«Navighiamo immersi nel vasto oceano della vita. La ragione è la bussola, ma la passione è la tempesta.»
HARRY'S POV
Era passato un mese intero dall'incontro che avevo avuto con Diana nella lavanderia e dal primo sogno su di lei che definire erotico sarebbe stato un eufemismo.
In quel mese non aveva fatto altro che evitarmi. Io non avevo fatto altro che accettare la cosa, come era giusto che facessi, perché anche io non riuscivo a capacitarmi di quello slancio che avevo avuto nei suoi confronti.
Non mi ero solamente limitato a guardarla, a studiarla, a sognarla, avevo sentito la necessità di farmi vicino a lei, di respirare il suo profumo e accarezzare la seta dei suoi capelli lunghi, fili di bronzo che faticavo a comprendere come potessero essere così morbidi, se messi a confronto con le mie mani dure e segnate dalle armi e dai pugni dati per sopravvivere.
L'avevo vista così serena vicino a Jackson Fray, l'avevo vista sorridere e ridere con lui. E tutto quello che riuscivo a fare era chiedermi perché da lui si facesse avvicinare senza scappare via alla prima occasione.
A quel coglione piaceva, era chiaro dal modo in cui la guardava e come si era imbarazzato dopo quella pessima battuta riguardante un matrimonio a Las Vegas se lei avesse fatto Dio solo sa cosa, ed io ero impazzito immaginando scenari di lei con le mani di quello addosso, quando io non riuscivo a far altro che pensare a come facilmente mi venisse duro soltanto guardandola; quando io non avevo dormito per più notti sognandola gemere sotto di me mentre affondavo in lei con la foga di un povero disperato che necessitava di ossigeno per poter respirare a pieni polmoni.
Era difficile accettare di non essere l'unico a vederla con occhi assetati e bisognosi, che la vedesse sensuale, pura e peccatrice allo stesso tempo. L'unica cosa di cui ero certo, era che io però fossi l'unico ad averlo ammesso a lei, nonostante questa irrazionale attrazione mi stesse facendo mettere in discussione metà della mia vita, costruita cercando e ricercando un comune denominatore che desse un senso a tutto.
L'unica cosa di cui ero certo, era che accostare chiunque - me compreso - a Diana Denvers, sarebbe stato come accostare un sasso ad un diamante.
Il primo, una massa anonima e insignificante creata e formata in chissà quale era geologica inutile e buona soltanto per essere lanciata addosso a qualcuno. Il secondo era invece simbolo di durezza, resistenza e forza, del fisico e dell'animo, caratteristiche che tutte potevano essere accostate a quella ragazza che ormai avevo capito essere in grado di farmi perdere la testa soltanto compiendo un gesto semplice come quello di raccogliersi i capelli.
Avevo dovuto fermarla dal compiere quell'azione, perché sapevo che non ce l'avrei fatta a starle vicino con il suo collo pallido, lungo, scoperto, senza che potessi saggiarlo con le mie labbra dannate e peccatrici, senza che mi si ripresentassero gli stessi scenari che avevo potuto vivere solo tramite la mia immaginazione.
Vedendola vicino a lui, io avevo sentito la necessità di avere la conferma di essere ancora in grado di provocarle gli stessi brividi che le avevo provocato in quella palestra al terzo piano. E in quei giorni nulla mi aveva soddisfatto di più del vedere i suoi occhi ambrati più scuri del solito per le pupille dilatate dall'eccitazione e le sue labbra aperte alla ricerca di più aria e ossigeno da assimilare. Sì, anche se a parole era bravissima a mettermi al tappeto, il suo corpo e le sue reazioni dicevano altro. Lei aveva paura di me e delle sensazioni che ero in grado di provocarle.
Ed io avevo provato a starle lontano, a rispettare questa sua paura che le avevo letto negli occhi, ma quel giorno non ci ero riuscito, da bravo arrogante e figlio di puttana che sentiva la necessità di conferme come il più insicuro degli imbecilli e ora lei mi ignorava e fingeva che non esistessi.
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ARGEMONIA [HS]
FanfictionDiana Denvers ha ventitré anni e il corpo segnato da cicatrici che sono il suo promemoria perpetuo dei cinque anni passati nell'esercito americano. Dopo aver perso il suo plotone in Afghanistan, torna nella sua città natale per un congedo temporaneo...