dont speak too soon

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Tornai a casa a mezzogiorno e venti e studiai in camera mia, sgranocchiando qualche cracker, visto che avevo già mangiato con Noah e non avevo più fame. Studiai due ore precise, senza distrarmi. Okay, la mia mente mi riportava qualche volta sul discorso di Noah. Oppure mi chiedevo come stava la nonna. Mi resi conto di quanto fosse stupido dimostrare a Duncan una cosa così frivola come è bello stare da soli. Come se mi avesse ascoltato o come se mi importasse.

A parte questo, non mi distrai più di tanto.

Non ebbi nessun problema, e rimasi abbastanza soddisfatta visto che finii l'intero capitolo sulle famose consuetudini. Fu più facile anche perché non c'era Bridgette a casa che avrebbe potuto distrarmi, anche se solitamente non mi disturbava mai quando studiavo. Credo che fu il silenzio a rendere tutto più tranquillo. Pensai per che ora se ne fossero andati Geoff e Duncan da casa nostra, forse alle undici, ovvero lo stesso orario dell'uscita di Bridgette, che doveva aiutare i suoi con la casa.

Chissà come stava la nonna, cosa faceva.

Quando finalmente mi alzai dalla sedia della mia scrivania, presi il cellulare e andai in sala. Mi sedetti sopra lo stesso divano di quella mattina e ci mesi qualche secondo a decidermi se chiamare mamma o meno.

Feci un bel respiro. Quasi sbiancai quando mi accorsi dello schermo del cellulare illuminarsi.

Mami mi stava chiamando.

Cliccai la cornetta verde e avvicinai il telefono al mio orecchio destro.

«pronto, mamma?»

«Courtney tesoro, tutto bene?»

Cercai di capire dal suo tono di voce cosa fosse cambiato dalla sera prima. Purtroppo mia mamma era una persona un po' esagerata quando si trattava di reazioni varie, dipendeva anche dalla situazione ma in genere era abbastanza extra, quindi difficilmente riuscii a capire se volesse darmi una bella notizia o meno. Quello era un tono più calmo di quello precedente ma con una nota di lentezza, affaticata direi. Felice di non aver preso quella sua caratteristica, io ero paranoica ma non catastrofica quanto lei. Avevo preso più da papà, razionale ma sempre sull'attenti.

Ma non mi sembrò angosciata.

«tutto bene mamma, ho finito di studiare. C-come-come va?»

«si, scusa se non ti ho richiamato ieri, ti ho lasciato un po' in sospeso. Zia Carla mi ha chiamato poco fa. La nonna sta meglio, ma deve rimanere in ospedale ancora per qualche giorno»

Un grosso peso si tolse dal mio cuore, non del tutto, che fosse ancora in ospedale non mi tranquillizzò del tutto. Ma in fondo era normale. Era diabetica. Non era come tutti gli altri. A ogni modo non volevo essere negativa quindi prendere solo la parte di la nonna sta meglio fu abbastanza, diede luce al mio pomeriggio. La nonna stava bene.

Diventai tutto ad un tratto felice.

Sorrisi «bene. Sono contenta» dissi «andrete a trovarla?» chiesi curiosa. Se Québec fosse stata vicina a Toronto non ci avrei pensato due volte ad andare da lei, ma già era tanto se andavo a trovare i miei genitori che vivevano nella mia stessa città.

«io e tuo padre ne stavamo parlando, non siamo ancora sicuri. Forse si. Gli zii sono stati lì tutta la notte...non è stato facile per loro, è stato improvviso, siamo contenti che stia meglio almeno»

Annuii «anche io lo sono, davvero.» mi alzai dal divano « spero di rivederla presto». Iniziai a camminare per la sala pensando a passare qualche giorno in Québec per starle vicino. Avrei potuto stare qualche giorno un weekend non distante da quei giorni, non ero indietro con lo studio e il prossimo esame lo avrei avuto tra un mese. Mi stavo organizzando nella mia testa sapendo benissimo che mamma non me lo avrebbe permesso.

Midnight Pillow-duncneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora