21 - Simbolismi e gratitudine

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«Impara a amare ciò che desideri ma anche ciò che gli assomiglia. Sii esigente e sii paziente. È Natale ogni mattino che vivi. Scarta con cura il pacco dei giorni. Ringrazia, ricambia, sorridi.»

DIANA'S POV

Grayling era molto carina, proprio come l'aveva descritta Liam durante il tragitto di mezz'ora nel van. Durante il quale potevo dire di essermi divertita molto, nonostante la stanchezza per via della nottata insonne.

Zayn aveva temuto di essere quello a dover reggere la candela - nonostante lo avessi rassicurato più volte che, se avessi considerato quella un'uscita tra coppie, non avrei mai accettato - ma quando Freya aveva detto all'ultimo di non poter venire perché non si sentiva bene per la sbronza presa la sera prima, aveva cambiato espressione e aveva passato il tempo in auto a cantare insieme a tutti gli altri canzoni che ormai credevo fossero state dimenticate da un pezzo, trasmettendo un buon umore che sembrava essere costante ogni volta che mi ritrovavo a stare insieme a tutti loro.

Harry, di fianco a me, si era spesso divertito a scompigliarmi i capelli e a darmi fastidio in tutti i modi possibili, guadagnandosi anche un pugno sul petto quando, dopo una battuta e uno sguardo eloquente di Louis, avevo capito che gli avesse raccontato ciò che era successo tra di noi.

Una volta lí, invece, i timori di Zayn riguardo un'eventuale divisione in coppie, si rivelarono infondati.

I ragazzi si erano subito catapultati verso le montagne russe, mentre noi ragazze, ancora con tutto il pranzo nello stomaco, avevamo optato per fermarci ad un piccolo stand che fungeva da bar per poter bere qualcosa che potesse riscaldarci un po'.

Sedute ad un tavolino, di fronte a delle tazze di the fumante, avevamo appena finito di parlare di prodotti per capelli in grado di sconfiggere l'umidità. Era tempo che non avevo a che fare con delle conversazioni così frivole e leggere, soprattutto con delle ragazze e, per quanto io fossi sempre stata un maschiaccio, non mi era assolutamente dispiaciuto.

«Quindi Livia... tu e Tomlinson?» chiese Arya, sollevando le sopracciglia più volte e un sorriso furbo sulle labbra.

Livia arrossì leggermente, prendendo un sorso della sua bevanda prima di parlare. «Non ho idea di cosa tu stia parlando.» Disse, in un tentativo inutile di evitare l'argomento.

«Oh andiamo! Noi due siamo più affidabili di quei cinque pettegoli, puoi parlare liberamente.» tentò ancora, ed io non potei che darle ragione, annuendo verso Livia.

Non che volessi farmi i fatti suoi, ma Louis sapeva tutto ciò che era successo tra me e Harry, mi sembrava giusto pareggiare i conti.

«Ci siamo baciati, un paio di volte. - ammise, sollevando le mani per bloccare l'eccessivo entusiasmo di Arya - Ma ero ubriaca e davvero poco in grado di intendere e di volere, non ho intenzione di farlo riaccadere molto presto.»

«Però ti piace. - esordii - E molto.» Le si leggeva dall'imbarazzo che stava provando nel parlarne e dal modo in cui aveva sorriso quando lo avevamo nominato.

«Tre settimane di corteggiamento intensivo sono servite a qualcosa, sì! - scherzó - Ma sono venuta qui con l'idea di non voler avere più nulla a che fare con gli uomini per molto tempo. L'ultima volta che uno con un bel faccino mi ha corteggiata, ci ho guadagnato soltanto una serie di tradimenti scoperti il giorno del mio compleanno e un principio di depressione acuta. Quattro anni della mia vita buttati nel cesso, sto cercando di recuperare il tempo perduto.»

Livia si lasciò andare sullo schienale della sedia, la sua espressione non era triste, più che altro arrabbiata e delusa, come era giusto che fosse.

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