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7 novembre 2018
Anche oggi mi ritrovo seduta qui allo stadio a guardare la partita dei bianco neri ma a dirla tutta avrei preferito starmene a casa ma lo avevo promesso al piccolo Edin che sarei rimasta al suo fianco per vedere il suo papà giocare e ormai mi ero data appuntamento anche con Roberta che sarebbe venuta qui con Claudio e i bambini e sarebbe stato brutto tirarmi indietro all'ultimo.
Come se non bastasse oggi doveva venire anche Filippo ma a causa di un contrattempo non è riuscito a raggiungermi, avrei preferito averlo qui al mio fianco visto che lui sa.
Ma non è qui, per tanto indosso la miglior maschera chiamata sorriso finto e faccio finta di nulla, non vorrei che qualcuno si accorgesse del mio umore nero.
Al mio fianco Roberta mi chiede di fare una foto e visto che la partita è in pausa ovvero il primo tempo è finito passa il cellulare al marito e mi fa alzare dando le spalle così al campo.
I miei occhi percepiscono i componenti della famiglia Dybala seduti tre file dietro di noi, sapevo della loro presenza ed è per questo che per i primi quarantacinque minuti ho evitato di girarmi per paura di guardarli, so che Dolores sa e anche se Paulo mi ha assicurato che il fratello e la mamma non sanno il mio nome entrambi sappiamo che qualcosa l'hanno capita.
<<Di solito la gente chiede di fare la foto con me non che la debba fare io>> a riportarmi alla realtà è Claudio che fa ridere sia me che la mia amica alla mia destra e gliene sono grata, è la prima volta che rido spontaneamente questa sera.
<<Oh mamma chi ho spostato>> ribatte divertita Roberta e sorrido <<Dai mettetevi in posa>> ci affianchiamo avvicinandoci ancora di più e sorridiamo verso l'ex giocatore bianco nero che ci scatta le foto.
<<Anche noooii>> arrivano Leonardo con Davide e Edin che si avvicinano alle nostre gambe e a quel punto Claudio scatta di nuovo.
Quando ci sediamo di nuovo ai nostri posti Roberta propone un selfie tutti insieme scherzando sul fatto che così Claudio si sente soddisfatto dalla richiesta e anche questa volta la coppia al mio fianco riesce a farmi ridere e per un attimo dimenticare le ultime ore della mia vita.
Nonostante la Juve sia partita carica la partita altri 45 minuti dopo si conclude con una sconfitta e riesco a percepire da qui subito gli sguardi tristi dei bianco neri, pare che oggi non sia l'unica con l'umore a terra.
Claudio e Roberta con i bambini vanno via subito e quindi nella sala dove di solito aspettiamo i giocatori restiamo solo io con il mini Pjanic e i tre argentini che stanno però dall'altra parte della stanza in silenzio. Non ho il coraggio di alzare lo sguardo verso di loro, sia perché davvero mi sento a terra ma anche perché ho paura di scontrare il loro sguardo.
<<Ho fame Chiari>> a rompere quel silenzio assordante è proprio il mini Pjanic e gli accarezzo il viso stando alla sua altezza visto che io sono seduta e lui in piedi <<Ora come arriva papà andiamo a mangiare qualcosa va bene?>> lui annuisce per poi sorridermi.
I primi ad entrare nella stanza sono Juan e Rodrigo che si avvicinano subito a salutarmi <<Ehi >> mi alzo per salutarli anche io <<La prossima volta porto Meli così sta con te>> mi dice Cuadrado e annuisco sorridendogli e subito dopo vanno via.
Piano piano escono quasi tutti, soffermandosi a salutare sia me che il mini Pjanic e alcuni di loro si fermano a parlare anche con i tre argentini che a quanto pare riconoscono soprattutto la mamma di Paulo, da quello che ho potuto sbirciare è davvero una bella donna e solo con lo sguardo non so perché ma emana dolcezza.
Mira ci raggiunge subito dopo e Edin si butta tra le sue braccia che lo accoglie stringendolo a se, quando incrocia il mio sguardo percepisco che mi sta chiedendo come io stia, ormai riusciamo a capirci senza neanche parlare e gli basta un cenno con la testa per stringere anche me tra le sue braccia tenendo dall'altra parte il figlio.
<<Abbraccio riparatore?>> chiede Edin e sia io che il bosniaco annuiamo e lui ci stringe di più, l'abbraccio riparatore è nato circa un anno fa quando Mira aveva sbagliato un goal e si sentiva triste e allora Edin mi ha proposto di dargli un abbraccio perché a lui quando è triste fanno bene e così entrambi lo abbiamo abbracciato e da lì è partita questa nostra strana usanza per supportare uno di noi se è triste.
So che in questo momento stiamo suscitando interesse nei tre argentini poco distanti da noi ma ora come ora quasi non ci penso godendomi le braccia del mio migliore amico che è sempre pronto a consolarmi, sapendo la situazione da un lato ha insistito affinché io venissi stasera a vedere la partita così da distrarmi ma dall'altro lato mi ha rassicurato che avrebbe capito se avessi deciso di non presentarmi e stare chiusa in camera a ripensare a ciò che questa giornata mi ha offerto.
<<Non è giusto escludere le persone da un abbraccio>> e subito dopo a noi tre si aggiungono anche le braccia muscolose di Douglas e sorrido e guardando oltre le sue spalle girando leggermente il capo mi rendo conto che è arrivato anche Paulo che sta salutando la sua famiglia.
Edin inizia a ridere e subito dopo capisco il motivo, Doug mentre ci abbraccia pizzica piano il suo fianco provocandogli il solletico e questo ci porta a staccarci tutti e quattro ma quando alzo lo sguardo noto che qualcuno ci sta guardando e quel qualcuno è Dolores che appena si rende conto che anche io la guardo mi sorride e ricambio.
Lei sa.
<<Li saluto e sono da voi>> sento la voce di Paulo e poi i suoi passi verso di noi <<Pau>> Edin si attacca al suo collo e l'argentino lo solleva <<Umore a terra stasera>> dice poi e i due giocatori al mio fianco annuiscono <<Merda ho dimenticato il cellulare negli spogliatoi>> dice Doug per poi correre nell'altra stanza non rendendosi conto di aver detto una parolaccia davanti a Edin e infatti Mira alza gli occhi al cielo.
Questa sua assenza fa avvicinare di più Paulo a me e mi da un abbraccio veloce lasciando un bacio tenero sulla mia guancia tenendo sempre tra le braccia il piccolo Pjanic e per un attimo mi sale il panico che qualcun altro ci abbia visto ma alle sue spalle dove prima c'erano i tre argentini ora non c'è nessuno.
<<Todo bien?>> mi chiede e annuisco anche se lo sguardo che mi rivolge non è del tutto convinto ma il ritorno del brasiliano lo blocca nel porgermi altre domande.
<<Possiamo andare>> tutti e cinque ci dirigiamo fuori per raggiungere le macchine e nel frattempo Mira da un leggero schiaffo dietro la nuca a Douglas <<Questo è per la parolaccia di prima>>
<<Ops>> Douglas scoppia a ridere attirando l'attenzione su di noi anche della mamma, fratello e nipote di Paulo che lo stavano aspettando affianco alla sua jeep.
Prima di raggiungerli però si gira verso di noi per salutarci un altra volta e mi passa Edin che voleva venire in braccio a me e mentre lo fa con l'altra mano mi accarezza la schiena guardandomi per un attimo negli occhi e mi basta quello sguardo per stare un po' meglio.
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Mi número diez - Paulo Dybala
Fiksi PenggemarChiara, non ha molti amici nella sua vita e non si fida particolarmente delle persone, ma qualcuno farà irruzione nella sua vita e piano piano vederli diventerà la sua quotidianità ma tra di loro uno in particolare può diventare il suo futuro.🤍🖤 S...