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«All'interno di questo sistema la consuetudine ha grande peso, come dimostra l'esame dei documenti coevi, nei quali sono frequenti le tracce di consuetudini giuridiche non contenute nelle leggi scritte.» lessi ad alta voce per la seconda volta sul libro di diritto medievale e moderno. Non riuscivo a memorizzare la frase e no, questa volta non c'entrava niente mia nonna. A Noah lo dissi subito,appena lo vidi in biblioteca, che volevo studiare anche per concentrarmi su altro. Gli avevo raccontato anche di quello che era successo la sera prima e che mi ero sentita un po' fuori luogo e lui mi rispose dicendo che non dovevo sentirmi così e così via. A ogni modo, non avevo pensato alla nonna per tutto il tempo, almeno per quella mattina quindi non avrei voluto continuare.

«non ti fa simpatia questa nozione o sbaglio... » mormorò Noah impegnato a digitare qualcosa sulla tastiera del suo pc. Tenni gli occhi sulla pagina «no...no, non mi fa antipatia ma non la capisco»

«in effetti quel capitolo è tosto ma è una frase piuttosto semplice, un po' articolata ma- sei davvero sicura di riuscire a studiare?»

Sbuffai, guardandolo negli occhi «Noah, sto bene»

«si, lo so ma forse non sei proprio dell'umore di studiare.» staccò gli occhi dal pc. Lo guardai inclinando la testa «se non fossi stata dell'umore giusto non sarei venuta qui»

«giusto» rispose sorridendo «allora cosa non capisci di questa frase?»

Mi osservò come se dovessi dirgli qualcosa. Un po' la faccia da sputa il rospo solo che io non avevo niente da dire.

«guarda che-non lo so. Il modo in cui è strutturata. Non ti è mai successo di non riuscire a memorizzare una frase in tutta la tua vita scolastica?»

«uh, non sai quante volte.» scosse la testa ridendo

«e allora, dove vuoi arrivare?»

«voglio arrivare alla parte di dove tu e io ce ne andiamo da qui e andiamo a farci un giro, tu che dici?» disse spegnendo il computer per metterlo nella sua custodia. Sbattei un gomito sul tavolo mettendomi una mano in testa «ugh, perché? Ti ho detto che sto bene, tu invece quale parte di questa frase non capisci?»

Rise divertito mentre chiudeva la cerniera della custodia del computer «niente, l'ho capita ma non mi interessa, adesso andiamo a prenderci qualcosa da bere qui al bar della scuola. Magari per un giorno, almeno per uno, puoi anche non studiare, Cornelia. »

Chiusi gli occhi emettendo un sospiro. Un po' mi veniva da ridere per quel soprannome nato sempre al liceo, quando una professoressa lesse il mio nome per la prima volta sbagliandolo, non so come, da Courtney a Cornelia. Da quel giorno Noah mi chiamava sempre così. Mi strappava sempre una risata solo a sentirlo, ma in quel momento ero arrabbiata. Dovevo essere contenta di distrarmi, invece mi dava fastidio perché mi sentivo di nuovo debole a gli occhi di Noah, quando non dovevo nemmeno preoccuparmi di lui. Mi conosceva benissimo ed era anche più facile per lui capirmi perché avevamo lo stesso carattere. Determinato, preciso, leale. Solo che a differenza sua, lui era più pacato, più paziente, tranquillo di me. E io cercavo di imparare da lui. Ma in quel momento avrei voluto tirargli un cazzotto in faccia.

Presi il libro di diritto e lo misi nella borsa, forzatamente, e mi alzai dalla sedia.

«cosa vuoi fare adesso, al bar poi?» chiesi seguendolo

«cambiato idea, andiamo da Starbucks, tu che dici? Qualunque cosa tu dica non mi interessa perché ci andremo lo stesso»

«e allora non chiedermelo» risposi acida. Noah si accorse del mio fastidio, infatti mi guardò stranito ma non disse niente. Mi conosceva.

Midnight Pillow-duncneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora