party or not to party

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Venerdì 5 febbraio, ore 18.40.

Io e Noah stiamo passeggiando per il centro di Toronto, come se niente fosse. Io, almeno. Io stavo facendo come niente fosse, leggermente nervosa, perchè Geoff continuava a scrivermi messaggi come ci siete? ce l'hai fatta? e cose simili. Intanto nella mia borsa era impacchettato il CD dei Blur, con una carta verde tremenda, era l'unica che c'era in casa.

Diedi uno sguardo a Noah, era rilassato. Non vedevo l'ora di vederlo felice, insieme ai suoi fratelli.

Tirai un sospiro. Dovevo inventarmi la scusa.

Presi il cellulare ed iniziai a fingere di star parlando con qualcuno, quello che doveva essere da Handlebar e che io dovevo andare a salutare. Doveva venirmi in mente solo un nome. Qualcuno che poteva frequentare quel posto, a parte Geoff, che in teoria doveva essere a cena fuori con Bridgette. A chi piaceva fare gli aperitivi, il venerdì sera? Dovevo fare in fretta, prima che potesse venire un'altra idea a Noah.

Alejandro. Si lui, anche se non mi ricordavo se ci sarebbe stato alla festa, ma almeno non suonava sospetto.

Mi schiarii la voce. «oh, sai chi c'è da Handlebar?»

«non mi dire» disse «Samuel?»

Mi fermai. Lo guardai pietrificata. No, non poteva esserci arrivato così, all'improvviso e non esserne per niente sorpreso. Che avevo sbagliato? Non ci poteva credere, come faceva a saperlo? Era sfuggito a suo fratello qualcosa ?Oppure a Lea? Deglutii probabilmente avevo le guance rosse, non trovavo le parole, mentre lui mi guardava confuso e  un po' preoccupato, dato che non...capiva. Non capiva?

«Cornelia? L'improvvisa comparsa di Samuel Lewis in Canada ti ha scioccata? »

Okay, okay, ragionai. Respirai, ragionai, ebbi molta voglia di darmi uno schiaffo in fronte per non aver capito subito che Noah mi stava parlando di Samuel Lewis,il nerd fico e non di suo fratello.

«mah-no! » esclamai «no-non è qui. Samuel. Non mi freghi » dissi riniziando a camminare.

«pensavo che lo fosse, dalla tua faccia...» riniziò a camminare anche lui.

«no, no, c'è-c'è Alejandro. Si, mi ha guardato la storia e mi ha chiesto se ci andasse di andare a salutarlo. Facciamo un salto?»

Annuii «per me va bene. Mi mancano i suoi auguri fatti in spagnolo.»

«perchè, posso farteli benissimo anche io in spagnolo...»

«ma se non me li hai mai fatti così!»

«forse perchè Alejandro è cresciuto in Argentina e quindi gli viene più spontaneo?» dissi

Noah fece una smorfia. «dai, allora cantamela. Cantami Tanti Auguri in spagnolo finchè non arriviamo da Handlebar, avanti»

Sbuffai, era tutto così ironico.  «ti prego» dissi. A sua vincita Handlebar non distava nemmeno un minuto da dove eravamo in quel momento. Cercai di cambiare discorso perché non mi andava proprio di cantare. «comunque, anche Scott ti fa gli auguri»

«oh, grazie!» disse quando lo rivedo sabato lo ringrazio»

Annuii.

«coraggio Cornelia» rise Noah «non faresti di tutto per il tuo migliore amico?»

Sospirai «non le idiozie...però va bene» ci rinunciai.

Mi schiarii la voce, mi guardai attorno come quattro volte e iniziai a intonare Cumpleaños Feliz ovviamente non ad alta voce. Qualcosa di questa canzone mi ricordò quelle volte in cui festeggiai i compleanni con mia nonna, che sia stato in Venezuela, Québec, Toronto, gli auguri me li cantava solo ed esclusivamente in spagnolo. Intanto il mio cuore batteva forte anche perché ero emozionata nell'attesa di vedere la reazione di Noah quando avrebbe visto i suoi amici fargli una festa, insieme ai suoi due fratelli. Intanto lui era felice, rideva, era dell'umore giusto.

Midnight Pillow-duncneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora