maybe

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Mamma e zio Rafael finirono con il karaoke cantando sempre Amores Como El Nuestro.
Ormai erano le sei.
Ci mettemmo a sparecchiare, perfino Duncan si alzò per aiutare ma sia mamma e sia la nonna insistettero dicendogli di stare tranquillo, che lui era un ospite e non doveva fare nulla.

«e poi devi lavorare stanotte!» gli disse la nonna.

Se non avessi avuto gli esami sarei rimasta lì a dormire.
Una cosa grandiosa? Ne mamma e ne papà si ricordarono di Duncan—vale a dire io che lo insulto a sedici anni perché non capisce nulla di scienze—o per lo meno, non lo avevano detto. Mi avevano risparmiato la brutta figura e menomale!

Mi misi a lavare i piatti, zia Carla li asciugava e invece mamma lavó a terra. La nonna non poteva fare tanti sforzi quindi si mise a pulire sul tavolo.

«mamma» le richiamai grattandomi la fronte, dopo aver lavato l'ultimo piatto.
Lei mi guardò mentre strizzava il mocho. «dimmi, tesoro»

Mi tolsi i guanti «sono stata tanto bene oggi. Non me l'aspettavo questa sorpresa e quando dico che non me lo aspettavo lo intendo» le dissi contenta.
«lo so, a te non sfugge mai niente, Nini.» mi disse
«e poi-la nonna! Pensavo che non potesse-»
«era inutile stare chiusa in casa tutto il tempo, cariño » disse la nonna avvicinandosi a noi. Aveva appena finito di pulire la superficie del tavolo «dovevo prendere un po' d'aria.» disse accarezzandomi il braccio.

Mamma sorrise «e noi siamo contenti di averti avuta qui con noi. Questa casa sente molto la tua mancanza. Ricordati che noi siamo qui per te, sempre.»
«ricordati della tua famiglia» mi ripetè la nonna.
Abbracciai prima la mamma e poi la nonna. L'abbraccio della nonna però, duró di più. Volevo esprimerle quanto male mi aveva provocato il suo malore. Quel sentimento di impotenza era uno dei peggiori mai provati in vita mia.

«te quiero muchísimo cariño!»
"yo también,abuelita»

Salutai zia Carla e zio John, che insieme ai miei cugini se ne stavano andando via.

Abbracciai Luna, che mi raccomandò che ci saremmo riviste per le vacanze di Pasqua.
«mi manchi di già» mi disse

Sorrisi «anche tu»

Abbracciai Miguel e Philip e salutai anche Will.

«ciao, gringo» lo salutai.
«hey! Stammi bene, Court» mi disse. Salutó anche Duncan con un pugno chiuso.

Gli altri zii sarebbero rimasti lì a casa dei miei insieme alla nonna. In quel momento, Lucas giocava ad un videogioco sul cellulare, mentre invece Diego era seduto sul divano insieme a Duncan. Era concentratissimo e non capivo perché, poi mi resi conto che Duncan gli stava raccontando una storia.
Faceva delle espressioni coinvolgenti, alcune erano di terrore, altre di stupore. E gli occhioni marroni di Diego erano ben attenti a tutto quello che diceva.

Li osservai per qualche minuto, di preciso non so per quanto. Non badavo neanche alla storia, ero concentrata ad osservare l'impegno che il mio finto amico ci metteva a raccontare una storia, anzi, probabilmente ad inventare di sana pianta un racconto.
Forse non dovevo più chiamarlo così. Finto amico.

Sentii una mano toccarmi la spalla, era la mamma.
Mi girai verso di lei «ti ho lasciato una fetta di torta. Una a te e una al tuo amico» disse. «ne sono avanzate giusto due»
«grazie, le prenderó adesso. Stiamo per andare via»

Mi avvicinai al divano cercando di non disturbare troppo i due , ma quando arrivai li sembrava che il racconto fosse appena finito.

«...e nessuno scoprí cosa ci fosse, dentro quel baule» finí Duncan, avvicinandosi al visino del mio cuginetto.

Midnight Pillow-duncneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora