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Narratore Pov

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Narratore Pov

Il giorno dopo la madre di Taehyung era stata giustiziata.
La polizia e il padre del moro aveva scoperto ciò che era successo durante l'interrogatorio del figlio.
Aveva raccontato tutto sotto il controllo della macchina della verità.
Non avrebbe mentito comunque, non ci sarebbe stato motivo.
Jungkook era stato ritrovato grazie ad un localizzatore che indossava come braccialetto.
Ecco perchè era stato così semplice trovarlo.

Il padre di Taehyung non era più così arrabbiato con lui, in fondo non era colpa sua di tutta quella aggressività, era stato oggetto di esperimenti.
Odiava che suo figlio stesse per morire, odiava che quella stronza lo avesse rovinato.
Ma lui non poteva fare niente.
Aveva assistito all'interrogatorio dando le informazioni di cui era a conoscenza.
"Solo Jeon Jungkook potrebbe salvarlo, ma non credo proprio che lo salverà dopo averlo praticamente reso un vegetale" aveva detto con un certo sarcasmo.
Il padre del moro era rimasto parecchio infastidito da quel commento, mentre quest'ultimo si era arreso al fatto che era vero, con ciò che aveva fatto col cavolo che l'avrebbe perdonato.

Avevano ragione, era un mostro, in tutti i sensi.
Lo avevano quindi riportato in cella, suo padre lo aveva abbracciato con gli occhi lucidi dicendoli che gli voleva bene.
Non se lo meritava, avevano pensato entrambe le parti di sè stesso.

Ormai Taehyung era libero, ma gli occhi Nightmare rimanevano entrambi rossi, da alpha.

[...]

Jungkook sotto le proteste di suo padre aveva deciso di assistere all'esecuzione del moro.
Così la mattina dopo si era ritrovato in prima fila, con le poche persone curiose che avrebbero assistito.
In pochi mesi esisteva questa legge e la Corea del Sud era uno di questi paesi.
Forse avrebbe preferito l'ergastolo? No, sarebbe stata una tortura.
Non gli avrebbe dato quella pena nemmeno se fosse stata una sua scelta.

Taehyung era entrato nella grande sala della stazione centrale della polizia di Seoul con le braccia legate da due manette e due guardie che gli puntavano dei teaser al collo, pronti per l'uso, se avesse voluto scappare.
Il moro aveva lo sguardo puntato verso il basso mentre la gente gli dava dell'assassino.
C'erano le famiglie di chi aveva ucciso, la polizia e poche altre persone.

Jungkook stringeva i bordi della sedia a rotelle, con la poca forza che possedeva.
Quelle parole erano assurdamente offensive, anche con i crimini che aveva commesso.

Il patibolo era stato preparato e avevano fatto salire su uno sgabello il minore mettendoli il cappio al collo.
Non aveva opposto resistenza e Jungkook sperava di incontrare il suo sguardo un ultima volta, prima che si mettesse il cuore in pace.
"Ora non fai più lo spaccone eh? Un poliziotto gli diede una scossa e il minore ringhiò  facendo uscire i denti.

Il corvino si mosse.
Non perchè avesse paura di quella reazione, ma perchè non c'era alcun bisogno di infierire.
Sarebbe morto, che bisogno c'era di punzecchiarlo?

I due poliziotti risero mentre li incitavano a più violenza.
Come se non fosse stato picchiato.
Infatti Jungkook aveva subito notato il labbro spacccato, i lividi che si potevano vedere sulla pelle esposta e diversi segni di graffi e sangue che gli fecero capire che la polizia non si era fatta scappare una piccola vendetta.
Forse uno di loro era stato pagato da uno di quei familiari? O semplicemente volevano divertirsi e sfogarsi?
Non lo sapeva.
Ma si chiedeva come mai le ferite non sparissero.
Era ormai un alpha, avrebbero già dovuto scomparire con la sua guarigione.

Ebbe la sua risposta quando i loro sguardi si incrociarono.
Nel momento stesso in cui stesso lo sgabello fu spostato facendo rimanere il minore sospeso mentre veniva soffocato.
I suoi occhi erano di due colori.
Rispettivamente uno cremesi, l'altro blu, come l'oceano.
Non sapeva con quali forze si era alzato e lo aveva raggiunto correndo più veloce di quanto gli concedesse il suo corpo arrivando, prima che il minore esalasse il suo ultimo respiro.
Lo teneva a fatica mentre i due poliziotti cercavano di toglierlo.

"Non voglio.
Non voglio che muoia.
Non è colpa sua, non è un mostro!" Urlò non conoscendo quella piccola regola che avrebbe salvato il ragazzo che stava per morire.
I due poliziotti lo liberarono e i due caddero a terra, privi entrambi di forze mentre i familiari gli lanciavano insulti.

"Lui non è un mostro! La donna che gli ha fatto questo lo è!" Li fulminò tutti con lo sguardo.
"Ha cercato di uccidermi ma io lo amo, non è un mostro, non si merita di morire!" Urlò di nuovo stringendo a sè il ragazzo che stava riprendendo fiato.
Gli prese il viso tra le mani e lo guardò negli occhi.
"Non sei un mostro tu.
Sei il ragazzo che amo, che tu sia alpha, omega o entrambe le cose" disse mentre le lacrime rigarono le sue guance.

Il minore lo guardava negli occhi, vergognandosi di sè stesso.
Non riusciva a dire una parola.
Come faceva Jungkook ad amarlo ancora? Dopo ciò che gli aveva fatto? Dopo quello che lo voleva fare diventare?

"Tu non ami me, tu ami, chi ero prima..." disse dopo qualche attimo.
"Lascia che muoia..."
Jungkook gli tirò uno schiaffo, con la poca forza che gli era rimasta segnando la sua guancia delle cinque dita.
Quel suono rieccheggiò per tutta la sala, zittendo quelle persone e i loro padri che erano stati fermati dalla polizia, non lasciando che si intromettessero.

Jungkook poi si avventò sul su collo, facendo uscire i suoi denti da alpha, marchiandolo.
Taehyung sgranò gli occhi, perdendo di nuovo il respiro.
Jungkook lo stava davvero marchiando?
Sì che lo stava facendo, stava usando più forza di quanto pensasse, sentendo il sangue colare dal suo collo, ma lo stava facendo.
Non era un gesto di rabbia, c'era ancora il suo Taehyung, si era solo unito ad una parte nuova di sè.

Si staccò poco dopo e i due si guardarono negli occhi mentre sentivano le emozioni l'uno dell'altro, mentre sentivano il dolore, l'uno dell'altro.
Le loro menti si unirono e chiudendo gli occhi, appoggiando le loro fronti si ritrovarono su una spiaggia,

Taehyung steso su di essa mentre Jungkook gli accarezzava i capelli ricci.
Il maggiore sembrava avere di nuovo un aspetto sano e forte, con di nuovo i capelli ribelli e gli occhi scarlatti, ma comunque gentili come lo era lui.
"Piacere di conoscerti Luna" disse con un dolce sorriso.

Le due parti di Taehyung si erano fuse completamente nel momento in cui era stato marchiato.
Ora Taehyung si sentiva finalmente in pace con sè stesso, sentendo che l'altro lo amava, che non lo considerava un mostro.
Luna perchè le du parti di Taehyung si erano fuse e ora poteva essere chiamato in quel modo.

Taehyung prima avrebbe potuto indossare dei vestiti più femminili in questa specie di visione, ma ora indossava vestiti più normali, del suo stile.
Quella era la loro rappresentazione dei loro lupi.
"Qual'è il tuo nome?" Aveva chiesto con la voce tremante mentre il maggiore continuava ad accarezzargli i capelli ricci e morbidi.
Gli sussurrò il suo nome al suo orecchio e Taehyung pensò che gli donasse particolarmente quel nome, al suo lupo.
In un attimo infatti non erano più umani, ma erano animali, lupi.

Jungkook era grosso, nero come il colore dei suoi capelli.
Mentre Taehyung era più minuto, più grazioso, nonostante i suoi occhi di colore, diverso, nonostante che il suo aspetto non fosse da un lupo che fosse un omega.
Era un unione di entrambi e i due erano rimasti ipnotizzati dall'aspetto dell'altro.

Si accucciarono sulla sabbia, l'uno addosso all'altro mentre si leccavano il pelo a vicenda e ascoltavano i loro battiti cardiaci, insieme al rumore dell'oceano.
"Siamo finalmente insieme, nessuno ci dividerà mai più" pensarono all'unisono, in quel momento felice.

𝙃𝙤𝙪𝙨𝙚 𝙤𝙛 𝙘𝙖𝙧𝙙𝙨 ; 𝙊𝙢𝙚𝙜𝙖𝙫𝙚𝙧𝙨𝙚 - 𝙆𝙤𝙤𝙠𝙑 ;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora