messaggio, corsi a prendere il telefono, avevo il terrore che potesse essere la persona che mi minacciava, quindi ogni volta prendevo un profondo respiro, prima di aprire i messaggi, per fortuna era di Jungkook:

"Sono sicuro che in questo momento ti stai tirando i capelli dalla noia e dalla disperazione, apri il primo casetto in camera mia vicino alla finestra"

Alzai un sopracciglio, guardai le scale e corsi di sopra, entrai in camera di Jungkook e aprì il casetto.
Non c'era un bel niente dentro, mi arrivò subito dopo un altro messaggio:

"Fregato"

Che grande stronzo, uno stronzo che era stato capace di farmi ridere in una casa vuota e da solo, avrei molto volentieri chiamato il manicomio da solo.
Il telefono vibrò un'altra volta:

"Dai resisti ancora un po', guarda un film, fatti una cioccolata calda e dopo ascolta Never Not"

Chiusi gli occhi e pensai di averlo tra le mie braccia, entrambi accoccolati insieme in quel divano.
Scacciai quei pensieri che portavano solo al mio definitivo crollo mentale.
Preparai una cioccolata calda, presi Yeontan e lo misi sul divano con me, per fortuna c'era lui a tenermi compagnia.

Guardai un film su Netflix, ma non riuscì a seguirlo del tutto, avevo la testa altrove, cercai di chiudere gli occhi e riposare, ma anche quello sembrava impossibile.
Era passata un'ora e ancora non erano tornati, stavo uscendo fuori di testa.
Yeontan dormiva beato sul divano, gli misi la copertina sopra ed uscì a fumarmi una sigaretta.
Il giardino dietro casa era uno dei miei posti sicuri quando non c'era nessun altro, mi stendevo sull'amaca, ogni tanto fumavo, dormivo, guardavo il cielo o ascoltavo musica.
Presi il telefono, misi Never Not e inizia a fumarmi una bella canna trovata nella dispensa di Namjoon.
Mi avrebbe ucciso? Si molto probabile, ma ormai la stavo fumando.
I miei pensieri piano piano si alleggerirono e rimasi spensierato per una mezz'oretta.
Finalmente sentì la porta aprirsi, così corsi a buttare la canna nel gabinetto e mi sciacquai il viso velocemente.

<<Ti sei fatto una canna?>> chiese Jimin ridendo appena mi vide uscire dal bagno.

<<Merda>> dissi ridendo.

Mi girai intorno ma non trovai Jungkook, l'effetto dell'erba stava scemando e stava arrivando l'ansia e la paura.

<<Jimin dov'è?>> gli chiesi prendendolo per un braccio e spostandolo dagli altri.

<<Tranquillo è andato da Eunwoo, ha detto che aveva delle commissioni da fare prima di tornare a casa, ho chiesto personalmente ad Eunwoo di riaccompagnarlo a casa>> che razza di commissioni aveva da fare con quello.
Salì in camera e iniziai a chiamarlo, ma non rispondeva, cosa cazzo ci faceva da quel deficiente, lanciai il telefono sul letto esasperato.
Era passata mezz'ora e ancora niente, l'avevo chiamato tante di quelle volte che il telefono si era letteralmente scaricato.
Avevo fumato tre sigarette di fila, non riuscivo a capire se fosse di più l'ansia di sentirlo senza il mio controllo o semplicemente l'idea di lui e Eunwoo soli.

<<CAZZO>> diedi un calcio alla porta e un pugno al muro.
Dovevo decisamente calmarmi o sarei esploso, non era successo nulla, lui stava solo da un amico.
Due ore e mezza e di Jungkook nessuna traccia, nessuna chiamata, niente di niente, il cuore stava battendo talmente forte che avevo paura sarebbe esplodo nella cassa toracica.
Uscì dalla stanza e corsi verso quella di Jimin, erano quasi le undici di sera e Jungkook non tornava mai così tardi.
Bussai alla porta forte, finché Jimin non venne ad aprire assonnato mentre si stropicciava gli occhi.

<<Tae ma che cazzo fai?>> chiese lui sbadigliando

<<Non è tornato>> dissi sul punto di piangere dalla paura.
Lo sguardo di Jimin divenne subito serio, mi prese per il braccio e mi fece entrare in camera, poi prese il telefono e chiamò qualcuno.

<<Eunwoo, Jungkook è ancora da te?>> chiese Jimin respirando a fatica.
Il suo volto divenne bianco, si mise una mano sulla bocca e chiuse gli occhi.

<<TI AVEVO DETTO DI RIPORTARLO TU A CASA>> Jimin urlò

<<NON MI INTERESSA SE LUI HA INSISTITO, TU DOVEV->>
Gli strappai il telefono dall'orecchio.

<<DOVE CAZZO È JUNGKOOK?>> urlai spazientito.

<<Ho appena detto a Jimin che è andato via un'ora fa>> disse Eunwoo terrorizzato.

<<Cos->> un'ora fa <<come è possibi->> non riscrivo a ragionare, a formare delle parole sensate, mi mancò l'aria, dovetti uscire in balcone e respirare profondamente.
La testa girava, sentivo che a momenti sarei svenuto, così cercai di tenermi alla sbarra e respirare.
Il telefono iniziò a squillare, lo presi con le mani tremanti, era il numero di Jungkook.

<<Dove cazzo sei>> piansi dal sollievo con la voce che tremava come una corda.

<<Ti avevo avvisato>> una voce metallica rispose e subito dopo quelle agghiaccianti parole, chiuse.

<<No no no no>> continuai ad urlare, ormai avevo svegliato tutti, erano corsi in balcone ma io continuavo a piangere e ad urlare.

Jungkook's pov

Faceva freddo, era buio e la testa pulsava, tutto si muoveva, ero dentro il cofano di una macchina?

ʟᴀ ᴍᴇɴᴛᴇ ʟɪʙᴇʀᴀ [vkook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora