68.

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Dai sono stata brava, vi sto pubblicando subito il continuo 😂
Buona lettura 💝

8 febbraio 2019 (Continuo...)

...<<Vuoi sapere la mia storia?>> gli chiedo e lui sembra sorpreso per questa mia uscita, non se l'aspettava e prima di annuire mi scruta un attimo per capire se sono seria...

Ci sistemiamo meglio nel letto entrambi dentro le coperte ma non stesi, Paulo ha appoggiato i cuscini alla testiera del letto e noi abbiamo poggiato la schiena ad essi ognuno rivolto verso l'altro...ci guardiamo un attimo negli occhi e mi lascia il mio tempo per chiarirmi le idee, per trovare le parole giuste per raccontargli il mio passato oscuro, voglio dirgli tutto senza tralasciare nessun dettaglio in modo tale che questa conversazione avvenga solo oggi...
<<Non ho...non ho mai conosciuto il mio vero padre..>> inizio tenendo lo sguardo fisso sulle mie mani che inizio a sfregare nervosa e Paulo le afferra con le sue accarezzandone il dorso e così poi porto lo sguardo sul suo.
<<Sai che ho scoperto qualcosa su di lui solo adesso grazie a Mira -annuisce in silenzio- siamo sempre state io e la mamma...beh in realtà c'è stato anche Alessandro per un po'>> solo a pronunciare quel nome sento il mio labbro tremare e i brividi percorrermi tutto il corpo. Paulo se ne accorge e così stringe leggermente le mie mani per poi lasciarne una e con un solo braccio mi fa alzare il tanto giusto per farmi sedere sulle sua gambe e avvolgere i miei fianchi con il braccio per stringermi più a lui, in questo modo mi fa capire che lui è qui...
<<Non ricordo quasi nulla dell'inizio perché ero piccola ma ho qualche vano ricordo di quando ho iniziato le elementari...quando ero in seconda elementare Alessandro se n'è andato via di casa, però mi ricordo ancora adesso l odore del fumo, di come bevevano, e del chiasso che facevano i suoi amici quando venivano a casa..>> sospiro
<<Avevo sette anni e sapevo già lavarmi sola, prendermi cura di me stessa...avevo capito che se facevo la scontrosa con i miei compagni loro mi avrebbero lasciata in pace e in questo modo nessuno mi avrebbe chiesto di venire a casa mia a giocare o fare i compiti come invece facevano tra loro. L'unico che non sono mai riuscita ad allontanare è stato Filippo, era il mio compagno di banco ed essendo anche lui molto timido non parlava molto con gli altri ma con me invece lo faceva spesso, all'inizio ho cercato di ignorarlo ma mi è risultato impossibile...ovviamente non l'ho mai invitato a casa, mi vergognavo...mamma ogni mattina prima di portarmi a scuola mi ricordava che nessuno doveva sapere che lei era una mamma single e così ha inventato che mio padre fosse via per lavoro, lo aveva detto a tutti anche alle insegnanti e io dovevo reggere la sua farsa...non voleva che la gente sapesse che lei fumava, e non solo sigarette o che amava bere insieme ai suoi amici e divertirsi mentre io ero di sopra a fare i compiti o giocare da sola...>> la mano di Paulo accarezza la mia schiena e dalla sua mandibola contratta capisco che tutto questo gli dia fastidio, ma non dice niente e aspetta che io continui a raccontare...
<<Mi portava con se sempre e Alessandro, non so perché ma da un giorno all'altro ha iniziato a commentare dicendo sempre che ero la più bella e mi accarezzava ogni volta che ne aveva l'occasione, poggiava la mano ovunque -mi si spezza la voce e d'un tratto la mano di Paulo sulla mia schiena si ferma forse perché ora anche lui ha la sua mano su di me ma lui non è Alessandro, lui mi fa star bene così lo guardo - non farlo, non fermarti...>> lo prego mentre le lacrime continuano a scivolare libere sulle mie guance e lui chiude un secondo gli occhi e riprende ad accarezzare la mia schiena mentre con l'altra mano tiene salda la presa sulla mia.
<<Avevo solo dieci anni quando...quando una notte siamo andati lì e la mamma gli stava chiedendo della roba e come sempre lui ha iniziato a fare commenti, hanno iniziato a bere insieme agli altri, volevo solo tornare a casa perché non mi piaceva stare lì. Pioveva....pioveva tanto e io la guardavo dalla finestra quando ad un certo punto Alessandro mi ha presa per mano e mi ha portata fuori...la mamma non si era accorta di niente ma anche in caso contrario non avrebbe fatto nulla perché ormai non capiva più nulla, aveva bevuto e fumato e non avrebbe capito che nel mio sguardo in realtà c'era solo terrore, perché io sola con lui non volevo andare...>> l'ultima frase la dico in un sussurro mentre mi si spezza la voce e in questo momento sento Paulo sospirare, per calmare la rabbia che sente dentro di se, lo percepisco da come è teso e stringe forte la mia mano e così smetto un attimo il mio racconto per abbracciarlo.
Ne ho bisogno ma allo stesso tempo mi preoccupo per lui e non voglio che si senta così...lui ovviamente ricambia la stretta e lo sento un po' rilassarsi sotto il mio tocco ed era questo il mio intento...
<<La pioggia di notte...la notte che mi hai chiamato...>> sussurra più a se stesso che a me ma io lo sento, e ora sta riuscendo a collegare i pezzi del puzzle mancanti, ora sta riuscendo a capire il vero motivo della mia fobia...
<<Quando siamo usciti fuori non so come ma ho trovato il coraggio di dirgli che non volevo, non volevo stare lì con lui ma con la forza lui mi ha fatta cadere all'angolo di quel vicolo...c'era un pezzo di vetro rotto che non avevamo visto...>>
<<La cicatrice...>> sussurra e annuisco, la cicatrice che lui ha toccato quella sera e il motivo per il quale io l ho respinto.
<<Mi ha fatta alzare fregandosene del dolore, del rosso del sangue che usciva dalla mia pelle...ha ..ha allungato la mano sotto la mia gonnellina, non la indossavo mai ma quella sera la mamma mi aveva detto che non dovevo essere un maschiaccio sempre in pantaloni e quindi l'ho messa>> mi trema la voce e il senso di vomito e nausea mi percorre lo stomaco e devo stare zitta un attimo per non vomitare sul serio al ricordo di quella sera...
<<Basta amor...>> cerca di fermarmi Paulo nel raccontare ma scuoto leggermente la testa, deve saper tutto, ho trovato il coraggio e devo farcela fino infondo, come quella sera quando ho affrontato la pioggia per andare da lui a casa sua, mi focalizzo sulla sua figura, i suoi occhi, le sue mani...e prendo coraggio.
<<Dopo un po' è arrivata la polizia, non so chi l'abbia chiamata, forse qualcuno ha sentito i miei lamenti, forse per il troppo chiasso che stavano facendo gli altri nella stanza alle nostre spalle, non lo so, ma nonostante per me fosse un sollievo il fatto che loro erano lì allo stesso tempo avevo paura...l'unico che è riuscito ad avvicinarsi è stato papà...-rivoglio uno sguardo veloce alla lettera che giace ancora sul letto- non mi staccavo da lui, anche quando mi hanno portato in ospedale per medicarmi e visitarmi, avevo paura che non ho neanche chiesto perché la mamma fosse in ospedale, nel letto di fronte al mio...aveva mischiato troppe cose insieme, non c'è l ha fatta...>>
<<Empi...>> Paulo sussurra e nei suoi occhi vedo tristezza, dolore...appoggio la guancia al suo petto stringendomi a lui <<Volevano portarmi in qualche istituto ma papà ha bloccato tutti dicendo che mi avrebbe portata a casa lui con se...>> sussurro piangendo sul suo petto mentre sento le sue labbra lasciarmi dei baci sulla testa stringendomi a lui.
<<Non volevo allontanarti in quel modo quella sera...ma...>> mi blocca subito <<Non dirlo, hai fatto bene perché se tu mi avresti lasciato fare mentre tu non volevi e avevi paura non me lo sarei mai perdonato, sono qui amor....sono qui e non mi importa, voglio solo che tu stia bene>>
<<Sto bene....adesso>> mi stringo di più a lui per fargli capire che sto bene, ora, tra le sue braccia.

(Paulo)
"Mi ha raccontato tutto...tutto...Mire non riesco>> mando il messaggio scrivendolo con una sola mano mentre con l'altra continuo ad accarezzare i capelli di Chiara che sta stretta al mio petto dormendo.
Dopo che ha finito di raccontarmi l intera storia ha pianto per diversi minuti e infine si è addormentata, ha affrontato tanto in questi giorni, la morte del padre, il trasloco, l essersi ritrovata di nuovo senza genitori e il racconto...ha bisogno di dormire in sicurezza e io spero di dargliene almeno un po' con le mie braccia.
"Tutto tutto?"

"Tutto, la madre, Alessandro....quella sera, come fai? Come fai a non aver voglia di andare a cercarlo e spaccargli il muso? Perché giuro l'unica cosa che voglio ora è questa>>

<<Perchè questo significherebbe riportarlo nella sua vita, qualche mese fa lo abbiamo rincontrato, era terrorizzata ma lui non l'ha riconosciuta, quel terrore che aveva negli occhi mi ha fatto capire che non devo far nulla se non starle vicino>>

<<Grazie per esserci per lei amico>>

<<No Paulo, grazie a te semmai, prenditene cura mi raccomando perché è forte da sola, ma ha sempre anche lei i momenti in cui avrà più bisogno di affetto e di una persona al suo fianco"

"È il mio intento amico"...

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Ecco a voooooiiii
Allora? Voglio leggere i vostri commenti sono curiosaaa❤️
Finalmente al 68 capitolo ho svelato il mistero 😂
-Chiara🥰

Mi número diez - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora