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Per la seconda volta nell'arco di pochi mesi mi ritrovo a vivere la mia vita in una sequenza abbastanza monotona: seguo le lezioni, vado a prendere il pranzo per poi tornare in stanza, fare i compiti e andare a lavoro. Quasi una settima che compio sempre le stesse azioni come se qualcuno con un telecomando ogni volta a fine giornata schiacciasse replay costringendomi a rivivere gli stessi momenti del giorno precedente. Il problema però è che nessuno sta schiacciando alcun pulsante ma sono io che continuo a compiere le stessi azioni senza alcuna voglia di cambiare. Per questo, come ogni mattina, con il libro di testo stretto al petto mi dirigo verso l'aula di economia sedendomi ad uno dei banchi più lontani. Ovviamente essendo la materia principale del mio corso devo frequentare questa classe tutti i giorni e tutti i giorni quindi per un'ora devo stare nella stessa aula con Jimin, essendo anche una delle sue materie principali. Infatti appena apro il libro alla pagina della spiegazione di oggi le porte vengono aperte e il biondino con il capo schiacciato sul cellulare a guardare chissà cosa e molto probabilmente non si rende neanche conto di prendere posto proprio davanti a me.

Bastardo.

Un'espressione imbronciata prende posto sul mio volto e sistemo meglio gli occhiali, ultimamente sono costretta a portarli frequentemente sentendo ogni volta che poggio gli occhi su delle scritte questi iniziano a pizzicare fino a lacrimare. Cercando di non dare retta a colui che è seduto dinanzi a me prendo il quaderno iniziando ad ascoltare la spiegazione del professore e prendendo appunti. Poco dopo sento un piccolo sospiro notando Jimin che si stiracchia e si tira indietro talmente tanto da far cadere a terra il mio astuccio. Appena sente il rumore si accascia per prenderlo e si gira per restituirmelo "Scusa non l'ho fatto di-" si ferma dopo aver alzato lo sguardo dall'oggetto e aver posato gli occhi su di me. Abbasso lo sguardo riprendendo l'astuccio e rimettendolo al suo posto tornando poi a scrivere sul quaderno ciò che dice il professore cercando di non dare minimamente retta al suo sguardo su di me "Potresti anche parlarmi eh." sbuffa roteando gli occhi al cielo.

"Non ho nulla da dirti." sussurro guardandolo male "Girati e smettila di darmi fastidio."

"Sei tu che ti sei seduta qui."

"Non è vero! Tu sei venuto a sederti accanto a me." dico fermando il suo braccio che si stava per poggiare sul mio banco "Girati."

"E se non volessi?" chiede inarcando un sopracciglio e con un rapido sguardo al professore, girato di spalle mentre guardava la lavagna, afferro il mio libro alzandomi e andandomene cercando di fare l meno rumore possibile.

Lui non mi lascia in pace? Bene. Io non ho intenzione di rimanere altro tempo con lui e questo è l'unico modo per non dover passare un'altra ora in sua compagnia.

Jimin

"Sei un coglione."

Per la quinta volta in dieci minuti sento ripetermi questa parola da Taehyung che, a braccia conserte, mi guarda male mentre tengo le mani tra i capelli e il capo chino.

"Non mi aiuti se continui a dirmelo." mi lamento io guardandolo male "Sul serio Tae come faccio?"

"Conosci la parola 'verità'?" chiede retorico e io sbuffo.

"Smettila di fare così!" mi lamento "Ho capito che mi sono tirato nei casini da solo e tu se continui a dirmelo non mi aiuti."

"E che posso fare io?" chiede alzando le braccia al cielo "Sei talmente stupido che hai preferito arrabbiarti e scaricare per metà la colpa su di lei invece di dirle perché per tutto quel tempo eri fuori."

"Ero arrabbiato!" mi difendo "Mi sono sentito accusato per qualcosa che non ho fatto! Cioè si l'ho fatto ma non per quello che crede lei!"

Taehyung sospira avvicinandosi a me e poggiando le mani sulle mie spalle "Vuoi risolvere le cose? Aspetta che sia tutto pronto, tanto non manca tanto, poi portala lì e mostrale per quale motivo sei stato tutto il tempo fuori." dice lui guardandomi negli occhi "Se lo vedrà con i suoi occhi dovrà crederci per forza e poi si vede che non vede l'ora che tu torni da lei a dirle tutto. Sta succedendo come quando ha scoperto di Namjoon e Yerim, si sta rinchiudendo in quel buco di camera ed esce solo per seguire le lezioni e andare a lavoro."

"Ma come faccio? Non mi seguirebbe mai fino a lì." dico riabbassando lo sguardo "Oggi solo che mi sono girato a parlarle se ne è andata." sbuffo.

"Avete parlato?" chiede con gli occhi leggermente sgranati.

"A lezione mi sono seduto davanti a lei senza neanche accorgermene perché stavo messaggiando con Minseo e mi sono accomodato al primo banco vuoto che ho trovato. Mi sono reso conto di essere davanti a lei quando per sbaglio le ho fatto cadere l'astuccio e gliel'ho restituito."

"Posso dirti una cosa?" chiede lui allontanandosi e mettendo le mani nelle tasche.

Annuisco.

"Sei un coglione." ripete.

"Yah! Taehyung!" lo spintono e lui ridacchia "Ascolta, puoi trovare un modo per convincerla a venire con te lì. Lo so io e lo sai anche tu."

Mi passo una mano tra i capelli annuendo "Si, troverò un modo."

"Idea!" sorride alzando l'indice "Tra poco è il suo compleanno giusto?" chiede ricevendo da me un responso positivo e anche uno sguardo confuso.

"So io come convincerla." mi sorride ghigna leggermente.

"Posso dire che mi fai paura?" ridacchio.

"Apprezza l'impegno!" dice dandomi un pugno sulla spalla.

"Grazie Tae."

𝕚𝕥 𝕨𝕒𝕤 𝕒𝕝𝕝 𝕒 𝕔𝕠𝕚𝕟𝕔𝕚𝕕𝕖𝕟𝕔𝕖•𝑝𝑗𝑚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora