Tᴀᴇʜʏᴜɴɢ Pᴏᴠ
La fredda Inghilterra.
Terra considerata in molteplici modi a seconda della persona.
Per me semplicemente una rottura di cazzi, uno stupido obbligo imposto dal mio caro padre.Riuscì solamente a sospirare davvero di cattivo umore guardando fuori dal finestrino dell'auto che mi avrebbe accompagnato alla mia prigione.
Accidenti ma pioverà tutto l'anno in questo stupido posto?
Mi passai una mano nei miei capelli scuri a cui un mesetto prima avevo fatto la mia prima permanente e continuai a guardare il paesaggio pieno di vegetazione e piovoso a cui non ero assolutamente abituato.Pochi minuti dopo l'autista si fermó e uscì aprendo la portiera con un ombrello in mano.
Se il mio abito di Gucci si sarebbe in qualche modo bagnato avrei reso fine alla sua vita insulsa.
Ignorai in parte lo sguardo di molti altri ragazzi incuriositi dal mio aspetto o semplicemente dal mio essere asiatico e presi il mio ombrello dall'auto aprendolo e prendendo i miei molteplici bagagli ignorando totalmente che anche un'altra auto stesse entrando nel cortile di quell'enorme istituto.Accidenti si gelava.
Mi avvicinai all'entrata con i miei grossi trolley quando vidi una donna sulla cinquantina venirmi incontro con un sorriso gentile in volto presentandosi come la preside della scuola dandomi quindi il suo benvenuto.
Troppo gentile per i miei gusti.Feci per rispondere alla sua domanda quando un 'oh' esclamato in coro mi fece girare verso l'auto che aveva appena parcheggiato.
Un ragazzo era appena sceso con un grosso borsone sulla spalla e guardava in modo truce chiunque.
Incontró il mio sguardo e io non feci altro che sorridere per la prima volta da giorni.
Avevo la sensazione che nemmeno lui fosse consenziente nel trovarsi in questo luogo.
Aveva un'aspetto particolare, persino per noi asiatici che con il passare del tempo e con l'avvento del kpop eravamo diventati un icona di moda e di stile.
Eravamo entrambi coreani.Come forse avevo già detto era alto, ben piazzato e degli occhi penetranti e neri che avrebbero potuto scrutarti l'anima con un solo sguardo.
Indossava abiti neri che sembravano calzarli a pennello e i capelli erano molto corti, praticamente rasati.Deglutii un po' nervoso vedendolo incamminarsi dove mi trovavo io e aprì la bocca per parlare, pensando che volesse effettivamente parlare con me, invece fece un piccolo inchino iniziando a parlare nella sua lingua madre con la preside che sembrava parlare fluentemente una lingua che non avevo mai imparato.
Volevo quei dannati sottotitoli accidenti.Dopo qualche minuto il ragazzo leggermente più alto di me entró nella scuola lasciando ancora folgorati me e tutti gli altri studenti che si trovavano nel cortile a parlare tra di loro.
Accidenti a questi inglesi.Decisi quindi di entrare anche io facendomi dare la chiave della mia stanza da una vecchia signora che mi diede il benvenuto con un semplice cenno.
Ringraziai di essermi portato per lo più capi pesanti visto che anche se erano gli inizi di settembre si gelava anche dentro la scuola e pregai qualcuno di altissimo che durante l'inverno mettessero il riscaldamento.Quel posto era veramente enorme, quasi al livello di Hogwarts.
Stavo tentando di trovare la mia stanza da una ventina di minuti quando vidi un ragazzo della mia stessa etnia avvicinarsi.
Era senza valigia quindi forse non doveva essere nuovo come me."Ciao, hai la stanza 47 giusto?" Chiese con tono gentile analizzandomi con lo sguardo.
Era più alto di me forse di 5/6 centimetri ma si notavano tutti.
Aveva i capelli chiari castani, portava degli occhiali rotondi che lo facevano sembrare ancora più intelligente di quanto stessi immaginando e portava già la divisa della scuola.
Tutta quella mascolinità e intelligenza nello sguardo veniva spazzata via dal suo odore.
Quel ragazzo non poteva essere assolutamente un omega.
Mi rifiutavo di crederlo."Hey tutto ok?" Chiese con la fronte corrugata e finì semplicemente per annuire poco convinto.
"Si, stanza 47..." risposi infine alla sua precedente domanda.
Il castano sorrise.
"Perfetto saremo compagni di stanza allora" mi mostró la copia della sua chiave e mi porse la mano.
"Kim Namjoon, è un piacere conoscerti".Mh... considerato il fatto che a quest'ora dovevo essere in spiaggia a fare festa con i miei amici non lo era affatto.
Ma finì comunque per accennare ad un sorriso di cortesia stringendoli la mano.
"Kim Taehyung" annuì "mi mostri dove sta la nostra camera? Questo posto è enorme..."
Il ragazzo annuì e dopo essersi proposto di aiutarmi con una valigia ci incamminammo per i corridoi di quella enorme scuola trovando pochi minuti dopo la stanza che avevo cercato da solo senza avere il minimo successo.
Non mi sorpresi entrando che fosse una semplice e comune stanza con due letti all'estremità e due armadi vicino tra di loro.
Ringraziai almeno di averne uno tutto per me e decisi che avrei arredato quella stanza come si deve.
Era davvero triste.Aveva cominciato a piovere più intensamente e sperai con tutto me stesso che non cominciasse a tuonare.
Avrei preso il primo aereo disponibile scappando da questo inferno.Mi sedetti sul letto e sospirai guardando il soffitto bianco dando poi uno sguardo al ragazzo che stava disfaldo la sua valigia.
"Ehm... Namjoon giusto?" Chiesi titubante avendo bisogno di fare qualche chiacchiera visto che improvvisamente mi sentivo triste.Il ragazzo mi fece un cenno di assenso.
"Com'é questo posto...? Cioè immagino che non sia il primo anno per te..."
Il castano sorrise e si sedette accanto a me.
"No, io vivo a Londra da quando avevo 12 anni ed è da quell'età che frequento questa scuola" mi spiegó con un piccolo sorriso "ma prima abitavo a Seoul con la mia famiglia".Potevo avere notato la sua espressione cambiare leggermente, quelle ultime parole erano sintomo di tristezza per lui.
Forse per qualche motivo aveva dovuto trasferirsi con i suoi genitori per qualche motivo che lo aveva ferito probabilmente.
Se non era facile per me cambiare continente per un diciassettenne doveva essere stato un vero e proprio trauma per un dodicenne.Da fuori iniziammo a sentire le porte delle varie stanze aprirsi e una voce piuttosto fastidiosa che mi fece fare un espressione infastidita che fece ridere Namjoon.
"È meglio che nascondi il tuo telefono, lo dico per te" disse alzandosi tirando dalla tasca un vecchio telefono facendomelo vedere.
Prima che potessi chiedere qualunque spiegazione la vecchia donna che mi aveva dato la chiave all'entrata della scuola fece irruzione nella stanza senza nemmeno chiedere il permesso e con una grossa scatola in mano.
Nel 2020 ritiravano davvero i cellulari?
"Telefono" disse guardando prima il ragazzo più alto che le sorrise salutandola educatamente mettendo il telefono nella scatola con soddisfazione nello sguardo e poi guardó me aspettando una mia mossa.Il mio iPhone 12 non glielo avrei dato nemmeno sotto tortura.
Mi ricordai però del telefono che mi aveva regalato la Samsung dopo lo spot che avevo fatto mesi fa.
Me l'ero portato per ogni evenienza.
Lo tirai fuori quindi dalla valigia e lo misi nella scatola tranquillo vedendo la donna guardandomi soddisfatta nel vedere che ero la prima persona a dare un telefono di ultima generazione.Pensava di avermela fatta.
Illusa.Uscì quindi senza dire alcuna parola chiudendo la porta con un tonfo.
Guardai poi il mio compagno di stanza che aveva in aria piuttosto confusa in volto è così mi sentì in dovere di spiegare la situazione.
"Mesi fa ho fatto da testimonial alla Samsung per la nuova compagna dei telefoni e ho pensato di dargli quello visto che non mi ci trovo" dissi tirando fuori dalla tasca il mio iPhone di ultima generazione facendolo ridacchiare.
"Fortunato, non c'è che dire".Sorrisi annuendo e poi decisi di aprire una delle due valige tirando fuori una bottiglia di vodka presa all'aeroporto dopo aver flertato con la commessa guadagnandomela anche se ero minorenne.
"Almeno la vodka con questo freddo di merda starà al fresco" dissi sistemandola nel cassetto del mio comodino facendo scoppiare a ridere il mio compagno di stanza.Almeno quello.
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𝙃𝙤𝙪𝙨𝙚 𝙤𝙛 𝙘𝙖𝙧𝙙𝙨 ; 𝙊𝙢𝙚𝙜𝙖𝙫𝙚𝙧𝙨𝙚 - 𝙆𝙤𝙤𝙠𝙑 ;
Fanfiction🇴 🇲 🇪 🇬 🇦 🇻 🇪 🇷 🇸 🇪 𝘿𝙪𝙚 𝙧𝙖𝙜𝙖𝙯𝙯𝙞 𝙫𝙚𝙣𝙜𝙤𝙣𝙤 𝙨𝙥𝙚𝙙𝙞𝙩𝙞 𝙞𝙣 𝙪𝙣 𝙘𝙤𝙡𝙡𝙚𝙜𝙞𝙤 𝙞𝙣𝙜𝙡𝙚𝙨𝙚. 𝙎𝙤𝙣𝙤 𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙢𝙗𝙞 𝙘𝙤𝙧𝙚𝙖𝙣𝙞, 𝙢𝙖 𝙪𝙣𝙤 𝙥𝙖𝙧𝙡𝙖 𝙥𝙚𝙧𝙛𝙚𝙩𝙩𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙪𝙖 𝙡𝙞𝙣𝙜𝙪𝙖 𝙥𝙚�...