Axel
Passato
È passata una settimana e mezza e nella mia testa c'è ancora la scritta che ho letto sul giornale qualche giorno fa:È scomparsa ormai da una settimana Peony West, la figlia del agente speciale della polizia di Nashville Ryan West, la bambina di quattro anni era rimasta a dormire in auto con il suo cane come faceva ogni tanto, quando la mattina non trovarono né la macchina né la bambina diramarono subito l'allarme. Si pensa possa essere stata qualche persona che si voleva vendicare del poliziotto.
Se qualcuno avesse delle informazioni non esisti a contattare la polizia.Sbatto la testa contro le mattonelle della doccia sentendomi malissimo.
Non ho idea di quanto tempo sono rimasto a cercarla quella notte, il tempo sembrava essersi fermato. Quando sono arrivato a ridosso di una scoscesa molto ripida, il mio stomaco si è stretto in una morsa. Ho provato a illuminare la zona ma non si vedeva fino in fondo.
Quando sono riuscito a tornare alla macchina, ho ricevuto una chiamata da Mick che mi ha urlato dove cazzo ero finito.
Gli ho spiegato la situazione e lui mi ha detto che ho sbagliato a digitare l'indirizzo correggendomi quando gli ho detto che ero sulla 18esima invece che sulla 19esima.
Mi sono messo le mani nei capelli appena l'ho saputo.
È scomparsa per colpa mia.
Una bambina innocente è scomparsa per un mio stupido errore.
Dopo aver portato l'auto nel indirizzo giusto nessuno mi ha accanito come avrei pensato.
A nessuno è importato qualcosa della bambina.
A nessuno è importato qualcosa di Peony.
Mi hanno chiesto di fare altri lavori dopo quello ma io mi sono rifiutato.
Oggi credo che andrò a dire a tutti che mi chiamo fuori.
Quando arrivo nella zona dove ho chiesto di incontrare Mick vedo che è da solo con una sigaretta in bocca.
«Perché mi hai chiesto di vederci? È ancora per quella bambina?» chiede rimanendo seduto sulla panchina
«Non parlare di lei come se nulla fosse» dico incazzato.
«Capisco la situazione ma..».
«Ma un cazzo Mick! Voi mi avete messo in una situazione di merda, non avrei accettato una cosa del genere.. cosa diamine ci volevate fare con quella povera bambina?» urlo fuori di me.
Lo vedo prendere il cellulare e scrivere un messaggio che mi fa incazzare ancora di più.
«Okay amico, capisco la tua incazzatura, adesso andiamo a parlarne anche con Pitt» dice indicandomi una macchina.
Lo seguo ma stando sempre all'erta.
Non mi fido ciecamente di nessuno di loro adesso.
Quando arriviamo davanti in club spero vivamente ci sia una sala privata dove posso sfogare la mia rabbia.
Passiamo davanti a un mare di persone, alcune ragazze mi lanciano delle occhiate che a malapena noto.
Quando arriviamo dentro una stanza noto che c'è solo Pitt con intorno due ragazze mezze nude che fanno a gara per avere le sue attenzioni.
Diamine avranno la metà dei suoi anni!
Quando ci vede passa la sigaretta a una delle ragazze e si alza.
Con un colpo di tosse viene verso di noi.
«Axel Clark, che piacere vederti».
«Pitt fanculo, voglio sapere il motivo per cui Peony era in macchina» dico stringendo i pugni.
Lui inclina la testa.
«Ti pensavo più furbo, non ci sei arrivato? Soldi, sempre e solo soldi, ragazzo» dice scuotendo la testa.
Lo noto nel suo sguardo che non è contento di questa situazione, è turbato anche se non quanto me.
«Adesso facciamoci una birra» dice Mick sfregiandosi una mano contro l'altra.
Si avvicina a una delle ragazze e lei disponibile si lascia palpare come niente fosse.
«Non ho voglia di nessuna birra, io lascio» dico tornando verso la porta.
«Non voglio saperne più niente di tutto questo» dico.
Pitt mi prende per un braccio e mi fa girare di scatto verso di lui.
«Stai lasciando la Nash bones?» chiede serio.
«Sì» dico strattonando il braccio ma lui me lo tiene ancora stretto.
«Non sai quello che stai dicendo, devi rifletterci prima di prendere una decisione del cazzo» dice.
«Siediti e prendi una birra con noi».
Non è una richiesta amichevole, è un ordine.
«È l'ultima cosa che vi concedo» dico a denti stretti.
Dopotutto, cazzo, una birra forse mi farà bene.
Una birra si è trasformata in cinque birre e quattro shot di whisky.
La mia mente è totalmente andata, mi sembra di vivere la mia vita in questo momento come un spettatore e non come il padrone del mio corpo.
Pitt e Mick sono andati quanto me, almeno credo.
Sembrano essersi completamente dimenticati del fatto che voglio andarmene dalla Nash bones.
Non so esattamente quando sono entrate nella stanza anche altre ragazze oltre alle due amiche di Pitt e adesso ne abbiamo due a testa che ci riempiono di attenzioni.
Chiudo per un istante gli occhi lasciandomi andare alle carezze della bionda alla mia sinistra.
Se non fossi così ubriaco me la scoperai qui seduta stante.
È sexy di brutto con i suoi grandi occhi azzurri da cerbiatta e i capelli biondi legati in una coda di cavallo alta sulla testa.
Cazzo me la potrei scopare quasi quasi.
«Ehi» mi dice notando che ho lo sguardo fisso sui suoi occhi.
«Ehi» dico con voce roca.
«Ti piaccio?» mi chiede leccandosi il labbro inferiore mentre la sua mano va lentamente sotto la mia maglietta.
