get risky

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Il primo rumore del giorno fu un tagliaerba.
È un famoso hobby della domenica. Il tipico hobby della domenica.
La stanza era completamente illuminata dalla luce del sole e quella troppa luce mi fece capire che non doveva essere tanto presto.
Okay, prima cosa. Ero veramente stanca. I miei occhi non me volevano sapere di aprirsi del tutto. Quando riuscii più o meno a svegliarmi- per modo di dire- presi il cellulare per vedere che ore fossero.

10.10

C'era una notifica, era un messaggio da parte di mamma.
amore ti aspettiamo per l'una. Baci.

Quindi avevo tre ore a disposizione, ancora.

Buttai la faccia sul cuscino e dopo qualche secondo dopo alzai la testa. Guardai Duncan.
Vederlo dormire cosi tranquillo e rilassato mi faceva venire voglia di dormire di nuovo per altre cinque ore consecutive.

Quel famoso detto è tranquillo? Si, quando dorme si addiceva molto a Duncan in quel momento. Era immobile, si muoveva solo il petto, un respiro lento. Dava pace.

Fu il citofono a svegliarmi del tutto. Intanto Duncan continuava a dormire, mosse solo una gamba e sistemó meglio la faccia sul cuscino. Come se non avesse sentito nulla ma ero sicura al cento per cento che non fosse così.

«pss, Duncan svegliati! Qualcuno ha citofonato» bisbigliai, anche se non aveva senso visto che l'unico che dormiva in quella casa, era lui.

«mmh...»

Okay, non lo sopportavo già più.

«ti vuoi muovere?»

«vai tu»

«io?»

«tu non ti preoccupare» disse girandosi dall'altra parte.
Siccome sono una persona educata e non volevo far aspettare troppo quella persona che stava dietro la porta di casa, mi alzai dal letto e mi guardai qualche secondo allo specchio.
Il citofono suonó di nuovo.
Corsi in bagno a sciacquarmi la faccia e intanto insultavo Duncan nella mia mente in tutti i modi possibili. Proprio ora che non c'erano Geoff e Bridgette? Stavo odiando tutto ció. Chi poteva essere? Sperai fossero i miei amici, magari avevano dimenticato qualcosa ed erano tornati indietro.

Aprii la porta.
Davanti a me trovai un ragazzo che doveva per forza essere parente di Duncan.

Era un po' più alto di lui e i capelli erano più chiari di quelli di Duncan, anche più lisci. Al contrario, gli occhi erano scuri e aveva un accenno di barba, aveva uno zaino in mano e una faccia che non si aspettava di vedere la sottoscritta. Una tizia con una maglietta con su scritto loser con un dito che indica chiunque guarda la maglietta.

«ehm-ciao! C'è Duncan?» sorrise.
Annuii «si, sta dormendo ma possiamo buttarlo giù dal letto insieme se vuoi» dissi, facendolo entrare. Intanto rideva.

«volentieri» rispose. «sono suo fratello comunque, Ethan» gli strinsi la mano. Non avevo dubbi.Doveva essere lui il fratello maggiore. Gliene avrei dati almeno una trentina.
«Courtney, piacere!»

Annuí come se il mio nome gli ricordasse qualcosa e avevo paura di sapere cosa.

«ah, Courtney!» disse «non sei la sua ragazza, allora»

Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva tanto dal farmi uscire un verso strano dalla bocca, molto simile ad un pulcino che starnutisce e sperai con tutto il cuore che non lo avesse sentito. Impossibile, purtroppo. Ma almeno il mio nome gli fece captare il concetto che no, non ero la sua ragazza e manco ce l'aveva. Questo però, mi accese una lampadina nella testa: voleva dire che non parlava spesso con suo fratello dal non sapere che non avesse una fidanzata? O era solo una battuta? Sperai più nella seconda, per quanto mi avesse diciamo...spaventato quella allusione. Avere un fratello e non parlarci...quello dovevo essere brutto.

Midnight Pillow-duncneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora