Josephine
Mi porto le mani sul viso.
Merda.
Mi tolgo il computer dalle gambe e vado verso l'armadio.
Mi stavo guardando tranquillamente un film quando ho visto il messaggio di Axel.
Di tutte le cose che potevo pensare mi scrivesse, non avrei mai pensato a un sei sveglia.
Ha completamente evitato di parlare di oggi.
Mi infilo una gonna lunga argentata e una maglia bianca. Prendo una borsetta nera e ci infilo dentro tutto quello di cui ho bisogno.
Certo, cavoli non mi ha detto dove andiamo!
Mi avvicino allo specchio e mi tolgo la treccia con cui mi ero legata i capelli, mi metto un po' di rossetto e di mascara.
Per fortuna la mia pelle non ha molte imperfezioni per cui usare correttore e fondotinta.
Sennò ci metterei almeno mezz'ora per truccarmi.
Cammino con le scarpe in mano tutte le scale per non fare rumore e svegliare mia madre.
Le scrivo su un pezzo di carta che sono andata da Giselle perché era giù di morale per Derek.
Quando arrivo nella macchina di Axel lo guardo e lui mi guarda.
«Dove andiamo?» chiedo ancora.
Lui inclina la testa e aziona la retromarcia.
Quando arriviamo davanti a un negozio con l'insegna che dice 'Da Benson' e noto intorno ai vetri un sacco di manifesti di birre in offerta capisco che mi ha portato in un negozio di alcolici.
Wow, vuole ubriacarsi.
«Cosa facciamo qui?» chiedo.
Non mi aspettavo mi portasse in un posto del genere.
«Prendiamo i rifornimenti per la serata, mi serve dell'alcol per sopportare tutte le tue domande» dice facendomi un finto sorriso e uscendo sotto la pioggia.
Sbuffo incrociando le braccia.
Scendo anch'io dalla macchina. Lui ha una cassa da sei birre in mano e parla con il tizio dietro al bancone.
«Allora cosa mi proponi?» chiede Axel poggiando le birre sul bancone.
Il tizio ha una targhetta con scritto 'boss', quindi posso pensare che sia il proprietario del negozio.
Mi lancia un'occhiata prima di guardare di nuovo Axel.
«È con te?» chiede.
Axel si gira mi guarda e poi fa un cenno affermativo.
«Sono Collins Benson, te bella ragazza?».
Non mi lascio intimidire da un tipetto alto un metro e sessanta con la barba lunga.
«Josephine Petersson» dico mettendomi affianco a Axel.
«Bene ora mostrami le chiavi» dice Axel tamburellando le dita sul bancone.
Benson si schiarisce la voce e apre un cassetto tirando fuori un bel mazzetto di chiavi di diverse forme e colori.
«Cosa ti serve questa volta?» chiede Benson ad Axel.
Axel scrolla le spalle.
«Elencamele come al solito».
Benson sbuffa.
Prende una chiave e c'è la fa vedere.
«Allora questa è del Memphis zoo..» ne prende altre quattro «..queste sono per il negozio del souvenir, per i giochi dei bambini, per i bagni degli uomini e delle donne sempre dello zoo» ne prende un'altra «..questa è della paninoteca di Olly» ne prende altre cinque «..queste..» mi guarda per un secondo «..non credo che ti servono».
Mi giro verso Axel che ha un sorrisetto stampato in faccia perché sa di cosa parla Benson. Stronzi.
Ne prende un'altra.
«questa è del Palace Cinema Movie Theater» e un'altra ancora «Questa è del parco Jonh F. Kennedy vicino al Wolf Rivera».
Aggrotto la fronte.
Il parco dove mi ha portato Axel l'altra volta.
Ecco dove ha preso la chiave per entrare li!
Sono davvero sorpresa.
Elenca altre chiavi e appena ha finito gli dico la domanda che mi ronza in testa.
Appoggio i gomiti sul bancone e guardo Benson fisso negli occhi scuri.
«Come fai ad avere tutte queste chiavi?».
Axel si porta le dita sulla radice del naso e chiude gli occhi.
«Riesci a fare sempre domande».
Benson ridacchia.
«Oh tranquillo, comunque cara ho tutte queste chiavi perché ho fatto pulizie in tutti questi luoghi e diciamo che ne ho fatto delle copie» dice.
«È illegale» dico inarcando un sopracciglio.
Benson guarda Axel.
«Dove l'hai presa questa puritana?» chiede.
Sto per arrabbiarmi.
Guardo Axel.
«C'è ne possiamo andare?» chiedo allontanandomi di un passo dal bancone.
Axel mi fissa in silenzio poi si gira verso Benson.
«Hai detto che hai le chiavi del centro commerciale quello che aprirà in primavera che ora è accessibile solo come pista di pattinaggio su ghiaccio?» chiede Axel tirando fuori il portafoglio.
Benson scuote la testa ridendo.
«Ci sto lavorando adesso lì e lo sai che non do mai le chiavi dove lavoro..» dice ma quando Axel tira fuori due banconote da cento e spalanco gli occhi.
«È il doppio del prezzo» dice passandogli i soldi.
Benson guarda i soldi e li prende.
«Okay, ma entro domani le rivoglio» dice guardando Axel negli occhi.
Axel fa un sorrisetto.
«Come sempre» dice tirando fuori altre banconote per pagare le birre.
Benson apre un cassetto e tira fuori altre chiavi e le passa a Axel.
«È la seconda porta sul retro».
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Non mi hai dato alternative
RomanceJosephine è la quiete. Axel è la tempesta. Josephine da un appartamento a Nashville si trasferisce nelle casette a schiera di Memphis, sempre in Tennessee, dopo che sua madre ha completato le pratiche di divorzio da suo padre. Mentre si trova in g...