Lascio andare un sospiro.
«Cazzo, si» dico senza muovermi.
Non ho davvero la forza di saltarle addosso.
Ho bevuto troppo.
La vedo lanciare uno sguardo all'altra parte della stanza verso Pitt che ha gli occhi puntati su di me come anche Mick a dire il vero.
«Posso?» chiede la ragazza verso gli altri due.
Mi passo la lingua sulle labbra pregustandomi il sapore della sua bocca e della sua pelle.
Ha un vestitino nero aderente che gli arriva molto sopra al ginocchio, davvero sensuale.
Pitt mi fa un sorriso che non gli arriva agli occhi mentre dice: «Divertitevi».
Io invece rivolgo un sorriso sensuale alla ragazza.
«Vi lasciamo soli, Tory quando hai finito vieni da noi» dice serio Mick abbottonandosi la giacca elegante.
Non aspetto manco la chiusura della porta prima di assalirle avidamente la bocca.
Anche se sono molto ubriaco, il mio corpo si muove come comandato da una forza interna.
Il vestito della ragazza come i miei vestiti volano via in pochi secondi.
«Allora, ho sentito che vuoi andartene dalla Nash bones» dice baciandomi il collo.
Con gli occhi chiusi le rispondo.
«Sai della Nash bones?».
Non pensavo che sapesse chi siamo.
«Io e le altre ragazze siamo le puttane della Nash bones» dice portandomi le mani sul cazzo e iniziando a masturbarmi.
Ce l'ho già duro come la roccia.
Non capisco cosa sta aspettando.
«Quindi?».
«Quindi cosa?» chiedo.
«Vuoi lasciare la Nash bones?» mi chiede di nuovo prendendomi il viso e guardandomi negli occhi.
Perché mi sta facendo questa domanda del cazzo?
«Si, tu non sai perché voglio farlo» dico serio per un istante.
«Pensavo che tutto questo mi avrebbe portato a stare bene ma invece mi ha portato a fare una cosa stupida che mi è costata la vita.. di una bambina» dico.
Lei porta le labbra sulle mie e mi bacia con trasporto per nulla colpita dalle mie parole.
Le sue mani scendono iniziando ad accarezzarmi i testicoli mentre con uno scatto porta la bocca sulla punta del mio pene.
Butto la testa indietro chiudendo gli occhi.
Non voglio più pensare a niente.
Quando la sento portare il mio cazzo verso la sua figa bagnata non apro gli occhi, lei mi cavalca andando sempre più veloce.
Mi sussurra qualche parola piena di lussuria che sento a malapena.
Quando apro gli occhi lei si sta rivestendo.
Mi chiedo se sono venuto. Abbasso lo sguardo e noto evidenti tracce di sperma sulla punta del mio pene.
«Tranquillo sei stato fenomenale» dice facendomi l'occhiolino.
Mi passo una mano sul viso.
Che schifo, una scopata di cui non ricordo la parte migliore.
«Lo vuoi un consiglio?» chiede rifacendosi la coda in cima alla testa.
Non le rispondo ma lei parla lo stesso.
«Sii forte, più di quello che sei adesso, perché nella vita le cose brutte accadono sempre ma certe volte devi distinguerti dalla massa e provare a vedere le cose da un punto di vista diverso» dice.
La prima cosa che mi viene in mente dopo le sue parole è: cazzo è una puttana che sa usare bene le parole.
«Adesso vado» dice guardandomi. Mi accarezza una guancia.
Il silenzio che mi assale mi porta a sbattere più e più volte gli occhi fino a chiudersi e tornare piacevolmente nel mondo dei sogni.Oggi
Ascolto la pioggia abbattersi sulle finestre.
Sono sdraiato sul letto con solo i pantaloni del pigiama e ho il mio quaderno nero delle idee sulle cosce ma stranamente ho la testa completamente vuota.
Non ho nessuna idea per una nuova canzone.
Scaglio il quaderno dall'altra parte della stanza.
Le luci di camera mia sono tutte spente, c'è solo la abat jour a illuminare intorno a me.
Mi alzo e guardo dalla finestra la casa a fianco.
Josephine.
Le luci di camera sua sono tutte spente.
Starà dormendo?
È a malapena l'una di notte.
Prendo il cellulare e vado sulla chat di Josephine.Axel: Sei sveglia?
Mi tolgo i pantaloni del pigiama e mi infilo dei jeans scuri e una maglietta nera.
Quando riprendo il cellulare vedo che Josephine sta scrivendo poi si ferma, ricominciando subito dopo.
Non sa cosa rispondermi?
Quello che è successo con Mick aleggerà ancora nella sua testa e so già che se accetterà di venire con me sta sera mi riempirà di domande.Josephine: Sul serio?
Lascio andare una risata.
Torno verso la finestra e mi ci appoggio.
Adesso noto una leggera luce dietro le tende di camera sua.Axel: Sì tesoro. Dato che sei sveglia, ti va di fare un giro?
Josephine: Mi dai delle spiegazioni per quello che è successo oggi con Mick?
Axel: Se vieni lo scoprirai.
Josephine: Dove vuoi andare?
Axel: Ti fidi?
Josephine: Sinceramente?
Axel: Ti aspetto dentro la mia macchina.Spero che la storia vi piaccia💘
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Non mi hai dato alternative
RomanceJosephine è la quiete. Axel è la tempesta. Josephine da un appartamento a Nashville si trasferisce nelle casette a schiera di Memphis, sempre in Tennessee, dopo che sua madre ha completato le pratiche di divorzio da suo padre. Mentre si trova in g...