12 - C. O. M.

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«Desiderare è già un legarsi, in maniera tale da porre il legame stesso come indissolubile. Questo processo che porta dalla passione al desiderio amoroso pone l'eternità del legame desiderato.»

DIANA'S POV

La palestra di domenica mattina era sempre vuota, lo avevo imparato durante i mesi lì e piuttosto di rimanere in camera a poltrire, avevo sempre preferito approfittarne per allenarmi. Dalla vetrata che sostituiva la parete destra della stanza, era quasi impossibile distinguere il paesaggio all'esterno e anche se ero andata a correre in condizioni ben peggiori, quel giorno avevo deciso di evitare di prendermi un malanno solo per la mia mancata pigrizia.

Stavo finendo la mia serie di addominali quando Zayn fece il suo ingresso nella palestra, con un asciugamano appoggiato sulle spalle e gli occhi puntati al pavimento.

«Ehi, Malik!» Lo salutai e lui sobbalzò dallo spavento, portandosi una mano sul petto e sospirando di sollievo quando si accorse che si trattava solo di me.

Io mi alzai in piedi, sistemando la mia coda, mentre attendevo che mi raggiungesse.

«Sergente! - Mi salutò, con un saluto militare che mi fece ridere e che ricambiai prontamente. - Che ci fai qui?»

«Quello che si fa all'interno di una palestra, mi alleno.» Lo schernii e lui mi fece una linguaccia.

«Non mi faccio prendere in giro da una che preferisce l'M4 all'M16A2» mi rimproverò ed io ruotai gli occhi al cielo. Proprio il giorno prima avevamo aperto un lungo dibattito riguardo ai due fucili d'assalto e non riusciva a farsi andare giù il fatto che non fossimo d'accordo come al solito.

«Non ho intenzione di riaprire questo discorso con te, sappilo. La tua ignoranza mi fa ancora rabbrividire se ci penso.» Lui mi guardò fintamente oltraggiato dopo queste parole e non esitò a lanciarmi l'asciugamano in faccia, come una piccola vendetta personale.

«E' meglio che mi io mi alleni o finirei per ucciderti, Denvers.» Disse, poi si spostò verso la panca con il bilanciere, ed io lo seguii, immaginando avesse bisogno di una mano nel caso in cui non fosse più riuscito a sollevare il peso.

Mi piazzai quindi dietro la sua testa e dopo averlo caricato, iniziò le sue trazioni. Non ebbe chiaramente bisogno del mio aiuto e presto ci ritrovammo a scambiarci i posti, con lui ad assistere me ed io a sollevare quei pesi.

Stavo finendo la serie da sei sollevamenti, quando una voce roca e infastidita riempì la stanza fino a quel momento silenziosa, che solo i miei sospiri affaticati e qualche incitamento da parte del mio amico avevano riempito.

«Ecco dove cazzo eri! Si può sapere dove ti infili quella merda di cer...»

Il suo rimprovero venne interrotto da lui stesso quando, terminato l'esercizio, mi sollevai con il busto dalla panca e si accorse di me. Socchiuse la bocca e aggrottò le sopracciglia, confuso e quasi... irritato? Poi si passò una mano tra i capelli, prima di ricomporsi e rivolgersi a me.

«Denvers. - Mi salutò con un cenno della mano e un sorriso sforzato, mentre con il suo sguardo viaggiava tra me e il suo amico, ora di fianco a me - Scusatemi, non volevo interrompervi.» Aggiunse poi più piccato e Zayn mi lanciò un'occhiata supponente ma non disse nulla a riguardo.

«Di che avevi bisogno?» Gli chiese invece, ed Harry picchiettò l'indice sul suo polso.

«Tra un'ora abbiamo una riunione con Niall e il Generale Thompson al C.O.M., hanno bisogno di parlarci.» Gli rispose, il tono atono e non più scherzoso come quello di prima. Il C.O.M. era il Centro Operativo Missioni, era situato in un padiglione dell'Argemonia a cui noi reclute non potevamo avere l'accesso ed era il luogo in cui gli analisti - cioè coloro che analizzavano i vari dati che venivano raccolti - si mettevano all'opera e aiutavano gli altri milites mundi ad organizzare le loro missioni sul campo.

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