"Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo la incredibile virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, incredibile universo che ci fissa in volto."
Il tempo sembrava essersi fermato mentre aspettavo di capire cosa quell'Harry volesse propormi, mentre mille scenari diversi si stavano palesando nella mia testa, a partire dal modo in cui era vestito, dall'espressione seria che aveva in volto, il modo in cui le sue mani si stavano stringendo tra di loro mentre il suo sguardo continuava a vagare per il mio corpo per fermarsi poi sul mio viso, su cui mi ero costretta a dipingerci una maschera saccente e irriverente.
«Una proposta...» ripetei, flebilmente, accompagnando le mie parole con una risata per niente ilare. «Per farmi questa proposta era così necessario compiere un reato? Non sarebbe stato più semplice bussare alla mia porta? O mandarmi una mail? Telefonarmi?»
Ancora non riuscivo a scacciare la sensazione di agitazione che mi aveva causato trovare uno sconosciuto comodamente seduto sul mio divano.
Harry si portò una due dita alle labbra, che pizzicò leggermente, ed io seguii ogni suo gesto con attenzione, cercando di scovarne disagio o qualsiasi altro tipo di premura che però non vi trovai. Si comportava come se quello che stava facendo fosse assolutamente normale, con la sua aria rilassata tradita solo dai suoi occhi che continuavano scrutarmi alla ricerca di qualche mia reazione.
«Eseguo solamente gli ordini che mi sono stati impartiti - fu la sua unica risposta, e stavo per ribattere ancora con la mia irriverenza, quella che non era mai piaciuta ai miei superiori nell'esercito, ma su cui avevano sempre sorvolato per via della mia bravura sul campo e fuori, ma lui me lo impedí. - Dovresti sapere cosa significa, no? Sei stata nell'esercito per cinque anni»
Il fatto che sapesse anche questo, mi stordì. Ma avrei dovuto aspettarmelo, sapeva il mio nome e il mio indirizzo, chissà quante altre informazioni riguardo alla mia persona possedesse... Ma la vera domanda era: perché?
«Come fai a...?» Chiesi comunque, nonostante sapessi che non avrei ottenuto altre risposte, lui scrollò le spalle.
«So moltissime cose. Sono qui per farti una proposta, se accetterai, saprai tutto a tempo debito» era la seconda volta che pronunciava qualcosa del genere, come un robot programmato a ripetere una determinata frase in risposta ad un'altra, stufa di sentire solo quella, quindi, annuii, promettendogli che non lo avrei più interrotto, ormai troppo curiosa.
La mano destra stava ancora impugnando la pistola, iniziava a dolere, per questo rimisi la sicura e la appoggiai al mobile di fianco a me, ancora vicina in caso di necessità, anche se il mio sesto senso, quello orientato a riconoscere i pericoli e cercare di evitarli, era ora quieto.
«Faccio parte di un'organizzazione paramilitare che opera al di fuori di qualsiasi giurisdizione: i milites mundi. Hai mai studiato il latino? Sai cosa vuol dire?»
Annuii, poco convinta. Al liceo avevo frequentato un corso latino, ma non avevo mai prestato molta attenzioni alle lezioni, ciò che mi interessavano erano i crediti che avrei ricevuto.
«Milites vuol dire soldati, mundi, mondo?»
«Più o meno: vuol dire soldati del cosmo» a quelle parole sbarrai gli occhi, talmente incredula che se Harry non avesse avuto quella faccia seria, gli sarei scoppiata a ridere in faccia.
Soldati del cosmo? Ero sicuramente incappata in qualche strano scherzo organizzato da qualcuno con uno strano senso dell'umorismo, non c'era altra spiegazione plausibile.
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ARGEMONIA [HS]
FanfictionDiana Denvers ha ventitré anni e il corpo segnato da cicatrici che sono il suo promemoria perpetuo dei cinque anni passati nell'esercito americano. Dopo aver perso il suo plotone in Afghanistan, torna nella sua città natale per un congedo temporaneo...