Josephine
Prendo Benjamin in braccio e gli faccio fare un volteggio prima di stringerlo a me.
Lui ridacchia allegro.
«Quanto sei carino» gli dico accarezzandogli una guancia.
Ha appena finito il suo riposino pomeridiano.
Sandy è appena tornata e posso tornare a casa.
La sua tutina verde chiaro lo rende difficile da tenere in braccio dato che gli sta un po' larga.
Gli do troppo poco da mangiare?
«Domani ti do una doppia merenda» dico facendogli l'occhiolino.
Lo porto da Sandy e le si apre subito il viso davanti al faccino di Benjamin.
«Amore hai fatto tanta nanna?» chiede prendendolo dalle mie braccia.
«Si» rispondo io per lui.
«Sandy una cosa, non sembra anche a te un po' troppo magro?» le chiedo.
È da un mese e mezzo che conosco la famiglia Clark e Benji non mi sembra aver messo su neanche un grammo.
«Questa tutina gli è sempre stata larga, me l'ha data una mia amica perché ormai al figlio non gli stava più» dice tranquilla.
Annuisco.
«Beh allora io andrei, ci vediamo domani mattina?» chiedo prendendo la giacca e la borsa dal divano.
Lei annuisce.
«Certo ti ringrazio».
Mentre esco da casa Clark sento l'arrivo di un nuovo messaggio.Christian Davidson: ehi cosa fai sta sera?
Lascio andare un sospiro.
È simpatico, carino e dolce ma dopo ieri sera, dopo quello che è successo con Axel.
Non sono più convinta di niente.
Non so per lui ma per me ha significato qualcosa.
Noto un altro messaggio questa volta di Giselle.Giselle: Stasera i ragazzi suonano, ci sei?
Josephine: A che ora?
Ho promesso a mia madre di esserci per cena dato che ha organizzato una cena con dei suoi vecchi amici.
Giselle mi risponde subito.Giselle: Alle nove partiamo.
Josephine: Vi raggiungo dopo in taxi.
Giselle mi invia una faccina con il bacino e sorrido.
Devo parlare con Axel stasera.
Quando arrivo davanti al The Black Cove faccio un lungo sospiro.
La cena si è protratta fino alle nove passate e sono ormai le dieci e trenta quando arrivo davanti al locale.
Credo che ormai avranno già suonato. Un po' mi dispiace non averli sentiti.
Noto Derek fuori che sta fumando una sigaretta e lo saluto con una mano avvicinandomi.
«Ehi» dico allegra.
Mi fa un cenno con la testa.
«Ehi Jos» dice buttando fuori il fumo.
«Hai visto Axel?» chiedo.
Devo parlarci subito prima che mi passi il coraggio.
Mi mordo il labbro aspettando una sua risposta.
«Dentro, attaccato a qualche ragazza con le tette grosse» dice come se nulla fosse.
Inarco un sopracciglio.
Me ne vado prima di fargli notare il mio fastidio nel sentire quelle parole.
Quando entro il locale è pieno di gente e le luci sono soffuse.
Cerco Axel tra la folla e lo trovo avvinghiato a una ragazza dai lunghi capelli biondi.
Le sta sussurrando qualcosa nell'orecchio e lei sorride.
Sospiro.
Noto da qua il suo top scollato color corallo che lascia ben poco all'immaginazione.
Mi avvicino con l'intento di parlargli lo stesso.
Voglio mettere le cose in chiaro tra noi.
«Axel..» dico quando gli sono accanto.
Lui si gira e mi guarda senza dire niente.
Guardo i suoi occhi, così diversi da ieri sera.
Lui sembra diverso.
Il suo sguardo gelido mi fa ammutolire.
«Allora?».
Mi riscuoto dalla trans in cui ero finita e mi schiarisco la voce prima di parlare.
«Posso parlarti? Da solo» dico.
Lui guarda la sua amichetta.
«Adesso sono con Corinne».
Sul serio?
«Axel per favore» dico.
Il suo cattivo carattere adesso non ci vuole proprio.
«Cosa succede Josephine? Christian ti ha già piantato in asso?».
«Cosa c'entra Christian?».
Scuoto la testa.
Ma che problema ha?
«Cosa vuoi? Riprendere quello che abbiamo iniziato ieri sera?» chiede.
Perché fa così?
«Possiamo non parlarne qui?» chiedo stizzita e irritata.
Lui torna a guardare Corinne.
«Sono occupato, magari più tardi se ho tempo» dice.
Porta il viso sul collo della ragazza e lei chiude gli occhi.
Sento il cuore come stretto da una morsa.
Cosa mi dovevo aspettare da uno come lui?
Sono stata un'idiota totale.
Vado a passo svelto verso il bancone del barman e ordino il primo drink dell'elenco senza manco leggere cosa c'è dentro.
Notando Giselle dall'altra parte del bancone, pago il mio drink e mi avvicino a lei.
«Ehi» dico.
Vicino a lei c'è un ragazzo con dei brillanti occhi azzurri e dei capelli biondi che gli arrivano alle spalle.
«Ciao Josephine» dice Giselle allegra.
Indica il suo amico.
«Lui è Stuart è il fidanzato della mia sorellina, ed è tedesco come te» dice dandomi una manata sulla spalla.
Inarco un sopracciglio.
«Sono mezza svedese non tedesca».
Lei ride come se gli avessi detto una grande battuta.
«Scusami, ho bevuto più del solito stasera e non connetto» dice.
«Hai mica visto Derek?» chiede tornando seria.
«Si era fuori, stava fumando» dico.
I suoi occhi si spalancano.
Finisce il drink che ha davanti in un unico sorso e succhia la fettina di limone e se ne va.
Sorrido a Stuart alquanto imbarazzata.
Questa serata sta andando sempre peggio.
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Non mi hai dato alternative
RomanceJosephine è la quiete. Axel è la tempesta. Josephine da un appartamento a Nashville si trasferisce nelle casette a schiera di Memphis, sempre in Tennessee, dopo che sua madre ha completato le pratiche di divorzio da suo padre. Mentre si trova in g...